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Diritti umani

Turchia: donne discriminate perché non portano il velo

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Negli ultimi tempi, i turchi hanno mostrato di essere ostili verso la cultura occidentale e il rifiuto di coprirsi il capo viene visto come una forma di “ignoranza”.

«Il musulmano non ha niente contro la modernità, perché un musulmano non dovrebbe essere una persona moderna?» È la domanda che il presidente Recep Tayyip Erdogan ha rivolto ai connazionali che lo criticavano per aver abolito il divieto per le donne di entrare negli edifici pubblici: scuole, università, ospedali, uffici postali e stazioni di polizia col capo coperto dal velo. Si tratta di una norma rimasta in vigore fino a 10 anni fa e che aveva come obbiettivo quello di “occidentalizzare” le donne turche, spingendole ad abbandonare le antiche usanze musulmane. Oggi, eliminato quel divieto, le turche religiose sono libere di entrare velate negli uffici pubblici senza rischiare di essere sanzionate o arrestate. Invece, per moltissime donne a cui piace adottare usi e costumi occidentali, la vita è diventata più difficile. Lo ha raccontato Nazan che, un anno fa, ha deciso di togliersi il velo e postare su Instagram le sue foto col capo scoperto, celebrando il gesto come un atto di libertà.

«Non c’è nessun modo di descrivere quanto sia meraviglioso vivere come credi e come vuoi»- ha detto Nazan, che, sui social, è stata accusata di essere un’“ignorante” dai suoi connazionali religiosi. La Turchia ha una popolazione di circa 80 milioni di abitanti, la maggior parte dei quali è di religione islamica. I musulmani più conservatori si concentrano delle vastissime aree rurali dell’est della Turchia, dove la tradizione islamica è particolarmente sentita. È in queste aree del Paese che Erdogan riscuote gran parte dei consensi, in quanto viene visto come il “difensore dell’identità turca”, la quale, specie negli ultimi tempi, è stata identificata con la religione musulmana. Ma non è sempre stato così. Nei primi del ‘900 il presidente turco di allora,  Mustafa Kemal Atatürk, aveva cercato di trasformare la Turchia in uno Stato laico e occidentale, promuovendo riforme innovative e liberali. Come quella fatta nell’istruzione, abolendo nelle scuole la lingua del Corano e sostituendo l’alfabeto arabo con quello latino.

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