Cinema & Teatro
Salvatore De Chiara e il mondo del fantasy
A San Giorgio a Cremano, città natale del compianto attore Massimo Troisi, si tiene Fantasy Day Film Festival ed ecco cosa ci racconta il fondatore, Salvatore De Chiara.
Di Francesca Rossetti
Napoli è la patria del teatro e della musica, e da oltre 20 anni anche del piccolo schermo grazie alla seguitissima soap opera di grande successo “Un Posto al Sole” ideata da Giovanni Minoli. Poco distante, a San Giorgio a Cremano, città natale del compianto attore Massimo Troisi, si tiene invece Fantasy Day Film Festival ed ecco cosa ci racconta il fondatore, Salvatore De Chiara.
Chi è Salvatore De Chiara e come nasce la passione per l’audiovisivo?
Amo definirmi un mercante di storie. Alla fine è questo che fa uno che si occupa di regia e scrittura. L’amore per il cinema nasce da piccolo, divorando film attraverso la tv e le videocassette. Verso i nove anni capii che volevo seguire il percorso della regia cinematografica.
Di che cosa tratta il Fantasy Day Film Festival e a chi si rivolge?
Il Fantasy Day Film Festival nasce dall’incontro con Maria Germano e Giuseppe Buonaguro, menti magnifiche dietro al successo dell’Associazione Altanur e del Fantasy Day, una preziosa manifestazione culturale con base a San Giorgio a Cremano capace di attirare a sé un largo numero di appassionati e professionisti del fantasy tout court. Quest’anno abbiamo deciso di estendere i confini verso il mondo audiovisivo con un festival cinematografico, rivolto ovviamente a chi ama il cinema, chi vuole intraprendere una carriera nel settore e a tutti coloro che vogliono contribuire a rendere la Campania un centro culturale del fantasy.
Fumetti e supereroi: messaggi per il lettore
Quello dei fumetti è un universo così complesso che è difficile da riassumere in poche righe. Chiaro però che il contesto dei supereroi affonda le sue radici in mitologie e archetipi vecchi secoli e per questo ancora ingranaggi perfetti. Immergersi nelle letture di un mondo di carta e balloon è come ogni volta che si vede un film, si ascolta una canzone o si apre un libro. È una finestra su un altro mondo in cui essere abili nel carpirne eventuali messaggi, e soprattutto abbandonarsi alla scintilla di una narrazione che, complice la fantasia, può viaggiare a cavallo dell’iperbole.
Di che cosa parlano i cortometraggi da te realizzati, il documentario “’Na Wave” ed il romanzo “Pandemonium”?
Non seguo un tema unico. Seguo una storia che nasce da uno spunto, ne capisco le potenzialità e capisco se ne vale la pena portarla avanti, oltre a capire qual è il mezzo migliore col quale farla crescere. Il margine, Giulia, La stanza di Dracula, sono tutti diversi eppure fondamentali per la mia formazione autoriale, specie per la varietà delle storie trattate.
‘Na Wave è un viaggio nella musica emergente partenopea, ma allo stesso tempo uno sguardo sincero su molti temi riguardanti la città di Napoli. E con piacere noto che a distanza di qualche anno dalla sua realizzazione, molti degli argomenti discussi sono ancora attuali, nel bene e nel male.
Invece Pandemonium, il mio romanzo d’esordio, è un racconto di formazione basato su un anno di vita di un aspirante musicista. Un grido di rivendicazione alla creatività affrontato con cinismo e, si spera, credibilità.
Come nasce la collaborazione con l’associazione Fantasie d’Epoca e quali rievocazioni storiche vengono organizzate?
L’intesa con l’associazione e i suoi responsabili, i coniugi Esposito – Flaminio con la loro figlia Angela, è nata dopo la realizzazione di una replica di un corto teatrale che scrissi e rappresentai presso il Museo Nazionale di Pietrarsa, incentrato sulla nascita della prima linea ferroviaria d’Italia ad opera dell’ingegnere francese Bayard e costruita a Napoli. In cerca di un autore, mi hanno coinvolto per la realizzazione di rievocazioni storiche teatralizzate. La prima opera è stata I colori della regina, incentrata sul rito della vestizione delle nobili borboniche. L’intento è di educare sui costumi dei periodi storici del passato partenopeo e non solo, attraverso lo sguardo coinvolgente di uno spettacolo teatrale. Un progetto che per il momento vede altri spunti in cantiere.
Chi è Mario Paciolla protagonista del tuo documentario “Come fuoco”?
Mario era un operatore di pace morto in circostanze misteriose nel 2020 in Colombia, dove svolgeva la sua professione. La sua storia è molto celebre, ma il rischio è che l’interesse sulla sua faccenda possa affievolirsi, avvalorando un’ipotesi di suicidio che sta stretta ai suoi coraggiosi genitori che lottano da più di due anni per fare chiarezza sulla sua morte.
A contribuire alla causa ci sono anche Valerio Bruner, musicista e amico universitario di Mario, e Alessandro Liccardo, suo produttore e co-autore, i quali mi hanno coinvolto in un progetto documentaristico per raccogliere le testimonianze di chi ha conosciuto Paciolla e aumentare l’interesse del pubblico a riguardo.
Come fuoco è più di un film, è un’urgenza e un faro per seguire la strada della giustizia.
Prossimi eventi
Sabato 28 gennaio, presso l’Asilo Filangieri nel cuore di Napoli, a partire dalle 19:00 ci sarà un nuovo evento in cui verrà proiettato Come fuoco, per diffondere il verbo e la ricerca di verità.
E, ovviamente, dal 9 all’11 giugno si svolgerà il Fantasy Day Film Festival presso la storica Villa Bruno di San Giorgio a Cremano insieme al Fantasy Day di cui ne è un prolungamento.
Per rimanere aggiornati sulle future iniziative e progetti di cui mi occupo, e per il quale vi ringrazio nel caso fossero di vostro interesse, potete seguire la mia pagina Facebook al seguente indirizzo: https://www.facebook.com/DeChiaraSalvatore/
Grazie ancora!