Italia
Sforzinda, bambini a scuola di cibo con Leonardo da Vinci
Cappelli: “Un viaggio curioso e divertente attraverso le opere d’arte del Castello e la vita di Leonardo”
Milano, 12 marzo – I bambini si preparano ad Expo 2015 con un viaggio nella storia del cibo italiano e lombardo attraverso le opere d’arte esposte al Castello seguendo le avventure di un personaggio speciale, un grande genio dell’arte e delle scienze, un precursore eccezionale in molti campi, tra cui, chi lo avrebbe mai detto, anche nella cucina: Leonardo Da Vinci è stato un cuoco innovatore, che ha inventato diverse cosa anche in cucina, come, per esempio, il primo frullatore e una macchina per fare gli spaghetti. “In vista di Expo 2015 – ha spiegato l’assessore all’Educazione e istruzione Francesco Cappelli – Sforzinda, la sezione didattica del Comune di Milano, che all’interno del Castello Sforzesco realizza attività didattiche per i bambini, propone alle scuole il nuovo percorso ‘Arte e sapori al Castello’, dedicato al cibo, che in modo curioso e intelligente, racconta ai bambini la storia della nostra cultura alimentare e culinaria attraverso la scoperta delle opere d’arte e la vita di Leonardo Da Vinci. Il percorso, partito a gennaio, con modalità differenti a seconda dell’età, si rivolge ai bambini delle scuole d’infanzia e primarie e ai ragazzi delle secondarie di primo grado”. Il percorso inizia con la scoperta degli odori e dei sapori degli aromi dell’orto. I bambini restano da subito incantati dalla storia di Leonardo Da Vinci. Infatti, fin da piccolo egli si cimenta in cucina stimolato dal padre adottivo, che era un anziano pasticciere. Si tramanda che fosse un bambino cicciottello, goloso e molto curioso. Negli anni in cui lavorava nella bottega dal Verrocchio a Firenze, per mantenersi e comprare il materiale per dipingere, Leonardo faceva il cameriere in un’osteria sul Ponte Vecchio. Ad un certo punto, nel ristorante viene a mancare lo chef e lui viene promosso capo cuoco. Leonardo era quasi vegetariano e fu una sorte di precursore della nouvelle cuisine: la sua cucina, come dimostrano i documenti storici, era piuttosto ricercata, alternativa e di grande sperimentazione. Purtroppo non era sempre apprezzata. I suoi piatti hanno nomi buffi: ‘un involtino di acciuga in cima ad una rondella di rapa scolpita a mo’ di rana’, ‘una carota bellamente
intagliata’, ‘due mezzi cetrioli su una foglia di lattuga’, ‘una zampa di rana su una foglia di tarassaco’. Questi manicaretti non vengono molto amati dai clienti fiorentini e Leonardo viene mandato via dal ristorante. Ma il nostro non si dà per vinto e anzi rilancia: con il suo amico Botticelli, conosciuto sempre nella bottega del Verrocchio, apre una nuova trattoria: ‘Le tre rane di Sandro e Leonardo’. Ma anche qui i loro piatti non riscuotono successo e il locale chiude. A Milano, invece, la sua creatività culinaria riscuote interesse, tant’è che Ludovico il Moro gli chiede di organizzare dei banchetti al Castello Sforzesco.
Nel ‘Codice Romanov’ Leonardo scrive un lungo elenco di regole molto divertenti su come bisogna comportarsi a tavola: non mettere i piedi a tavola, non sedere in braccio ad altri ospiti, non sedersi sul tavolo, non posare la testa sul piatto, non prendere il cibo dal piatto del vicino senza avergli chiesto il permesso, non leccare il vicino, etc…
La visita tra le opere esposte nel museo del Castello Sforzesco inizia dalla sala della Balla, dove sono esposti i 12 arazzi dell’anno, uno per ogni mese. L’attenzione dei bambini, guidati delle educatrici di Sforzinda, si sofferma sull’arazzo di dicembre che rappresenta la festa del maiale, un rito importante della cultura lombarda. Ai bambini viene spiegato che nella nostra tradizione culinaria il maiale è considerato una risorsa molto importante con la quale si preparano molti piatti, tra cui anche i dolci.
Si prosegue, poi, ad ammirare i quadri di Simone del Tintore, le sue bellissime nature morte con vegetali, fiori e frutti.
Il giro tra le sale si conclude davanti ad un’opera di Francesco Londonio, nella quale viene rappresentata l’immagine di un contadino con la zucca, che ai tempi, una volta svuotata, veniva utilizzata come borraccia per dissetarsi durante il lavoro nei campi. Sforzinda propone alle scuole numerosi percorsi su diversi temi. Aumentano ogni anno le scuole che, grazie a Sforzinda, visitano il Castello Sforzesco: negli ultimi due anni c’è stato un incremento di circa 1.700 bambini. Nel 2014 hanno partecipato ai percorsi guidati dalle educatrici di Sforzinda 5.400 bambini e ragazzi, di cui 2.300 provenienti dalla scuola dell’infanzia,1.600 alunni della scuola primaria e altri 1.500 della scuola secondaria di primo grado.
Su 5.400 piccoli visitatori sono 4.135 quelli provenienti da Milano e hinterland, mentre oltre 1.000 sono giunti dal resto della Lombardia. Un centinaio di ragazzini sono arrivati anche da Reggio Emilia e da Lugano.