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Una “Bella Ottobrata Romana”: tradizioni ed origini
Scopriamo insieme perchè si dice una ‘Bella ottobrata romana’: origini e tradizioni che hanno radici in tempi antichi
di Damiana Cicconetti
Chissà in quante occasioni abbiamo avuto modo di udire l’espressione “una bella ottobrata romana…”: un’espressione fin troppo usata, soprattutto in questo periodo dell’anno e, invero, non solo nella Capitale.
Ma se è vero che è un’espressione fin troppo nota, è ancor più vero che resta ancor oggi ignoto sia il significato che la sua origine.
È, dunque, il caso di chiedersi da dove derivi e cosa voglia intendere.
Di certo, nessuno ignora che con “Ottobrata romana” si indica il clima mite che caratterizza il mese di Ottobre nella Capitale.
…Un clima quasi estivo!
In effetti, Roma ad Ottobre è una città unica, visto che vive una seconda estate, seppur con i colori e gli odori dell’autunno.
Tuttavia molti ignorano che il termine “ottobrata” ha qualcosa in più da raccontare.
Scopriamone, dunque, le origini!
Le “Ottobrate” erano le feste che nell’antica Roma chiudevano il periodo della vendemmia, proprio nel mese di ottobre.
…Un periodo in cui, per celebrare il raccolto e la fine del duro lavoro, nelle giornate di giovedì e di domenica ciascuna famiglia era solita organizzare una gita fuori porta, detta, per l’appunto, “ottobrata”.
Da ogni rione partivano carrette adorne di campanacci su cui sedevano le sole ragazze; mentre il resto della comitiva seguiva a piedi il carro. rata romana significato
A tale scampagnata, all’insegna del buon cibo, dei più bei canti e del migliore vino, partecipavano sia i nobili che i popolani.
Si partiva in gruppi divisi ma, dopo qualche brindisi, in genere ci si mescolava senza problemi.
Le zone più frequentate erano Testaccio, San Paolo, Monte Mario, San Giovanni e Monteverde.
Non a caso Casanova, noto per le sue arti amatorie, nell’autobiografia lamentava la brevità del tragitto da Roma a Testaccio, meta della sua personale Ottobrata, perché il tempo da passare in carrozza a contatto con le donne era sempre troppo poco.
Esemplare, inoltre, la testimonianza lasciata da Gigi Zanazzo, studioso di tradizioni popolari: “Siccome Testaccio stà vvicino a Roma l’ottobbere ce s’annava volentieri, in carozza e a piedi. Arrivati llà sse magnava, se bbeveva quer vino che usciva da le grotte che zampillava, poi s’annava a bballà er sartarello o ssur prato, oppuramente su lo stazzo dell’osteria der Capannone, o sse cantava da povéti, o sse giocava a mora…”.
Dunque la tradizione delle ottobrate romane era molto sentita.
Per questo le donne si vestivano a festa e anche le giornate degli uomini erano occasioni di svago, contraddistinte da canti, balli, musica e divertimenti di ogni sorta.
Così questa bella usanza è arrivata a protrarsi fino ai primi anni del ‘900 e, sebbene nel corso del tempo si è modificata, non vi è dubbio che i romani continuano ancor oggi ad approfittare di questo periodo dell’anno per le ultime scampagnate prima dell’inverno e l’arrivo della brutta stagione, che non può non costringere tutti a rimanere in casa o, in ogni caso, ad avere minori occasioni di vita sociale da vivere all’aperto.
Del resto, il clima che sta vivendo la Capitale in questi giorni dimostra l’attualità e la veridicità di questa antica espressione: un clima più che estivo!
Per questo, ancor più che negli anni trascorsi, la frase “una bella ottobrata romana” sembra quest’anno oltremodo adatta a descrivere il particolare periodo che Roma sta vivendo.