Connect with us

Italia

Chiacchere di Carnevale

Published

on

Tempo di lettura: 2 minuti

Da un’antica ricetta di pasticceria napoletana

di Marina d’Angerio di Sant’Adjutore

 

12662616_1662715117350416_6227001080386333307_nNapoli, 10 febbraio –

INGREDIENTI:                    

Farina 300 gr./Burro 100 gr./ Uova 2/ Un pizzico di sale/ Zucchero 60 gr./ Vino Bianco (O LIQUORE) ½ bicchiere/ Olio /Zucchero a velo vanigliato

In un recipiente, adatto, montate con la frusta il bianco e il rosso di 2 uova, aggiungetevi  lo zucchero, il burro sciolto, il liquore che preferite, un pizzico di sale e poi la farina. Lavorate bene l’impasto sino a renderlo consistente ma non troppo sodo. Fatene una palla e mettetelo a riposare per 1 ora circa. Tagliatelo in pezzi uguali e con il mattarello stendete ogni pezzo in sfoglie di 2-3 millimetri  su una spianatoia. Successivamente tagliatele con la rotellina a nastri. Fate riscaldare una padella piena di olio e friggetele nell’olio bollente, poche alla volta. Appena dorate, adagiatele su una carta paglia per eliminare l’eccesso di grasso. Servitele cosparse di zucchero a velo vanigliato .

Buon Carnevale a tutti! Buon Appetito da Napoli (patria di cultura poesia e canzoni) per antonomasia la città dell’allegria festeggia con maschere e dolci. W NAPOLI!                                    

Nota bene  L’etimologia del termine “carnevale” risale al latino  carnem levare, espressione con cui nel Medioevo si indicava la prescrizione ecclesiastica di astenersi dal mangiare carne a partire dal primo giorno di Quaresima, vale a dire dal giorno successivo alla fine del carnevale, sino al “Giovedì Santo” prima della Pasqua. Nel calendario liturgico cattolico-romano si colloca necessariamente tra l’Epifania (6 gennaio) e la Quaresima. Le prime testimonianze documentarie del carnevale risalgono ad epoca medievale (sin dall’VIII sec. ca.) e parlano di una festa caratterizzata da uno sregolato godimento di cibi, bevande e piaceri sensuali. Per tutto il periodo si sovvertiva l’ordine sociale vigente e si scambiavano i ruoli soliti, nascondendo la vecchia identità dietro delle maschere. I festeggiamenti culminavano solitamente con il processo, la condanna, la lettura del testamento, la morte e il funerale di un fantoccio, capro espiatorio dei mali dell’anno passato. La fine violenta del fantoccio poneva termine al periodo degli sfrenati festeggiamenti e costituiva un augurio per il nuovo anno in corso. Nelle varie manifestazioni carnevalesche è possibile individuare un denominatore comune: la propiziazione e il rinnovamento della fecondità in particolare della terra, attraverso l’esorcismo della morte. Il periodo carnevalesco coincide con l’inizio dell’anno agricolo .                                                                     

Print Friendly, PDF & Email