Arte & Cultura
Roma, un ‘Pomeriggio in Versi e Musica’

Presso la sede romana dell’Università eCampus in Via Matera 18, giovedì 26 marzo alle ore 17,30 un reading poetico dedicato all’arrivo della primavera
Roma, 22 marzo – Un “Pomeriggio in Versi e Musica” per celebrare l’arrivo della primavera sulla scia della Giornata Mondiale della Poesia in programma il prossimo 21 marzo. Si terrà giovedì 26 marzo 2015 a partire dalle ore 17.30 presso la sede romana dell’Università eCampus in Via Matera 18 (Metro Re di Roma, Complesso Santa Dorotea, IV piano). I versi, alcuni dei quali verranno letti dall’attore Luca Martella, sono quelli di due straordinari poeti contemporanei, Ivana Uras – insegnante romana e dirigente del prestigioso liceo scientifico Newton – e Aldo Onorati, tra i più apprezzati e significativi interpreti della scena letteraria italiana Novecentesca e Post Novecentesca, mentre la musica sarà affidata al talento della flautista Arianna Olivi e del violoncellista Simone Chiominto. Un evento unico che conferma l’impegno profuso dall’ateneo nella promozione a 360° della cultura con la “C” maiuscola. Gli autori presenteranno rispettivamente la raccolta di liriche “In punta di cuore”, e l’antologia “Il Mistero e la clessidra”, quest’ultima a cura dello scrittore Marco Onofrio che sarà presente e dialogherà con i protagonisti, cercando di restituire intatto il pathos del loro stile e le suggestioni del loro sentire. L’universo che Ivana Uras tratteggia è uno spazio a misura di donna. Le sue parole, limpide, morbide ed efficaci, squarciano il velo d’indifferenza che nel corso dei secoli ha avvolto la figura femminile e che in parte ancora la offusca: le Donne di Ivana Uras, “binario stabilito di dono e virtù” si muovono in punta di piedi – o meglio in punta di cuore – in un mondo che per accettarle si è arrogato il diritto di cambiarle e che per liberarle ha preteso quale tributo nuove e più subdole catene. Angeli del focolare perduti cui l’ansia e la necessità di riscatto hanno regalato il volto di moderne amazzoni in tailleur. Ma a che prezzo? Sottomesse mai, eppure schiave della routine, della carriera, di uomini svirilizzati che le temono e le ignorano gettandosi alle spalle “squarci essenziali di vita”. Il matrimonio diventa una comoda convivenza tra estranei dove non c’è spazio per la complicità, ma solo per lo sterile “Amiamoci senza Amarci” e “Amarci senza Amiamoci” proprio della quotidianità e dell’abitudine. Una favola che attende invano il lieto fine, diario di bordo in perenne aggiornamento destinato purtroppo a naufragare in un “pianto intimo, disperato e solo”. L’antologia “Il mistero e la clessidra”, invece, svela il volto inedito di Aldo Onorati, noto al grande pubblico per la sua prolifica attività di romanziere. “Lettera al padre”, “La saga degli Ominidi”, “La speranza e la tenebra”, sono tuttora considerate opere di straordinario impatto emotivo, indimenticate e indimenticabili. Qui tuttavia è la sua vena poetica a emergere con forza rivelandone l’animo intimo e segreto. I componimenti scelti da Marco Onofrio abbracciano un arco temporale che va dal 1958 al 2004 e affrontano tematiche molteplici e attuali quali la vita, la morte, l’illusione e gli affetti, in primis quella madre adorata che attraverso l’urlo lancinante del parto s’immolò sull’altare dell’amore pagando a Dio il suo tributo di sangue e dolore. Un’iniezione di nostalgia e consapevolezza che nell’amara presa di coscienza della caducità umana tende all’eterno mediante l’esaltazione del Carpe Diem. “è questa consapevolezza profonda – ha affermato Onofrio nella prefazione al libro – umile, mai saccente, il dono ultimo che il poeta ci offre nel suo percorso attraverso gli anni, come frutto di un’esistenza autentica e sanguigna, sempre a contatto con le radici, condensata in una parola che è lievito organico, compiuta sintesi tra istinto e ragione, vita e forma, libero slancio e sorvegliata capacità del limite”. E l’Insonnia con cui esordisce il volume, il “tic-tac inesorabile” che tortura monotono ci ricorda come in fondo “tutto sarà stato un attimo nell’interminabile nulla”.