Diritti umani
Un sanguinoso genocidio è in atto in Sud Camerun
L’indipendenza dell’Ambazonia è la causa delle barbarie perpetrate da militari governativi a danno di una popolazione inerme che ha l’unica colpa di aver espresso con il voto democratico la scelta di staccarsi dal Camerun
Nessuna pietà per la popolazione anglofona del Camerun che ormai da diversi mesi subisce atti di gravissima violenza dai militari del Governo presieduto dal presidente Paul Biya, al potere da 35 anni. Sin dal periodo coloniale il Camerun risulta essere un paese unito per forza, una miriade di Tribù, etnie e lingue diverse. Sotto il dominio della Germania fino alla fine della prima guerra mondiale, il Camerun fu poi diviso tra le potenze vincitrici in due parti: la zona sud-occidentale, più vicina alla Nigeria (il 20% circa del territorio) diventò colonia del Regno Unito, il restante 80%, comprendente la capitale Yaoundé, restò alla Francia. Dopo l’indipendenza si passò da una forma federale alla “Repubblica del Camerun”. Un paese ad economia agricola e pastorizia in prevalenza, che in tempi moderni scopre di possedere anche risorse petrolifere proprio nella regione occidentale, abitata dalla minoranza anglofona, 3milioni circa di persone, che malvolentieri si sottomette al governo francofono che vanta una popolazione di 20milioni di abitanti.
Infatti la scoperta del petrolio non ha portato nessun vantaggio economico e di sviluppo per la popolazione del sud Camerun che ha continuato ad avere gravi disagi in assistenza medica e sistema scolastico. Da qui la volontà di separarsi da una Repubblica che aveva a cuore solo il destino della più ampia parte francofona. Una lotta silente che dura da trent’anni e che dalla proclamazione dello stato di Ambazonia dell’ottobre 2016 dei separatisti anglofoni, si è fatta violenta e si è trasformata in un vero genocidio. Il governo infatti, motivando la sua azione militare avverso la popolazione del sud Camerun come lotta contro il terrorismo, ha rafforzato la propria presenza militare nella regione, dando carta bianca all’esercito impegnato in azioni di guerriglia contro civili inermi.
Negli ultimi mesi, secondo le stime dell’Unhcr e della Caritas Nigeria, sarebbero oltre 43.000 le persone che, terrorizzate dai continui scontri e la repressione del governo, hanno lasciato il Camerun per il Paese confinante, l’80% dei quali è composto da donne e bambini. Negli ultimi mesi tutto questo è peggiorato e nel filmato pervenuto alla nostra redazione si può vedere a che livello di crudeltà sono arrivati i militari del presidente Paul Biya, tanto da uccidere a sangue freddo donne e bambini.
Si sconsiglia la visione del filmato ai minori per le immagini purtroppo reali che contiene e si fa appello alla comunità internazionale perché intervenga immediatamente.
24 Luglio 2018 – Nonostante la realtà innegabile che proprio il filmato evidenzia, la verità ha subito gravi mistificazioni a tal punto che alcuni organi di stampa riportano il genocidio in atto come una presa di posizione del governo camerunense contro il terrorismo. In effetti uno dei militari governativi schiaffeggiando la donna che di lì a pochi secondi sarà assassinata senza pietà, la accusa in lingua francese (quella ufficiale in Camerun) di essere un’appartenente a Boko Haram?
Il filmato di violenza inaudita ha fatto il giro del web, e a nulla è valsa la replica del portavoce del presidente del Camerun Paul Biya, che ha cercato di occultare la verità bollando la notizia come fake news. L’orrore contro le due donne inermi del filmato ed i loro bambini, uccisi a sangue freddo e ripresi dagli stessi militari con il telefonino di uno di loro, è stato tale che l’opinione pubblica mondiale ha mostrato il suo sdegno. Nessuna giustificazione dunque per omicidi commessi sotto la scusa di una presunta lotta a Boko Haram.
Molte organizzazioni umanitarie sono intervenute prontamente sull’accaduto e sulle verifiche dell’autenticità del filmato pervenuto a questa redazione il 14 luglio scorso, Ilaria Allegrozzi, ricercatrice di Amnesty International dalle pagine del francese Liberation spiega : ”In Camerun i militari filmano spesso le loro azioni. Loro se le condividono su dei gruppi privati di WhatsApp fino al giorno in cui alcuni di questi video fuggono all’esterno”. Unica certezza data dalle nostre fonti è che il filmato è stato girato in sud Camerun dove l’unico problema reale è la richiesta di indipendenza della parte anglofona del paese che si è costituita in Repubblica di Ambazonia, un dato di fatto che interpreta la presunta lotta in quella zona da parte del governo contro il terrorismo islamico come una notizia falsa. In effetti in quella zona vivono dei dissidenti del governo centrale e non dei terroristi. Nessuna giustificazione inoltre alla violazione dei diritti umani che da oltre due anni viene attuata con azioni violente e repressive tese a piegare la volontà di autonomia dell’auto proclamata repubblica di Ambazonia nella parte anglofona del Camerun.