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Kazakistan, Alfano alle Camere: io e nessun altro ministro era informato

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Alfano“Non è mai stata presentata domanda d’asilo da parte della Shalabayeva”.  Di seguito il link del ministero dell’Interno con la relazione integrale del capo della Polizia.   http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/26/2013_07_16_relazione_sul_caso_Shalabayeva.pdf

Roma, 16 luglio – Alla fine l’unica testa a cadere, almeno per il momento, e’ quella di Giuseppe Procaccini, il capo gabinetto del ministro dell’Interno Angelino Alfano, che si è dimesso dopo le polemiche che hanno investito il suo ruolo nella gestione del caso Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, espulsa dal nostro Paese insieme alla figlia. Oggi, sul tavolo di Alfano e’ arrivata la relazione sulla vicenda del capo della Polizia, Alessandro Pansa. In seguito, il ministro ha riferito alla Camere.

”Sono qui a riferire di una vicenda di cui io e nessun altro ministro del governo è stato informato – ha detto – grave la mancata informativa al governo sull’intera vicenda, che fin dall’inizio presentava caratteri non ordinari. Dobbiamo lavorare perché non accada mai più”. E aggiunge: “In nessuna fase della vicenda i funzionari italiani hanno avuto informazione alcuna che Ablyazov fosse un rifugiato politico e non un latitante. Inoltre, non è mai stata presentata domanda d’asilo da parte della Shalabayeva”.

“Ho chiesto al capo della Polizia- specifica poi Alfano-  una riorganizzazione complessiva del Dipartimento della Polizia di Stato, a cominciare dal vertice del settore immigrazione”. E riferendosi alle dimissioni di Procaccini spiega:”Ho accettato le dimissioni del mio capo di gabinetto e proposto l’avvicendamento del capo della segreteria del dipartimento”.

Alfano, parlando in Aula, ha poi assicurato che “non è stata seguita per niente dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza la fase relativa all’espulsione della moglie del ricercato, a cui gli organi territoriali hanno attribuito un mero valore di ordinarietà burocratica, come si evince anche dal tipo di coinvolgimento della Prefettura di Roma che ha predisposto il provvedimento di espulsione, la cui richiesta è pervenuta ordinariamente via fax e senza sollecitazioni o particolari avvertimenti”.

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