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Profughi. A Milano accolte 64.000 persone in 20 mesi, ma il Viminale se ne dimentica”

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Assessore Majorino: “Sono tutti profughi arrivati spontaneamente, mai conteggiati dal Ministero, di fatto invisibili e ignorati anche dalla Regione Lombardia che non attiva presidi medico sanitari. Maroni aiuti di più la città”

news_37632_imageMilano, 11 giugno  – Dal 18 ottobre 2013 ad oggi il Comune di Milano con Caritas, Privato Sociale, Protezione Civile Comunale e Volontari ha assistito più di 64.000 profughi (di cui 14.000 bambini), in fuga da guerra e violenze, che hanno raggiunto Milano per poi ripartire, lasciando così l’Italia. Da inizio anno ne sono già transitati 10.000, tutti passati dalla Stazione Centrale, dopo un viaggio su treni e pullman di linea e autonoleggi provenienti dal Sud. Ogni notte nelle strutture messe a disposizione hanno trovato un posto letto anche 800 persone tra famiglie con bambini e adulti. Sono tutti profughi giunti spontaneamente, senza alcun controllo o organizzazione da parte del Ministero dell’Interno, mai conteggiati dal Viminale e dunque invisibili, nonostante che nelle strutture messe a disposizione da Comune, Caritas e Terzo Settore (paragonabili a un qualsiasi altro Cara o Centro di Accoglienza Temporanea) siano state ospitate, ogni notte e da 20 mesi, una media di 820 persone con picchi la scorso agosto di oltre 1.400. I profughi accolti e transitati da Milano sono per lo più Siriani ed Eritrei, questi ultimi in forte aumento da inizio anno con quasi 5.000 persone. Molti di loro hanno avuto bisogno di cure mediche e, in alcuni casi, anche di ricoveri d’urgenza negli ospedali, ma nonostante ciò la richiesta più volte fatta a Regione Lombardia di attivare un presidio medico sanitario è stata finora sempre respinta.“A fronte dell’incapacità del Governo di affrontare in modo significativo l’emergenza profughi creatasi in una città come la nostra dobbiamo fare tutti un salto di qualità sia nelle azioni sia nella proposte.”, spiega l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. “Per questo oggi, il mio collega Marco Granelli ed io e l’intera Amministrazione comunale – continua l’assessore Majorino – rinnoviamo l’appello ad Asl ad istituire un punto permanente in Stazione Centrale per la verifica delle condizioni di salute delle persone, proposta avanzata in questi mesi più volte anche dal Sindaco Pisapia e dai consiglieri regionali d’opposizione. A tale proposito mi auguro che il Presidente Maroni abbandoni i toni da stadio e aiuti concretamente di più la città di Milano. Il secondo appello lo rivolgiamo a Grandi Stazioni. Pensiamo infatti, noi per primi, che il ‘mezzanino’ della Stazione Centrale non sia un luogo adeguato per la gestione dei profughi – che lo ricordo – sono ‘in transito’, spesso mai identificati, cosa che noi non possiamo fare, e presenti in città per alcuni giorni. Sappiamo – aggiunge Majorino – che esistono ampi luoghi inutilizzati della stessa Stazione dove accoglienza, smistamento, organizzazione delle presenze in città potrebbero essere svolte più adeguatamente. E dunque, insieme al Terzo settore milanese, chiediamo che vengano immediatamente messi a disposizione della gestione dei profughi stessi. Ne guadagnerebbero tutti, anche i viaggiatori ‘tradizionali’, gli stessi che hanno tutto il diritto a ritrovare una situazione di maggiore normalità. Diciamo tutto ciò ricordando che finalmente, tra pochi giorni entro la fine della prossima settimana, l’ex Cie di via Corelli sarà ulteriormente potenziato e potrà farsi carico di maggiore assistenza e accoglienza”.

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