Connect with us

Italia

Vaccini: Antonio Clavenna, dell’Istituto “Mario Negri”, al congresso “Medicina e pseudoscienza” del Gruppo C1V

Published

on

Tempo di lettura: 4 minuti

[AdSense-A]

 

L’esperto sarà tra i relatori dell’evento formativo per i professionisti della sanità. Al centro dell’iniziativa la salute tra scienza e falsi miti

senza-titolo-13-3

Ci sarà anche Antonio Clavenna, responsabile dell’unità di Farmacoepidemiologia dell’Istituto “Mario Negri” di Milano, tra i relatori del primo congresso nazionale promosso e organizzato dal Gruppo C1V e in programma il 7 e l’8 aprile a Roma dal tema: “Medicina e pseudoscienza. La salute tra scienza e falsi miti nell’era 2.0: dai vaccini, al cancerogeno, agli psicofarmaci, al ruolo dell’informazione sul web”.

Al congresso – rivolto ai medici (“area interdisciplinare”), agli infermieri, ai biologi, ai farmacisti, agli psicologi e ai medici specializzanti, e valido 9 crediti Ecm (Educazione continua in medicina) grazie alla collaborazione della (Sifop) “Società italiana di formazione permanente per la medicina specialistica” – Clavenna parlerà dell’importanza della scoperta dei vaccini per la società. L’intervento è in programma per il 7 aprile nell’ambito della sessione dedicata ai vaccini moderata da Armando De Vincentiis, psicologo, consulente del Cicap e direttore della collana “Scientia et Causa” per la casa editrice C1V Edizioni. Una sessione in linea con lo spirito dell’iniziativa che, come risulta dal vasto programma consultabile sul sito www.c1vedizioni.com, punta a fare chiarezza sui falsi miti che ruotano attorno ai temi della salute e spesso alimentati dal web.

Di seguito un’anticipazione dell’intervento con le dichiarazioni di Antonio Clavenna, responsabile dell’unità di Farmacoepidemiologia del Laboratorio per la salute materno-infantile, Dipartimento di salute pubblica dell’Irccs – Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano: “I vaccini, insieme all’accesso all’acqua potabile e all’implementazione dei sistemi fognari, e alla scoperta degli antibiotici, sono tra gli interventi di salute pubblica che hanno avuto il maggiore impatto nel migliorare l’aspettativa di vita della popolazione. Grazie alle vaccinazioni, infatti, alcune malattie infettive che in passato nel mondo causavano ogni anno decine o centinaia di migliaia di morti sono scomparse, come nel caso del vaiolo, sono state quasi del tutto debellate, come avvenuto nel caso della poliomielite, o sono comunque tenute sotto controllo”.

Rispetto ai farmaci – prosegue Clavenna -, i vaccini hanno il vantaggio di fornire benefici non solo alle persone a cui vengono somministrati, impedendo loro di ammalarsi, ma a tutta la comunità: più persone accettano di vaccinarsi, più si riduce la circolazione del batterio o del virus che causa la malattia. Al di sopra di una certa percentuale di persone vaccinate (soglia convenzionalmente identificata nel 95%) il batterio o virus non è più in grado di causare epidemie e tutta la comunità è protetta. In questo modo è protetto anche chi non ha ricevuto il vaccino, per scelta o per impossibilità dovuta allo stato di salute, o l’ha ricevuto ma il suo organismo non ha prodotto una quantità di anticorpi tale da proteggerlo dalla malattia”.

Sempre riguardo ai vaccini, Clavenna si sofferma inoltre sui timori che “non hanno basi scientifiche” e sottolinea l’importanza di puntare alla cultura scientifica e all’educazione sanitaria: “Fin dall’origine, con la vaccinazione antivaiolosa proposta dal medico inglese Jenner, i vaccini hanno suscitato dubbi, timori e opposizioni che durano ancora oggi. E’ comprensibile che molti genitori possano avere dei dubbi o dei timori, considerando che si tratta di somministrare un “farmaco” a un bambino sano per evitare che in futuro si ammali. Purtroppo, spesso questi timori non hanno basi scientifiche e si fatica a convincere le mamme e i papà sul fatto che siano infondati. Il caso più noto è quello del presunto legame tra il vaccino contro morbillo-parotite e rosolia e l’autismo. Sui social media è una notizia che continua a circolare, nonostante sia nata da una truffa e che sia stata smentita da numerosi studi scientifici che non hanno osservato differenze nella frequenza di ammalati tra i vaccinati e i non vaccinati. In Italia, più che in altri paesi europei, scontiamo forse una mancanza di cultura scientifica e di educazione sanitaria: le persone fanno fatica a comprendere quali sono le basi e i meccanismi per stabilire se c’è un legame di tipo causa-effetto tra un vaccino, o più in generale un farmaco, e una malattia”.

I vaccini – dichiara ancora Clavenna -, come tutti i farmaci, possono causare effetti indesiderati. Quelli più frequenti (per esempio febbre, dolore, gonfiore al sito di iniezione) sono lievi e si risolvono da soli nell’arco di pochi giorni. Quelli più seri, che possono richiedere il ricovero in ospedale, sono rari, con una frequenza inferiore a un caso su 1.000 (convulsioni febbrili) o ancora più bassa. Il rischio di effetti indesiderati associati alla vaccinazione è più basso di quello riguardante molti farmaci, anche di uso comune. Occorre essere consapevoli dei rischi, ma – avverte infine l’esperto – con la capacità di comprendere i rischi dimostrati da quelli, invece, mai documentati dalla scienza”.

Il via libera per iscriversi al congresso è già scattato. In più, fino a fine dicembre è possibile aderire a condizioni agevolate. Tanti gli argomenti al centro dell’iniziativa. E tanti i relatori. Tra questi, oltre a Clavenna: il giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela, il virologo Roberto Burioni, il pediatra Giovanni Ragazzini e Giovanni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. Responsabile scientifico del congresso è il professor Giorgio Dobrilla, gastroenterologo e giornalista.

 

Print Friendly, PDF & Email