Italia
Quando anche per gli studenti profughi Istriani c’era la maturità
Un po’ di storia fiumana dell’Esodo. Oggi per i Maturandi e Diplomandi c’è da tirar su l’Italia in ginocchio dal covid19. Per noi – circa 600 giuliani e dalmati del “Tommaseo” – era l’Italia in macerie e sapemmo dare il nostro apporto importante.
di Rodolfo Decleva
Per noi studenti sotto l’occupazione di Tito c’era il problema della validità che avrebbero potuto avere in Italia i nostri corsi di studio, cioè nessuna. Perciò sorse per le nostre famiglie il problema di come farci arrivare in Italia con i confini chiusi. Si sapeva che in Italia c’erano dei Collegi e Convitti che lo Stato aveva aperto gratuitamente per gli studenti profughi, ma come arrivarci?
Reneo Lenski e Agostino Sirolla si nascosero in un camion, altri attraversarono i confini dai monti, e altri ancora cercarono aiuto dai ferrovieri. La strada che avrei dovuto seguire io la stava studiando un amico del mio papà Signor Vittorio Muhvich, Messo Esattoriale al Comune. Dovevo trovarmi nei pressi del confine travestito da locale con una pala in mano, e mi veniva la termarella al solo pensarci.
Fortunatamente per me, nel Natale 1946 Argeo Monti e Elio Chiavuzzo rientrarono incautamente a Fiume da Brindisi – dal Collegio “Tommaseo” creato per interessamento di Padre Rocchi, del mio Prof. allo Scientifico Pietro Troili, del Cap. fiumano Giuseppe Doldo e di Padre Tamburini di Brescia – e non riuscirono più a ripartire perché i documenti degli Alleati che erano loro serviti per entrare non erano più considerati validi per tornare in Italia.
E cosi’ furono bloccati ma trovarono subito la soluzione: la Propusniza che veniva emessa dal Comune in 24 ore per cacciare persone indegne dalla città. Immediatamente mio padre mise in moto il Signor Muhvich con due foto e in due giorni riacquistai anch’io la libertà insieme al mio vicino di casa Umberto (Toti) Smoquina. Era il 1° Febbraio 1947.
Andammo a Roma sicuri di essere inviati a Brindisi ma i Collegi erano ormai tutti pieni e c’era da attendere per una una soluzione che doveva essere trovata in un Convitto di Lodi. E così restammo a Roma dormendo sui vagoni in sosta a Termini, mangiando con i buoni dell’assistenza comunale e pontificia, aiutati infine da una generosa famiglia fiumana di Boico Oscar con i figli Edo e Liliana, ospitati nel Campo Profughi di Trastevere.
Miracolosamente una mattina – mentre vendevo per Corso Umberto il settimanale “Difesa Adriatica” aiutando l’appena costituito Comitato Giuliano di cui era Segretario il zaratino Silvano Drago – incontrai il mio Prof. Troili, Rettore del “Tommaseo” di Brindisi, che ci fece entrambi e immediatamente mandare a Brindisi.
Così ripresi la mia Quinta Scientifico che era metà Marzo del 1947.
Il posto in Collegio era per 250 Allievi, ma con me e Toti eravamo in 322 e quindi la “boba” era assai scarsa. Ma il problema era lo studio non la pancia.
Ricordo che negli ultimi giorni prima della Maturità studiavamo nelle aule sino alle 4 del mattino perché l’esame verteva su tutte le materie e non con i privilegi di oggi. Faceva un caldo infernale anche di notte e tenevamo le finestre aperte per la delizia delle zanzare e la nostra sofferenza per noi adolescenti, distratti dall’orchestrina del vicino Casale che suonava “Brasil”. Al mattino eravamo stralunati: Carlo Paul ci chiedeva che materia avessimo studiato la sera prima e tutti eravamo sgomenti se ce l’avremmo fatta. C’è da dire che poi nei fatti eravamo dei cannoni rispetto allo standard di preparazione dei locali. Io me la cavai con tre materie a settembre poi felicemente superate.
Oggi per i Maturandi e Diplomandi c’è da tirar su l’Italia in ginocchio dal virus. Per noi – circa 600 giuliani e dalmati del “Tommaseo” – era l’Italia in macerie e sapemmo dare il nostro apporto importante. Peccato che mai nessuna Associazione abbia tentato di fare una Raccolta scegliendo tra i vari Collegi e Convitti. Mi ci provo io per il “Tommaseo”..
Il primo posto lo assegno a Antonio (Tonci) VARISCO, Tenente dell’Arma, Medaglia d’Oro alla Memoria vittima delle Brigate Rosse, e aggiungo anche il mo compagno di Classe Danilo MIGLIORI, precipitato mentre pilotava uno di quei nuovi aerei americani F-104 della nostra Difesa chiamati “Bare volanti”.
Egone RATZENBERGER, fiumano, Ambasciatore d’Italia in Slovacchia e Uruguay. Per i suoi Meriti speciali resi alla Nazione, fa parte dell’OMRI, che è il più alto degli Ordini al Merito della Repubblica Italiana.
Celio VALLONE di Fiume: fisico nucleare. Capo di Spedizione per l’Esplorazione italiana in Antartide delle prime due esplorazioni, giunte oggi alla XXXV edizione.
Ervio DOBOSZ, fiumano: Dirigente uomo d’affari alla guida di imprese nazionali del settore della pesca, in questa sua qualità è stato capace di emergere a livello nazionale al punto di essere eletto Presidente della Federpesca italiana e da qui Presidente della Europesca per 16 anni, cioè di tutto il settore che sedeva al tavolo della Commissione Europea di Bruxelles.
Alberto MONTI, di S. Domenica di Albona in Istria dove cinque membri della sua famiglia, padre incluso, furono infoibati dai partigiani di Tito nel 1943. Alberto era Direttore Produttore negli Stati Uniti e in questa sua veste ha partecipato nella costruzione del modulo lunare LEM (Lunar Excursion Module chiamato “Eagle”) che ha permesso a Neil Amstrong e Buzz Aldrin ad atterrare, esplorare e far ritorno nel Command Module Columbia di Apollo 11, dove li attendeva Michael Collins per trasportarli a casa nel nostro pianeta. Era il 20 luglio 1969.
Eligio CLAPCICH, fiumano, già Presidente dei Fiumani nel Mondo del New Jersey: Manager collegato con 200 ingegneri sparsi nei vari continenti, Matematico ed Ingegnere elettronico, intrapprese la collaborazione tecnica con il settore militare USA. Collaborò col Pentagono all’epoca della guerra fredda con compiti di applicazioni della criptografia. Poi passò alla NASA in Florida apportando le sue conoscenze nelle fibre ottiche, satelliti, protocolli digitali. Conferenziere in molte Università tra cui Cambridge in Gran Bretagna.
Franco BETTIN, fiumano: Generale Corpo d’Armata, Comandante dell’Esercito del Nord-Est.
Mario CERVINO, fiumano: Cap. di Vascello dell’Aeronautica e Istruttore di Volo.
Ottavio MATTIASSI, di Pisino: Maggiore Genrale della “Folgore”.
Giulio SCALA, fiumano: Commissario di Bordo nel Lloyd, Public Relation Man in “Alitalia” Francoforte e poi Responsabile di Area Europa per le spedizioni di automobili verso il mercato americano per conto di Grimaldi Group di Napoli.
Claudio CLEMENTE, fiumano: al Comando di navi del Lloyd, Funzionario PANAM Airways, organizzò per la multinazionale USA del vetro “Pennitalia” la rete commerciale di vendita in Italia ed Europa con sede a Genova.
Sergio ENDRIGO, di Pola: Star mondiale di poesia e canzoni intramontabili tra cui la nostra “1947”.
Donato FINO, fiumano, che da Comandante al primo imbarco ebbe la disgrazia di un incendio a Gela. Egli donò la vita nel tentativo di soccorrere due suoi uomini periti. Partecipai al suo funerale a Rio Maggiore nelle 5 Terre.
Seguono a questi eccezionali i nostri Muli che hanno realizzato significativi successi nella loro carriera professionale come Primari, Professori, Comandanti di nave, Ingegneri, Bancari, Direttori di Macchina, Avvocati, Funzionari, etc.
Concludo con il nostro storico Ennio MILANESE, che ha scritto ben 6 libri sulla storia dei Muli del Tommaseo seguento il primo “Fotone” di base, realizzato da Mario (Ighel) PILLEPICH e Umberto (Toti) SMOQUINA con l’aiuto di Franco BETTIN.