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Arte & Cultura

Roma, “Non si uccidono cosi pure i cavalli?” apre la nuova stagione della Sala Umberto

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Un adattamento per il teatro scritto dal regista Giancarlo Fares del più noto film di Sidney Pollack degli inizi degli anni ’60. “Perché questa è la maratona della vita e non si smette mai di ballare ed ogni gioco ha le sue regole”, incalza il cinico presentatore, un eccellente Giuseppe Zeno, protagonista in scena nel testo teatrale di Fares

di Andrea Cavazzini

“Non si uccidono cosi pure i cavalli?” ha aperto la nuova stagione della Sala Umberto. Un adattamento per il teatro scritto dal regista Giancarlo Fares del più noto film di Sidney Pollack degli inizi degli anni ’60, con protagonista una giovane Jane Fonda.

Una spietata metafora della vita che viene utilizzata per raccontare una storia degli anni 30, periodo nel quale le maratone di ballo erano un genere di spettacolo che andava molto in voga tra i giovani. Coppie disperate alla ricerca della sopravvivenza, che in cambio di una vita migliore offerta da un premio in denaro e dalla possibilità di farsi notare da qualche produttore cinematografico o teatrale, ballano per giorni interi fino allo sfinimento. Un gioco al massacro che porta i partecipanti a ballare fino all’estremo dei loro limiti fisici e psicologici, a interrompere solo per brevi pause e arrivare addirittura a consumare i pasti direttamente sulla pista da ballo.

“Perché questa è la maratona della vita e non si smette mai di ballare ed ogni gioco ha le sue regole”, incalza il cinico presentatore (un eccellente Giuseppe Zeno). E poi le rivalità, le insofferenze, la stanchezza, gli imbrogli, gli accenni di un storia d’amore e qualche bacio rubato tra le pieghe di una gara che si trasforma progressivamente in una discesa verso l’inferno.

Una metafora che si adatta perfettamente alla contemporaneità del mondo dello spettacolo e che ci riporta inevitabilmente al fenomeno dei reality, con la conseguente crisi di valori morali ma anche esistenziali. Dove dei ragazzi si illudono alimentati dall’ideologia del coraggio e di una sfida che inganna.

Dove l’amore la vita e la morte sono ormai trattati come prodotti di consumo, elementi da cannibalizzare velocemente perche lo show ha le sue regole e deve andare avanti anche a costo della vita.

E poi c’è il pubblico blandito costantemente dall’abile direttore delle danze, che non è solo il pubblico che assiste ad uno spettacolo che racconta i personaggi che partecipano ad una gara di danza, ma è come se lo stesso pubblico fosse presente alla gara di ballo giocando sulla confusione e l’ambiguità tra tempo reale e tempo narrativo.

“E poi c’è la musica, e siccome ogni grande show merita di avere tanta tanta musica”, ci ha pensato la “PIJI ELECTROSWING PROJECT” ovvero Piji Siciliani voce solista e chitarra, Gian Piero Lo Piccolo al clarinetto, Egidio Marchitelli elettronica & chitarra, Francesco Saverio Capo, al basso e Andy Bartolucci alla batteria a dare valore aggiunto ad uno spettacolo che non è solo ballo, ma anche musica, canto e drammaturgia.

Bravissimo Giuseppe Zeno in una prova che lo esalta come mattatore, con quella giusta dose di perfido cinismo che fa da contraltare alla fragilità di Gloria(Sara Valerio) in un crudele gioco delle parti tra carnefice e vittima.

Bravissimi anche i 14 ragazzi che vanno a formare le 7 coppie: Donato Altomare, Brian Boccuni, Alberta Cipriani, Giancarlo Giancarlo Commare, Vittoria Galli , Alessandro Greco, Salvatore Langella, Elisa Lombardi, Maria Lomurno, Matteo Milani, Pierfrancesco Scannavino, Lucina Scarpolini Viviana Simone.

Si replica fino al 14 ottobre.

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