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Attualità

Ritrovato “l’uomo più solo del mondo”. Stava tagliando un albero con un’ascia.

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E’ un indigeno brasiliano che vive isolato da anni. La sua tribù è stata sterminata ma lui resiste. Rifiuta il contatto con l’uomo bianco. Teme di morire.

di Vito Nicola Lacerenza

Si tratta dell’ultimo membro di una tribù indigena del’entroterra brasiliano rimasta isolata fin dalla notte dei tempi. Non si sa a quale etnia appartenga e neppure quale lingua parli. Gli attivisti dell’associazione no-profit brasiliana per la difesa degli indigeni, FUNAI, non sono mai riusciti a stabilire alcun contatto con l’aborigeno, sebbene lo seguano da decenni. I pochi che hanno provato ad avvicinarsi a lui sono stati ricevuti a frecciate. Negli ultimi tempi si avevano seri dubbi sul fatto che potesse essere ancora vivo. Ma pochi giorni fa, mentre alcuni volontari dell’associazione FUNAI perlustravano l’area della foresta amazzonica compresa nello Stato brasiliano di Rondonia, l’indigeno è apparso in forma smagliante mentre con la sua accetta era intento a tagliare un albero.

Gli attivisti dei volontari FUNAI  sono riusciti ad avvicinarsi di soppiatto e a riprendere il momento con un cellulare. Il video è servito a garantire la sopravvivenza dell’indigeno, divenuto noto ai media internazionali come l’ “uomo più solo del mondo”.  Il misterioso aborigeno vive in un’area protetta di circa 4000 ettari, che, sebbene possano sembrare tanti per un’unica persona, non sono nulla in confronto all’originaria estensione della riserva. L’ “uomo più solo del mondo” non è sempre vissuto in totale isolamento. Fino a non molto tempo fa godeva della compagnia di almeno 60 membri della sua tribù, morti uno dopo l’altro man mano che la foresta veniva distrutta. Dove prima sorgeva il loro villaggio ora c’è un’autostrada.

Le aree verdi incontaminate, che in passato costituivano per gli indigeni terreno di caccia, ora sono diventate immense distese di campi coltivati. Persino gli animali selvatici stanno lasciando il posto ai grossi bovini che l’ “uomo bianco” lascia pascolare fino ai confini della foresta.

La distruzione dell’ habitat in cui per millenni gli indigeni hanno tratto i mezzi e il sostentamento per vivere, li ha condannati a morire di fame e di stenti. Il rischio d’estinzione delle tribù amazzoniche diventa sempre più concreto man mano che aumentano gli introiti della potentissima lobby degli agricoltori brasiliani, per i quali l’Amazzonia rappresenta semplicemente un terreno improduttivo e gli indigeni residui di un passato da cancellare. Molte sono state le tribù sterminate da bande di sicari armati. La FUNAI sospetta che i mandatari siano proprio i “lobbisti dell’agricoltura”, gli unici a poter desiderare la scomparsa delle antiche etnie locali.

La Costituzione brasiliana riconosce agli aborigeni il “diritto alla terra”, che sancisce l’inviolabilità delle aree verdi abitate dalle popolazioni amazzoniche, anche nel caso in cui sia soltanto un aborigeno ad occupare le zone protette. Ecco perché, grazie al video “dell’uomo più solo del mondo”, la FUNAI ha potuto salvare i 400 ettari di foresta, “la casa” del misterioso indigeno.  Senza una così importante prova visiva, sarebbe stato impossibile richiedere la protezione dell’area che sarebbe stata rasa al suolo dai taglialegna inviati dagli agricoltori.

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