Diritti umani
Roma, quel Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza che arriva fuori tempo massimo

Intervista a Serenella Pesarin, psicologa e già dirigente ministeriale per i Provvedimenti della Giustizia Minorile, oggi impegnata nella Consulta Infanzia e Adolescenza da lei coordinata e che rientra nell’organizzazione Consulte di Roma Capitale volute dal Sen. Maurizio Gasparri(FI)
E’ di qualche giorno fa il bando con scadenza 19 marzo utile alla nomina, da parte della giunta capitolina presieduta dalla sindaca Virginia Raggi, del Garante Infanzia e Adolescenza della città di Roma Capitale. Solo un anno fa l’Assemblea Capitolina aveva approvato la proposta di deliberazione della Giunta sul regolamento del Garante di Roma Capitale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Ma si è dovuto aspettare un anno ancora per arrivare ad un traguardo che appare più come la necessità di colmare una casella politica, piuttosto che il bisogno di realizzare una ‘Visione politica’ della Capitale, mettendo al primo posto coloro che ne hanno pieno diritto: i minori.
In effetti la nomina di questa figura era attesa da anni. L’istituzione di un garante nominato dal Sindaco è infatti prevista dallo Statuto di Roma Capitale, in linea con la Convenzione ONU dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e in particolare per la promozione del diritto alla salute, alla socializzazione, alla partecipazione, al gioco, allo studio e alla formazione nella famiglia, nella scuola e nelle realtà sociali dove si sviluppa la personalità.
Su questo argomento così delicato abbiamo voluto sentire la dott.ssa Serenella Pesarin, psicologa e già dirigente ministeriale per i Provvedimenti della Giustizia Minorile, oggi impegnata nella Consulta Infanzia e Adolescenza da lei coordinata e che rientra nell’organizzazione consulte di Roma Capitale volute dal Sen. Maurizio Gasparri(FI).
Dott.ssa Pesarin, il bando per la nomina del Garante Infanzia e Adolescenza arriva a pochi mesi dalle elezioni amministrative che cambieranno presumibilmente i soggetti politici che governano Roma Capitale. Come mai fino ad oggi in cinque anni di governo non si è mai data attenzione ad una questione così delicata e socialmente utile?
C’è un vecchio proverbio che recita meglio tardi che mai che potrebbe essere calzante sull’avviso del bando emanato dalla Giunta Raggi per la nomina del garante dell’Infanzia e l’Adolescenza. Ma purtroppo in questo caso mi sento di smentire il proverbio, e me ne dispiace perché i proverbi racchiudono una saggezza popolare che questa volta viene smentita dai fatti. Il Garante dell’Infanzia e l’Adolescenza è figura fondamentale per la titolarità di ruolo nella tutela dei diritti umani e di tutti quei diritti sanciti dalla Convenzione di New York, ed è paradossale che a scadenza dell’attuale consigliatura ci si sia accorti di dover fare questa nomina, con un bando che ancorché voler effettuare tale nomina per garantire quello che il mandato definisce come il ruolo del garante dell’infanzia, sembrerebbe piuttosto tesa a garantire un posizionamento di riferimenti anche quando l’attuale consigliatura sarà finita. Ed è con grande dolore che dico questo perché l’infanzia e l’adolescenza rappresentano il primo percorso di un cucciolo d’uomo e rappresentano anche quello che sarà il futuro della nostra umanità.
Cosa ha determinato in questi anni di governo della città da parte della Giunta Raggi, l’assenza di una figura così determinante all’interno dell’organizzazione sociale di Roma?
Andando ad una verifica delle attività svolte dal comune di Roma si resta sorpresi perché nonostante le normative in materia, la riforma del titolo V, la legge 328, la possibilità di una legge regionale, tutto il piano di zona è frammentato con una logica che non ha niente a che vedere con le politiche sociali, una logica assistenziale con i buoni casa, piccole attività di assistenza domiciliare, portare i bambini, i diversamente abili con i pulmini a scuola.
Ma non c’è un progetto olistico e noi sappiamo e le neuroscienze ci dimostrano, che c’è un’eredità genetica prima ancora dell’esperienza intrauterina e che il bambino assorbe tutto dall’ambiente circostante prima che nasca dal grembo della madre. Sono proprio le voci, le prime esperienze, l’ambiente che ci circonda a formare il percorso futuro del nascituro nel bene e nel male.
Nel mese di gennaio 2020 l’Assemblea Capitolina aveva approvato la proposta di deliberazione della Giunta sul regolamento del Garante di Roma Capitale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Ma poi l’arrivo della pandemia da covid19 invece di accelerare sulla nomina del Garante si blocca e aspetta un altro anno….
In effetti la Giunta Raggi avrebbe dovuto concludere questa nomina almeno a inizio pandemia perchè sappiamo perfettamente che chi sta pagando un costo altissimo sono i bambini, gli adolescenti e i giovani. Quando ci si meraviglia di quei loro appuntamenti e che poi scaricano l’aggressività tra di loro probabilmente non ci si sofferma sulla sofferenza che stanno vivendo. L’ospedale Bambino Gesù ha lanciato un grido d’allarme, sono aumentati notevolmente i tentativi di suicidio, sono aumentati i casi di autolesionismo, per non parlare della violenza in famiglia perché è evidente che ritrovarsi tra quattro mura in tante persone con una didattica a distanza, crea tensione. Perché non tutti sono così benestanti da avere ampi spazi in casa e computer in abbondanza, e perché le connessioni spesso non funzionano. A tutto questo serviva il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, doveva essere una priorità della politica e non il fanalino di coda. Noi stiamo perdendo davvero quello che è il nostro futuro, sono ferite che bambini e adolescenti si porteranno lungo il loro percorso di vita.
Bisognava accorgersi prima della necessità di questo bando, e soprattutto della necessità di una vera politica del sociale, rispondere ai bisogni attuali pensando al futuro di quelli che verranno, quindi i bambini e gli adolescenti.
Come? Con la Consulta Infanzia e Adolescenza avete individuato soluzioni?
Il lavoro realizzato dalla Consulta è corposo e vede la partecipazione di molti professionisti e professioniste del settore. Ma qualcosa si poteva davvero realizzare in tempi brevi, ad esempio si sarebbe potuta creare un’app in anonimato per denunciare violenze sui bambini, perchè l’aumento della violenza domestica che colpisce i minori è silente, i bambini a differenza degli adulti non possono denunciare. Si sarebbero potuti creare gruppi di aiuto in mutuo sostegno della genitorialità, tenendo presente che oltre i bambini sono le donne ad aver pagato e pagare costi altissimi in questo difficile periodo.
Senza dubbio il sociale accanto all’ambiente e all’economia è uno dei pilastri della rinascita di un territorio che metta al centro uno sviluppo sostenibile, ma se non restituiamo un sogno ai giovani ed una speranza per il futuro, allora Caino potrebbe prevalere su Abele.