Diritti umani
Senza tetto e nuovi poveri in emergenza freddo e Covid. L’impegno della Comunità di Sant’Egidio

Una Comunità sempre più attenta alle esigenze dei bisognosi che, nel tempo, sono mutate, anche in considerazione di quel che si verifica. Ad esempio, l’attuale emergenza Covid.
di Damiana Cicconetti
Il problema della povertà e della mancanza di cibo è sempre più dilagante, in ogni parte del mondo, anche a causa dell’attuale pandemia, che ha inevitabilmente cagionato un esorbitante aumento di “nuovi poveri”, i quali sono finiti a vivere in strada, privati di tutto, finanche della dignità, a seguito della perdita del lavoro.
Perciò, è sempre più frequente, anche in grandi città come Roma, vedere persone che frugano all’interno dei cassonetti dell’immondizia per cercare cibo con cui potersi sfamare.
Senza dimenticare che l’inverno è oltremodo difficile da superare se non si ha una casa o un alloggio in cui potersi riparare. Non pochi, in effetti, sono coloro che muoiono di stenti, viste le temperature rigide a cui è impossibile sopravvivere.
Dare da mangiare agli affamati ed ai senza tetto sono valori molto antichi, presenti in tutte le culture, perché hanno un legame diretto con la vita, al di là della religione professata, sia essa cristiana come pure ebraica o musulmana.
Del resto, chi ha fame è colui che interroga la coscienza di tutti, laici e credenti: la sua urgente richiesta non si può rinviare, perché l’affamato non può né merita di aspettare, come pure chi non ha un tetto né un giaciglio in cui trovare riparo.
Ed è proprio questa coscienza a rappresentare il cuore della cultura della solidarietà che ha comportato la creazione di non poche iniziative atte a soddisfare le necessità primarie dei bisognosi ad opera della Comunità di Sant’Egidio, nata a Roma nell’anno 1968 e che, da allora, si è diffusa in più di 70 Paesi nei diversi continenti del mondo, quali Africa, Asia ed America-Latina.
Una Comunità sempre più attenta alle esigenze dei bisognosi che, nel tempo, sono mutate, anche in considerazione di quel che si verifica. Ad esempio, l’attuale emergenza Covid.
A Roma, soprattutto in questi giorni di freddo, i volontari di Sant’Egidio escono per portare pasti caldi, indumenti e coperte a chi si trova in strada, tentando al contempo di colmare l’isolamento e ricreare legami di affetto e di solidarietà.
Perché quando le strutture sono piene – o, peggio ancora, inesistenti – questo è l’unico modo per assistere e proteggere la vita di chi non possiede nulla e non ricorda neppure il suo nome.
Di certo, c’è bisogno di creare anche posti caldi, dove chi non ha casa può trovare rifugio ed accoglienza, quali mense, centri di aiuto, case e luoghi di accoglienza notturna. Persino chiese.
A Roma, pertanto, sono sorte numerose Mense e Caritas che offrono pasti caldi, letti, vestiario ed atro ancora a chiunque ne abbia necessità: senza tetto, bambini di strada, anziani, poveri, malati, finanche carcerati.
Del resto, chi ha fame non ha solo bisogno di un pasto caldo, ma ha fame soprattutto di calore umano, che la società gli nega.
Per questo nella mensa di Via Dandolo gli ospiti sono accolti sempre con il sorriso, oltre ad essere chiamati per nome, visto che, purtroppo, sono costretti ad abituarsi addirittura alla privazione della stessa identità.
E addirittura in questi due ultimi anni, caratterizzati dalla presenza del Covid, in Via Dandolo hanno sempre continuato ad essere serviti pasti caldi, seppur con entrate contingentate.
Anzi, in ogni mensa è sempre stato messo a disposizione dei presenti non solo cibo ma, prima ancora, rispetto e cordialità, seppur in presenza della pandemia.
L’attenzione alla dignità ed alla personalità si è continuata ad esprimere nella cura dell’ambiente e nell’atteggiamento cortese dei volontari che servono a tavola.
E non vi è dubbio che particolare attenzione viene ancor oggi prestata allo stesso cibo servito, tenendo conto delle abitudini alimentari degli ospiti, nel rispetto della loro tradizione religiosa. Così, in considerazione della presenza di musulmani, non viene servita carne di maiale, né si beve vino.
E, ad onore del vero, i Servizi Offerti dalla Comunità di S. Egidio sono numerosi: tutti offerti da volontari che a titolo gratuito offrono il loro tempo libero per aiutare ogni persona in difficoltà.
Vi sono quindi i Centri di Accoglienza della Comunità, che costituiscono un complesso di iniziative organizzate per venire incontro ai bisogni delle persone in difficoltà.
Vi sono poi i Centri di Informazione e Consulenza, dove viene assicurato sostegno ed accompagnamento per orientarsi nella rete dei servizi pubblici e privati.
Vi sono inoltre i Centri di Distribuzione dei Generi Alimentari, perché il problema della carenza alimentare non riguarda più i soli senza-tetto, ma numerose persone che, a causa dei redditi scarsi o inesistenti, vivono in condizioni di povertà e, dunque, conseguente malnutrizione. Per questo si distribuiscono generi alimentari e di prima necessità, oltre ai senza tetto, agli stessi italiani, famiglie con bambini, anziani e malati in difficoltà.
Vi sono anche i Centri di Distribuzione del Vestiario, perché i senza tetto devono poter avere cura della loro persona e della loro igiene personale, anche attraverso la messa a disposizione di abiti, scarpe e biancheria pulita, consona alla stagione e alle temperature, rigide d’inverno ma particolarmente calde in estate.
Vi sono altresì i Centri per Doccia, Lavanderia e Parrucchiere, messi a disposizione di tutti coloro che, non avendo una casa, sono impossibilitati a lavarsi ed alla pulizia e/o al cambio di abiti, oltre a tenere in ordine i loro capelli.
Senza dimenticate i Centri e gli Ambulatori Medici, dove, oltre alle visite, è possibile ricevere medicinali e presidi sanitari vari.
Vi è finanche il Centro che si occupa della Residenza Anagrafica, perché le persone senza dimora perdono la possibilità di usufruire dei servizi pubblici, sociali e sanitari, a causa della mancanza dell’abitazione. Quindi, perdono la residenza e persino i documenti di identità. E, inevitabilmente, questa condizione di “morte anagrafica” comporta la perdita degli stessi diritti di cittadinanza.
Vi è infine il Servizio di Recapito Postale, perché per chi è senza casa, lontano dai propri cari, ricevere loro notizie e la loro posta è l’unico mezzo per mantenersi in contatto.
Da ultimo vi sono le Case di Accoglienza, quali case famiglia, appartamenti protetti e centri notturni, presso cui trascorrere le notti ma non solo, perché si tratta di strutture in cui si ha la possibilità di poter ricominciare a vivere.
Sostenere tante e tali attività è davvero semplice e, invero, urgente, visto il freddo di questi giorni e la nuova ondata di contagi che ha investito il nostro Paese ma non solo.
È sufficiente telefonare allo 06/4292929, per divenire volontario; oppure effettuare una piccola donazione, per l’acquisto di coperte, pasti e giorni di accoglienza presso strutture private dove poter alloggiare i nostri amici senza dimora in questo periodo particolarmente critico, ovvero fornendo un piccolo contributo ad emergenzafreddosantegidio.org
photo credit: www.santegidio.org