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Un secolo dopo: tutto diverso o tutto eguale?— One century later: all different or all the same?

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di emigrazione e di matrimoni

Un secolo dopo: tutto diverso o tutto eguale?

di Marco Andreozzi

L’uso politico della storia in Russia riguarda anche Odessa, città dell’impero romano-bizantino e poi contea di re Baldovino delle Fiandre alla fine dell’XI secolo, per poi cadere sotto i turchi selgiuchidi nel 1144, sì da scatenare la seconda crociata del 1147. Solo quello stesso anno compare nelle cronache il nome di un villaggio chiamato Mosca, un insignificante selo rurale. Storia remota vera, utile tanto quanto la storia moderna, affinché si sappia valutare meglio le vicende dell’oggi. ‘Conoscere per deliberare’ disse Luigi Einaudi.

Un secolo fa la transizione energetica entra nel vivo in USA, prima potenza economica mondiale, superando i ‘cugini’ inglesi. Siamo nel Texas dei vaccari, dove nel 1919 la Texas Pacific Coal and Oil Company conta già ventidue pozzi petroliferi e otto raffinerie aperte o in costruzione. Le contee di Ranger e Estland vivono un’autentica bonanza, sicché compagnie petrolifere indipendenti aprono presto altri giacimenti petroliferi nelle vicinanze. La produzione del giacimento di Breckenridge passa da 10 milioni di barili di petrolio del 1919 al picco di oltre 31 milioni di barili nel 1921. L’anno dopo, un po’ più a Sud, il pozzo Barossa-2 esplode quaranta metri di oro nero e l’equivalente di 100.000 barili al giorno per oltre una settimana, lanciando lo sviluppo del Venezuela dei coltivatori di caffè, e un susseguirsi di dittature fino ad oggi.

L’euforia che segue la disponibilità di quel vettore minerario si spegne nel 1929, inizio della ‘grande depressione’ mondiale e concausa dell’avvento di Hitler in Germania. Nel 2019 Ursula von der Leyen annuncia il ‘patto verde’, transizione energetica che dovrà portare la più grande potenza economica mondiale (se unita) alla neutralità climatica nel 2050. Macro-confusione ‘ideologica’, però, tra mezzi e fini di sviluppo, che rischia di consegnare l’Europa nelle mani della Cina, il Paese che più dispone dei vettori minerari, e che più di ogni altro apporta cambiamenti climatici antropogenici. Sta di fatto che compare il covid proprio in Cina, con la pandemia che ne segue; nel 2021 la Russia invade l’Ucraina, evento che porta l’Europa ad accelerare su moduli fotovoltaici e auto elettriche (poi smorzato un pò), favorendo proprio le esportazioni cinesi, e quelle russe di petrolio e gas verso nuovi clienti extra-europei.

Nell’ottobre del 1922 Benito Mussolini prende il potere con il favore del monarca italiano, e anche di buona parte della corona britannica (e dei conservatori) in chiave anti-comunista. Esattamente cento anni dopo Giorgia Meloni dà vita al nuovo governo. Il suo partito cresce sullo zoccolo duro fondante (4%) di provenienza MSI. Vince però la democrazia, comunque. Pensiamo che cento anni fa la Francia era nota per l’aggressione colonialista in Africa e Indocina al motto di ‘portare la civiltà’. Si commenta da sé, mentre nel 1920-22 la nuova Russia leninista è colpita dalla siccità, seguita da una terribile carestia.

Terrorizzati dall’Armata Rossa e minacciati di morte, i contadini russi prendono a seminare il minimo utile alla sopravvivenza. Nel 1921 il territorio lungo il Volga passa al cannibalismo. Al potere con la promessa di fornire cibo e porre fine alla guerra, i bolscevichi chiedono aiuto al ricco Occidente: pane e medicine. L’Occidente risponde e soprattutto grazie agli Stati Uniti d’America, molte milioni di vite umane russe sono salvate. Perché questi fatti provati vanno nell’oblio? Sarà che si vuole cancellare anche l’Holodomor (e il fallimento dello ‘zarismo sovietico’), altra grande carestia indotta da Stalin nel 1932-33, quando morirono cinque milioni di persone, di cui quattro milioni di ucraini e moltissimi bambini.

 

di emigrazione e di matrimoni

One century later: all different or all the same?

The political use of history in Russia also concerns Odessa, a city of the Roman-Byzantine empire and then county of King Baldwin of Flanders at the end of the 11th century, to then fall under the Seljuk Turks in 1144, so as to unleash the second crusade of 1147. Only that same year does the name of a village called Moscow, an insignificant rural selo, appear in the chronicles. True remote history, as useful as modern history, so that we can better evaluate today’s events. ‘to Know to deliberate’ said Luigi Einaudi (economist and former president of the republic of Italy).

A century ago, the energy transition came alive in the USA, the world’s leading economic power, overtaking their English ‘cousins’. We are in the Texas of cowboys, where in 1919 the Texas Pacific Coal and Oil Company already had twenty-two oil wells and eight refineries open or under construction. Ranger and Estland counties are experiencing a real bonanza, so independent oil companies are soon opening more oil fields nearby. The production of the Breckenridge field went from 10 million barrels of oil in 1919 to a peak of over 31 million barrels in 1921. The following year, a little further south, the Barossa-2 well erupts forty meters of black gold and the equivalent of 100,000 barrels per day for over a week, launching the development of Venezuela of coffee farmers, and a succession of  dictatorships to this day.

The euphoria that followed the availability of that mining vector died down in 1929, the beginning of the world ‘great depression’ and a contributing cause of the advent of Hitler in Germany. In 2019, Ursula von der Leyen announces the ‘green deal’, an energy transition that will have to bring the world’s largest economic power (if united) to climate neutrality by 2050. An ‘ideological’ macro-confusion indeed between means and ends of development, which risks delivering Europe into the hands of China, the country that has the most mineral vectors, and which more than any other causes anthropogenic climate change. However, covid appears in China, with the pandemic that follows; in 2021 Russia invades Ukraine, an event that leads Europe to accelerate on photovoltaic modules and electric cars (then dampened a bit), favoring Chinese exports, and Russian oil and gas exports to new non-European customers..

In October 1922 Benito Mussolini took power with the favor of the Italian monarch, and also of a large part of the British crown (and of the conservatives) in an anti-communist key. Exactly one hundred years later Giorgia Meloni gave life to the new government. His party grows on the founding hard core (4%) of post-fascist origin. Yet, democracy wins, anyway. One century ago France was known for colonialist aggression in Africa and Indochina under the motto of ‘bringing civilization’. That speaks for itself, while in 1920-22 the new Leninist Russia was struck by drought, followed by a terrible famine. Terrified by the Red Army and threatened with death, the Russian peasants begin to sow the bare minimum for survival.

In 1921, the territory along the Volga switched to cannibalism. In power with the promise of supplying food and ending the war, the Bolsheviks ask the rich West for help, bread and medicine. The West responds and mainly thanks to the United States of America, many millions of Russian human lives are saved. Why do these proven facts go into oblivion? Probably also the Holodomor (and the failure of ‘Soviet tsarism’) has to be cancelled, another great famine induced by Stalin in 1932-33, when five million people died, four million of whom were Ukrainians and many children.

 

Marco Andreozzi, è Dottore in Ingegneria Meccanica, Economia/Amministrazione (Politecnico di Torino), tecnologo industriale e specialista del settore energetico, proviene da esperienze professionali in cinque multinazionali in Italia e paesi extra-europei, e come direttore generale; nomade digitale dal 2004, e sinologo, parla correttamente il mandarino.
Marco Andreozzi, is Doctor of mechanical engineering (polytechnic of Turin – Italy), industrial technologist and energy sector specialist, comes from professional experiences in five global corporates in Italy and extra-European countries, and as business leader; digital nomad since 2004, and China-hand, he is fluent in Mandarin.

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