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Rapporto Italiani nel Mondo – Fondazione Migrantes: nel 2022 lo 0,5% della popolazione italiana si è trasferita all’estero

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Il Capo dello Stato Sergio Mattarella invita ad una riflessione sulle cause e sulle possibili opportunità che la Repubblica ha il compito di offrire a tutti i cittadini italiani e, in primis, a coloro che desiderano rientrare in Italia.

 di Giordana Fauci

Sempre più giovani italiani, soprattutto under 35, lasciano il Bel Paese per andare a vivere all’estero, col risultato che gli italiani all’estero superano di gran lunga il numero di tutti gli stranieri presenti nel nostro Stato.

I dati sono chiari: nel 2022 i cittadini italiani iscritti all’AIRE, l’Anagrafe Italiana Residenti all’Estero, sono risultati ben 5.806.068, il 9,8% degli oltre 58,9 milioni di italiani residenti in Italia.

Pertanto, l’Italia ha perso in un solo anno lo 0,5% di popolazione residente che all’estero è così cresciuta – nello stesso anno – del 2,7%.

Questo è quanto è emerso dal Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes.

Ed è, dunque, una fortuna che la pandemia da Covid abbia arrestato o, in ogni caso, ridotto drasticamente tanti e tali espatri.

A quanto pare, a partire sono soprattutto gli uomini (il 54,7%), ovvero giovani tra i 18 e i 34 anni (il 41,6%) e, a seguire, adulti (il 23,9%), tra i 35 e i 49 anni), celibi/nubili (il 66,8%); mentre i coniugati, con famiglia, rappresentano il 28,1%.

E, di questi, 4 su 5 italiani restano in Europa; gli altri puntano all’America e, in minima parte, si suddividono tra il continente asiatico, l’Africa e l’Oceania.

Le destinazioni sono 183: 48 europee, 44 asiatiche; 24 americane, 14 latino-americane e 6 australiane.

II 53,7% di coloro che hanno lasciato l’Italia alla volta dell’estero lo ha fatto partendo dal settentrione; mentre il 46,4% è partito del centro-sud.

La Lombardia e il Veneto, stante quel che chiarisce il Rapporto Migrantes,  continuano ad essere le regioni da cui si emigra di più ed, a seguire, vi è la Sicilia, l’Emilia-Romagna e la Campania.

Va anche detto che, dei quasi 16 mila lombardi, circa 10 mila veneti e 7 mila emiliano-romagnoli, molti si erano già resi protagonisti di pregresse emigrazioni, ovvero dapprima erano emigrati dal sud al nord del Paese e, poi, dal Settentrione all’oltre-confine.

…Dati che necessitano di una riflessione!

Secondo il Capo dello Stato Sergio Mattarella “il nostro Paese ha una lunga storia di emigrazione e, perciò, deve aprire una adeguata riflessione sulle cause del fenomeno e sulle possibili opportunità che la Repubblica ha il compito di offrire ai cittadini che intendono rimanere o desiderano tornare in Italia. Tanto più perché a partire sono i giovani, soprattutto quelli con un alto livello di formazione per motivi di studio e di lavoro…”.

Ecco perché il presidente Mattarella è certo che “i PNRR e le varie politiche adottate devono provvedere a ridisegnare e programmare un futuro diverso, che risponda alle esigenze dei giovani e ne valorizzi le capacità e le competenze, altresì rispondendo alle loro attese…”.

…Tutto ciò va fatto con urgenza: per evitare che altri italiani decidano, nel frattempo, di trasferirsi all’estero!

Bisogna, dunque, riflettere ma, al contempo, agire, dopo aver analizzato e vagliato attentamente le cause di questo fenomeno.

…Perché l’Italia è un Paese accogliente che deve coltivare le ragioni e le modalità delle sue tradizioni, tutelando e promuovendo gli Italiani fuori dai confini nazionali e, al tempo stesso, sostenendo quelli che desidero tornare nel nostro Paese, così contribuendo alla sua crescita, attraverso le proprie esperienze e le proprie capacità.

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