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Stupro di gruppo, ok della Consulta alle pene alternative
La Corte Costituzionale boccia la norma del Codice Penale che prevede come unica opzione la reclusione.
Roma, 23 luglio – Niente custodia cautelare in carcere per il reato di violenza sessuale di gruppo se il caso concreto consente di applicare misure alternative. E’ quanto stabilito dalla Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 275, comma 3, terzo periodo, del Codice di procedura penale.
Il passaggio in questione stabilisce infatti che, in presenza di gravi indizi di colpevolezza per la violenza sessuale del branco, si applica unicamente la custodia cautelare in carcere. Ma per la Consulta proprio i gravi indizi di colpevolezza non rendono automatica la custodia in carcere. La decisione segue quanto già stabilito in relazione ad altri reati, tra cui il traffico di stupefacenti, l’omicidio, e delitti a sfondo sessuale e in materia di immigrazione. Nella sentenza, inoltre, la Corte conferma la gravità del reato, da considerare tra quelli più “odiosi e riprovevoli”, si legge nelle motivazioni. Tuttavia, prosegue, la “più intensa lesione del bene della libertà sessuale, non offre un fondamento giustificativo costituzionalmente valido al regime cautelare speciale previsto dalla norma censurata”.