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Diritti umani

Ucraina: la guerra distrugge tutto. Anche il patrimonio culturale!

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Dai musei alle Università: la follia della guerra cancella i popoli, la loro storia e finanche la loro arte

 di Giordana Fauci

Kharkiv è un’importante città dell’Ucraina, seconda in ordine di importanza alla sola capitale Kiev: una città che, come molte altre, ha subito violenti bombardamenti che l’hanno pressoché rasa al suolo: completamente distrutta è la sua Università, come pure la simbolica Piazza della Libertà da cui si accedeva al Museo d’Arte Contemporanea Yermilov, uno dei più noti dell’intero Paese, ormai ridotto a un cumulo di macerie fumanti.

Tutto ciò a ricordare che, tra le moltissime vittime di questa guerra – ma, invero, di ogni guerra –  c’è anche la distruzione del tesoro culturale.

L’Ucraina, in effetti, è il secondo Paese più grande d’Europa, indubbiamente ricco di storia e di beni artistici. Possiede ben sette siti iscritti nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco.

Dunque, il rischio dell’invasione russa è che vadano oltretutto perduti per sempre monumenti unici, quali, ad esempio, la Cattedrale di Santa Sofia a Kiev, il centro storico medievale di Leopoli, la mitica scalinata Potemkin di Odessa, nel cui Museo d’Arte Occidentale e Orientale è custodito il bellissimo dipinto denominato “La cattura di Cristo, attribuito a Caravaggio.

Da oltre un mese, i curatori dei musei ucraini stanno affrontando tragici problemi logistici che già da molto tempo affliggono i direttori di Istituzioni culturali in luoghi di guerra come Iraq, Siria e Afghanistan.

Nessuno, infatti, era preparato a dover proteggere i tesori dell’Ucraina dai bombardamenti.

Qualche giorno fa il Direttore del Museo Nazionale dell’Ucraina ha chiesto alla comunità internazionale di supportarlo e di intervenire per evitare tanti e tali scempi, ancor più inaccettabili nel 2022.

Ma, intanto, il Museo di Storia Locale di Ivankiv, nella regione di Kiev, è andato distrutto, nella notte tra il 27 e il 28 febbraio, così provocando la perdita di oltre venti opere di Maria Prymachenko, nota pittrice di Arte Popolare, nonché rappresentante di Arte Naif.

“Nel nostro museo, in questi giorni, avremmo dovuto prepararci per l’undicesima edizione del Book Arsenal Festival che si tiene a maggio…”: queste le accorate parole di Olesia OstrovskaLiuta, Direttrice Generale del Mystetskyi Arsenal National Art and Culture Museum Complex di Kiev che, così, prosegue: “…Invece, il nostro team  deve concentrarsi per cercare di garantire la sicurezza del personale e delle famiglie, oltre a custodire la collezione e gli oggetti qui esposti…”.

Il riferimento è, senza alcun dubbio, alle opere di Kazimir Malevich. Vasyl Yermylov, Alexander Bogomazov e Anatol Petrytsky e Victor Zaretsky, solo per citarne alcuni.

D’altro canto, la stessa Direttrice dell’Ucrainian Museum di New York, Maria Shust, non ha potuto fare a meno di raccontare di avere appena ospitato una mostra sull’indipendenza ucraina, in collaborazione con il Direttore dell’Ucrainian Museum of the Second World War di Kiev: “Nessuno di noi può credere a quello che è successo. I Direttori  del museo hanno cercato di salvaguardare le loro collezioni e di metterle nei luoghi più sicuri. Ma non hanno avuto molto tempo per farlo. E in questo caso, vista la volontà di Putin di distruggere l’Ucraina, è chiaro che non avrà di certo a cuore il pensiero di poter cancellare anche la storia di questo Paese. Noi qui, dagli Stati Uniti, purtroppo non possiamo più di tanto aiutare, perché si tratta di oggetti che devono essere protetti fisicamente….”.

Non a caso, le commoventi immagini rese pubbliche dai media nelle ultime ore ed in cui si vedono civili di ogni età che si adoperano con ogni mezzo pur di proteggere con involucri di fortuna le statue e i monumenti di ogni piazza e città ucraina, come pure quelle di anziani messisi in opera per nascondere crocifissi e altri arredi sacri prelevati in tutta fretta dall’interno di Chiese è l’ennesima dimostrazione di quanto la guerra non serva ad altro se non a provocare folli ed insulse distruzioni.

Ma, ad onore del vero, qualcosa in più il mondo internazionale dell’arte lo potrebbe ancora fare, almeno secondo Patty Gerstenblith, professoressa di diritto alla DePaul University e fondatrice del Comitato degli Avvocati per la Conservazione del Patrimonio Culturale: “Le  istituzioni artistiche di tutto il mondo dovrebbero annullare qualsiasi scambio culturale con la Russia. Non credo questo sia il momento di collaborazioni. Una cosa che i musei occidentali potrebbero non essere lieti di fare, ma una posizione è doveroso prenderla…”. Questo il suo pensiero, pienamente condivisibile.

Senza considerare un’altra annosa questione: il mercato dell’arte occidentale dovrebbe finanche prepararsi ad intervenire contro il commercio illegale di opere d’arte o di reperti archeologici ucraini saccheggiati inevitabilmente durante l’invasione… Ennesimo scempio nello scempio e grave lesione del diritto alla cultura di tutta  l’umanità!

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