Italiani nel Mondo
Quale Dio?- Which God?
Quale Dio?
La soluzione ai conflitti tra religioni è la stessa di quella contro il razzismo: l’educazione. La paura, il disprezzo nascono dall’ignoranza, in entrambi i sensi della parola, e quindi del timore dell’ignoto
Come quasi tutte le famiglie di emigrati italiani del dopo guerra, andavamo a messa tutte le domeniche. Da giovane non sapevo di altre religioni, tranne che degli ebrei ricordati nei vangeli e la mia idea di religione era quella delle prediche del prete la domenica. Andavo a una scuola di suore e naturalmente il cattolicesimo aveva un ruolo importante.
Una domenica mentre aspettavo il pranzo ho visto un programma televisivo che parlava della Bibbia e il presentatore offriva un volume gratuito a chiunque avesse chiamato. Ho deciso di fare una sorpresa a mia madre e allora ho chiamato il numero e dopo due settimane il pacco è arrivato.
Nel vedere il volume mia madre mi ha chiesto come avevo fatto a ordinarlo. Dopo aver sentito la mia spiegazione lei ha deciso di parlarne con una mia insegnante. Non ho più rivisto il libro, mia madre mi ha detto semplicemente che non era cattolico.
Era la mia prima esperienza del conflitto tra cattolici e protestanti che si vive nei paesi anglosassoni. In seguito, studiando la storia a scuola ho scoperto Martin Lutero e la sua Riforma, insieme alla Controriforma della chiesa Cattolica. È un conflitto che non è svanito del tutto e che decide molto di quel che succede in quei paesi.
Come gli Stati Uniti d’America, l’Australia era un paese di maggioranza protestante e le istituzioni e le scuole riflettevano questo predominio. I collegi privati più importanti e prestigiosi erano protestanti. Con gli studi ho scoperto che il sovrano d’Inghilterra per legge non poteva sposare una cattolica e questo divieto è stata rimosso solo pochi anni fa. Una sorpresa è stata la scoperta che “Guy Fawkes Day”, la festa dei fuochi d’artificio a Novembre, amata dai giovani, festeggiava l’esecuzione di ribelli cattolici che volevano riportare la loro religione come religione di stato per il Regno Unito. Nel corso di questi studi ho scoperto l’acronimo WASP, White Anglo Saxon Protestants (protestanti bianchi e anglosassoni) che descrive la classe dirigente del paese.
Senza dimenticare poi le lotte sanguinose in Irlanda del Nord tra la maggioranza protestante pro britannica e la minoranza cattolica che voleva unirsi alla Repubblica Irlandese e la sua maggioranza cattolica. Non c’era dubbio che in quegli anni circoli e individui irlandesi in tutto il mondo appoggiavano moralmente e finanziariamente i “loro soldati” in Ulster, su entrambi i lati.
Negli Stati Uniti i cattolici non hanno avuto vita facile e ci sono due esempi classici per dimostrarlo. Il primo nella forma incappucciata del Ku Klux Klan che diffidava dei cattolici perché “inchinavano la testa a un sovrano straniero”, ovviamente il Papa, e le vittime di questo gruppo non furono soltanto di colore, ma anche cattolici ed ebrei. Il secondo esempio è il semplice fatto che in oltre due secoli di storia soltanto un Presidente, John Fitzgerald Kennedy è stato cattolico.
Ma la lotta tra cristiani non si limita tra cattolici e protestanti.
Alla fine della Guerra Fredda abbiamo visto altre lotte tra cristianesimi, soprattutto nell’ex Jugoslavia tra i Serbi ortodossi e i Croati cattolici, con una partecipazione tragica dei musulmani della Bosnia. Ricordiamo tutti le stragi nel Kosovo e a Srebrenica dove soldati cristiani hanno ucciso civili musulmani. Anche in questi casi le comunità all’estero, sia da parte croata che da parte serba, hanno dato appoggio ai combattenti, nella forma non soltanto morale, ma anche in armi, soldi e con combattenti.
Potrei continuare ancora con altri esempi, ma questi casi servono a dimostrare un fatto che troppi si dimenticano, che la lotta tra religioni porta al terrorismo e non si limita al solo Islam come una parte della stampa mondiale e politici in molti paesi vogliono farci credere.
Come ci sono divisioni all’interno del mondo cristiano, ci sono divisioni all’interno del mondo musulmano e non semplicemente tra sciiti e sunniti. Le differenze tra cristianesimi ha creato guerre e lotte secolari, perché ci meravigliamo allora delle lotte tra musulmani e pensiamo che il problema sia soltanto nella loro religione?
Le notizie delle stragi all’estero non fanno niente per aiutare gli immigrati musulmani a integrarsi nei loro nuovi paesi. Peggio ancora la parte reazionaria delle popolazioni di queste paesi peggiorano l’odio tra religioni non soltanto etichettando tutti i musulmani come terroristi, ma nel proporre soluzioni controproducenti come proibire la costruzione di moschee, scuole, o modi di vestire.
Abbiamo visto jihadisti da tanti paesi andare a combattere per la loro religione, come gli oriundi irlandesi durante “The Troubles” (i Disordini, come si chiamavano i decenni di lotta armata in Irlanda del Nord che molti ora temono torneranno) e questo vuol dire che non si sentono accettati dai loro coetanei, che si sentono minacciati. In Inghilterra, Australia, e in altri paesi la presenza di questi jihadisti ha aperto un dibattito all’interno delle comunità musulmane moderate. Questo è l’inizio del processo per capire cosa ha creato questa legione straniera musulmana che sì, ammazza cristiani, ma ancora molto di più uccide altri musulmani di sette diverse.
Senza giustificare la violenza, dobbiamo anche renderci conto che il razzismo verso i giovani musulmani nei paesi occidentali non fa altro che rinfocolare l’odio di questi verso i loro paesi di nascita.
La soluzione ai conflitti tra religioni è la stessa di quella contro il razzismo: l’educazione. La paura, il disprezzo nascono dall’ignoranza, in entrambi i sensi della parola, e quindi del timore dell’ignoto. Ricordo mia madre che dopo la morte dello zio si era vestita di nero con il velo, come per le usanze italiane di allora. Un giorno mentre tornavamo da messa siamo stati bersagliati da battute di cattivo gusto da alcuni ragazzi australiani. Che differenza c’era tra com’era vestita mia madre a come sono vestite tante musulmane? In tutta onestà, nessuna.
Non dobbiamo subire le pressioni di tenere separate le religioni, le nazionalità e le differenze di colore. Questa non è una soluzione e infatti il risultato sarebbe peggio di quel che abbiamo visto fino ad ora. Lasciamo costruire la moschee, impariamo a capire cosa dicono le religioni, accettiamo le differenze e così riusciremo a trovare il modo di vivere insieme.
Le scuole di tutto il mondo e non solo in Italia dovrebbero spiegare e insegnare in cosa credono le varie fedi. In questo modo eliminiamo l’ignoranza e prepariamo il terreno per un futuro, speriamo non troppo lontano, dove nazionalità e religioni diverse possono convivere in pace. Per il bene di tutti.
Which God?
The solution to these struggles between religions is the same as the solution to racism, education. Fear and contempt arise from ignorance and therefore from fear of the unknown
Like almost all the post-war Italian migrant families we went to Mass nearly every Sunday. As a young boy I did not know any other religions, except for the Hebrews remembered in the Gospels and my idea of religion was that of the priest’s Sunday sermons. I went to the school run by nuns and naturally Catholicism played a major role.
One Sunday as I waited for lunch I saw a TV programme that spoke about the Bible and the presenter offered a free book for whoever called. I decided to surprise my mother and so I called the number and two weeks later the package arrived.
When she saw the book my mother asked me how I ordered it. After having heard my explanation she decided to talk about it with my teacher. I never saw the book again, my mother simply said the book was not Catholic.
It was my first experience of the conflict between Catholics and Protestants in the Anglo-Saxon countries. Subsequently, when I studied history at school I discovered Martin Luther and his Reformation, together with the Counter Reformation by the Catholic Church. It is a conflict that has never fully disappeared and that decides much of what happens in those countries.
Like the United States Australia was a country with a Protestant majority and the institutions and schools reflected this domination. The major important and prestigious private schools were Protestant. In my studies I discovered that the King or Queen of England could not marry a Catholic and this restriction was only removed a few short years ago. Another surprise was discovering that “Guy Fawkes Day”, the fireworks night in November loved by young people, celebrated the execution of Catholics rebels who wanted to bring back their religion as the official religion of the United Kingdom. During these studies I discovered the acronym WASP, White Anglo Saxon Protestants, which described the country’s ruling class.
Without forgetting the bloody battles in Northern Ireland between the pro-British Protestant majority and the Catholic minority that wanted to join the Irish Republic and its Catholic majority. There was no doubt in those years that Irish clubs and individuals around the world supported morally and financially “their soldiers” in Ulster, on both sides.
Catholics did not have an easy life in the United States and there are two classic examples that show this. The first is in the hooded form of the Ku Klux Klan that distrusted the Catholics because they “bowed their heads to a foreign monarch”, obviously the Pope, and the victims of this group were not only coloured but also Catholics and Jews. The second example is the simple fact that in more than two centuries of history only one President was Catholic, John Fitzgerald Kennedy.
But the struggle between Christians is not limited to Catholics and Protestants.
After the end of the Cold War we saw other battles between Christian groups, especially in the former Yugoslavia between the Orthodox Serbs and the Catholic Croatians with the tragic participation of the Moslems in Bosnia. We remember the massacres Kosovo and Srebrenica where Christian soldiers killed Moslem civilians. Even these cases the overseas communities, both Croatian and Serbian, supported the combatants, not only morally but also with arms, money and soldiers.
I could continue with other examples but these cases serve to show a fact that too many have forgotten, that the struggles between religions brings terrorism and is not limited only to Islam, as a part of the world’s press and politicians in many countries want to make us believe.
Just as there are internal divisions in the Christian world, there are divisions within the Moslem world and not only between the Sunni and Shiites. The differences between the forms of Christianity created centuries of wars and struggles, so why are we surprised by the struggles between Moslems and think that this happens only in their religion?
The reports in the news of massacres overseas do nothing to help Moslem migrants to integrate in their new countries. Worse still, the reactionary part of the populations of these countries worsen the hatred between religions by not lonely labelling all Moslems as terrorist and by proposing counterproductive solutions such as banning the construction of mosques, schools or ways of dressing.
We have seen jihadists from many countries go to fight for their religion, just like the foreign born Irish during the “Troubles” (the name for the decades of armed struggle in Northern Island that many now fear may return) and this means they do not feel accepted by their peers who feel threatened by them. In England, Australia and the other countries the presence of these jihadists has opened a debate within the moderate Moslem communities. This is the beginning of the process of understanding what created this Moslem foreign legion that, yes, kills Christians but still much more kills other Moslems of different sects.
Without justifying the violence, we must also understand that racism towards young Moslems in Western countries only feeds the hatred of these young people towards their countries of birth.
The solution to these struggles between religions is the same as the solution to racism, education. Fear and contempt arise from ignorance and therefore from fear of the unknown. I remember my mother who after the death of her favourite uncle dressed in black with a veil, as was the Italian tradition of the time. One day as we returned home from Mass we were targeted by ugly jokes by some young Australian children. What difference was there between how my other dressed and how many young Moslem women dress? In all honesty, none.
We must not be pressured to keeping religions, nationalities and differences of skin colour separate. This is not a solution and in fact the result would be worse than what we have seen up till now. Let us build the mosques, let us learn what the other religions say, let us accept the differences and in this way we will find the way to live together.
Schools all over the world and not only in Italy should explain and teach what the various faiths believe. In this way we will eliminate ignorance and prepare the ground for a future, let us hope not far away, where different nationalities and religions can live together in peace. For the sake of all.