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Salvini vuole aiutare Asia Bibi a fuggire dal Pakistan

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«È inammissibile che nel 2018 qualcuno possa rischiare di morire perché accusata di blasfemia».

di Vito Nicola Lacerenza

Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini sta valutando se accogliere la richiesta di aiuto rivolta allo Stato Italiano da Ashiq Masich, il marito di Asia Bibi. La donna pakistana di religione cattolica che rischia di essere uccisa dai suoi connazionali perché sospettata di aver insultato, nel 2009, il profeta islamico Maometto. Per i fedeli musulmani Asia Bibi è “una blasfema” e “merita di essere impiccata”. «È inammissibile che nel 2018 qualcuno possa rischiare di morie per l’accusa di blasfemia»- ha detto Salvini, il quale ha promesso di fare “tutto il possibile” per permettere ad Asia Bibi e ai sui cari di lasciare il Pakistan. I familiari della donna sono nascosti in un luogo sicuro per impedire che siano assassinati. Nel Paese la blasfemia costituisce reato, punibile con la pena di morte. Inoltre, per la quasi totalità dei pakistani, mancare di rispetto all’islam rappresenta un atto di gravità inaudita. Molti giovani sono stati uccisi dai loro padri perché sospettati di aver offeso la fede musulmana. Anche Asia Bibi sarebbe stata giustiziata dalla corte per lo stesso motivo, se il suo avvocato non avesse dimostrato la sua innocenza al giudice, che l’ha assolta. Sia il legale che il magistrato sono stati oggetto di minacce di morte. Il primo è fuggito in Olanda mentre l’altro è ancora in Pakistan. Asia Bibi invece, nonostante l’assoluzione, è ritornata in carcere. Le autorità ritengono che al momento sia l’unico luogo sicuro per lei, in attesa che il governo le conceda l’autorizzazione all’espatrio.

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