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Attualità

Simbologia dei colori, dalla politica al marketing politico

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I colori comunicano, così che la simbologia dei colori si intreccia con la politica da molto tempo

di Alexander Virgili

I colori comunicano, così che la simbologia dei colori si intreccia con la politica da molto tempo, anzi da molti secoli se si risale alle bandiere e stendardi e agli usi medievali degli stemmi e dei colori araldici.  La scelta attenta di dati colori ha sempre caratterizzato il potere, sia esso statale, di grandi o piccoli gruppi, di partiti, o familiare, per le Case Reali e nobiliari.    Nel tempo il colore è diventato simbolo stesso di una fazione, o sinonimo dei suoi appartenenti: neri, rossi, verdi, nell’arena politica corrispondono a posizioni, ideologie, interessi diversi.  Quando la politica dai salotti aristocratici e dai circoli ristretti, dove simboli e colori erano usati ma in modo non troppo appariscente, è scesa in piazza con la rivoluzione francese e poi nel Novecento ha coinvolto le masse, i colori diventano caratteristica evidente, quasi come una uniforme.  

Così gli stessi libri di storia descrivono scontri o adunate di “camicie brune”, di “bandiere rosse”, di “camicie nere”, emulando le ottocentesche camicie rosse garibaldine, sino alla bandiera arcobaleno, simbolo del movimento lgbtq+ che, ancora una volta, tende a identificarsi per dei colori.  Proprio nel Novecento, con il trionfo delle immagini e della comunicazione di massa, i colori hanno evidenziato i simboli attraverso i quali rappresentare o demonizzare le identità politiche. Quel linguaggio è divenuto parte essenziale di ogni azione mirata ad influenzare l’opinione pubblica, a costruire quote di consenso -anche elettorale-, a vendere qualcosa.  I significati originari o storicamente prevalenti di alcuni colori, quali il nero che si associava al clero cattolico e poi al fascismo, il rosso ai movimenti socialisti e comunisti, il blu a movimenti conservatori, sono ancora prevalenti in alcune aree del mondo, ma non in modo omogeneo, ad esempio sono invertite negli Stati Uniti dove il rosso è il colore dei conservatori repubblicani ed il blu quello dei democratici.  Assieme al rosso, che ha ascendenze nella rivoluzione francese, il verde è tra i pochi colori che, con vasta diffusione nel mondo, si associa ai gruppi politici ambientalisti. 

In Italia il verde in realtà oltre che al movimento ambientalista è stato comune ai Repubblicani, al movimento Giustizia e Libertà ed in ultimo alla Lega Nord. Nell’Est europeo il verde è stato associato ai movimenti di destra parafascisti.  Ma oramai, da diversi anni, tali classificazioni tendono ad essere superate dal marketing e dalla psico-sociologia dei colori, per cui movimenti politici che dovrebbero usare un colore ne usano uno diverso in una parte delle proprie comunicazioni perché ritenuto più appropriato al contenuto o più efficace per i destinatari che si vogliono raggiungere.  

La politica dei colori ideologici e dei riferimenti storici ha oramai lasciato il passo al marketing ed alle tecniche di persuasione nella maggior parte dei Paesi, anche per la netta prevalenza dell’immagine nella comunicazione.  Entrano quindi in gioco altri fattori, quali le emozioni che, come sottolineava Picasso, si associano e determinano sempre colori diversi. Nel marketing la stimolazione visiva è di fondamentale importanza in quanto il destinatario è oramai sempre più orientato alla piacevolezza estetica nelle sue decisioni di scelta, specialmente nei consumi. Infatti si desidera accomunare alla funzionalità del prodotto che si acquista la sua gradevolezza in termini estetici, per disegno, confezionamento, stile e colore.  

Gli esperti di marketing, consapevoli di tali aspetti, hanno valorizzato la vista nelle varie forme di comunicazione e pubblicità (advertising), per influenzare le scelte del pubblico obiettivo (target) riguardo un dato bene di consumo o modello di comportamento e scelta politica.  In effetti si è trattato di utilizzare una tendenza, già in atto, quella al prevalere delle immagini sui testi, dell’apparire sull’essere, avrebbe detto Pirandello, dei mass media che hanno portato l’immagine alla diffusione totale. La comunicazione non verbale, non scritta diremmo, prevale nettamente.

L’utilizzo del colore aumenta dell’80% il riconoscimento del brand, ma la percezione dei colori è anche legata alle esperienze individuali ed alle mode culturali prevalenti, per cui associamo certi colori a certi significati, ed il nostro corpo reagisce, quando la mente è stimolata visivamente. Fa parte di quella comunicazione subliminale della quale periodicamente si parla: cinema, pubblicità, politica, web marketing ne fanno ovviamente uso sfruttando il significato che ogni specie di colorazione riesce a dare al nostro inconscio.  Ecco allora che la comunicazione politica deve selezionare attentamente colori e disegni, i candidati non devono indossare abiti di un certo colore, l’immagine complessiva deve armonizzarsi, non prevale il candidato con le idee migliori ma quello più fotogenico e che rende bene nei video, che “attira”. 

La costruzione di un’immagine personale armoniosa ed efficace una volta era principalmente in relazione alla valorizzazione della persona per riuscire a catturare l’attenzione degli interlocutori, ora è anche usata per rafforzare la strategia di comunicazione e costruire al meglio il proprio personal branding. Un elemento importante che va tenuto in considerazione è il genere del pubblico che dovrà vederlo: diversi studi hanno dimostrato come uomini e donne abbiano diverse preferenze di colore, così come giovani ed anziani. Con la diffusione dell’ideologia femminista e del relativo movimento sociale, la rincorsa ai colori preferiti dalle donne, o comunque anche dalle donne, è diventata fondamentale per coinvolgere quella quota di elettorato, o di consumatrici.  Altrettanto per le fasce d’età.  Ogni evento o moda culturale e sociale sono scrutati per valutare le strategie migliori di selezione dei colori, nelle varie tonalità e accoppiamenti.

Gli elettori sono diventati un obiettivo da raggiungere e coinvolgere per vendere una proposta o un oggetto qualcosa, anche la stessa proposta degli avversari, ma in modalità diversa. Se i colori caldi e luminosi trasmettono energia e sensazioni positive e attirano l’attenzione; quelli caldi e scuri danno una sensazione di solidità e serietà, di calore e di eleganza; invece i colori freddi: quelli chiari (come azzurro o lavanda) trasmettono freschezza e serenità, quelli scuri (come blu o viola) danno una sensazione di calma, sicurezza e stabilità, non sarà molto importante la storia e tradizione politica, andranno usati per essere più efficaci nella comunicazione. Sperando ci sia qualcosa di importante e valido da comunicare.

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