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Diritti umani

Radere al suolo i campi nomadi?

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La Lidu risponde ‘a suon di legge’ all’intervento provocatorio del segretario della Lega nord che in trasmissione a Mattino 5 ha proposto  di “radere al suolo i campi nomadi”

euliduRoma, 9 aprile – La L.I.D.U., Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, a proposito delle recenti polemiche sulla proposta di “radere al suolo i campi nomadi”, ha diramato un comunicato che precisa quali sono gli obiettivi sul tema che l’Unione Europea si è posta già da tempo. Dopo i numerosi interventi  che hanno commentato negativamente l’intervento shock del segretario della Lega Nord Matteo Salvini a Mattino 5, anche la Lidu, la più antica organizzazione a tutela dei diritti umani del nostro Paese, fa sentire la sua voce, e lo fa ricordando gli accordi che anche l’Italia ha suggellato come paese membro.  Nel corso della trasmissione di ieri Salvini  aveva affermato quale sarebbe stato il suo comportamento al posto del ministro Alfano:  “Do un preavviso di sfratto di sei mesi – ha detto in maniera provocatoria Salvini – e preannuncio la ruspa. Nel frattempo i rom, come tutti gli altri cittadini, si organizzano: comprano o affittano casa”. “Poi rado al suolo i campi rom”, ha proseguito, che “in Europa non esistono. I rom devono avere gli stessi diritti e doveri degli altri cittadini italiani”. Pronta e tecnica la replica del direttivo nazionale della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo “La Lidu, – recita il comunicato – intende ricordare gli indirizzi dati a questo proposito dall’UE, sui quali è completamente d’accordo:

Articolo 34.3 EUCFR
Con l’obiettivo di combattere povertà e esclusionecarta-diritti-e-trattato-di-lisbona-slide-share-7-728
sociale, l’Unione riconosce e rispetta il diritto alla casa
e all’housing sociale, al fine di assicurare un’esistenza
dignitosa a tutti coloro che non siano in possesso delle
risorse minime, in accordo alle regole stabilite dalla
legislazione Comunitaria e dalla legislazione e pratiche
internazionali”.

“Va ricordato, – spiega Roberto Vismara segretario nazionale della Lidu onlus – che La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (European Union Charter of Fundamental Rights) , detta anche Carta di Nizza, è stata solennemente proclamata una prima volta il 7 dicembre 2000 a Nizza e una seconda volta, in una versione adattata, il 12 dicembre 2007 a Strasburgo da Parlamento, Consiglio e Commissione Europea. Con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona del 2009, la Carta di Nizza ha il medesimo valore giuridico dei trattati, ai sensi dell’art. 6 del Trattato sull’Unione Europea, e si pone dunque come pienamente vincolante per le istituzioni europee e gli Stati membri e, allo stesso livello di trattati e protocolli ad essi allegati, come vertice dell’ordinamento dell’Unione europea”. carta-diritti-e-trattato-di-lisbona-slide-share-2-728“Dunque, al di là di pessimi slogan, si attui una reale politica di edilizia economica e popolare, garantendo a TUTTI i Cittadini e i residenti il diritto alla casa, – conclude il comunicato –  e a quel punto si ponga fine allo sconcio dei campi nomadi, vero insulto alla dignità degli esseri umani, risolvendo al contempo il problema degli sfratti, delle occupazioni abusive, degli abbandoni scolastici e di tutti quei fattori che di fatto ledono i Diritti Umani di cui ogni essere umano è titolare”.

 

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