Attualità
Possibile stop in Yemen alla guerra che ha ridotto in miseria ventidue milioni di persone
Dopo anni di conflitto con l’Arabia Saudita, i ribelli yemeniti hanno chiesto all’Europa di promuovere trattative di pace “per fermare la crisi umanitaria peggiore di sempre”.
di Vito Nicola Lacerenza
Migliaia di soldati caduti in battaglia, decine di migliaia di persone morte a causa della fame e altre 22 milioni ridotte in miseria rappresentano il bilancio della guerra in Yemen che, da quattro anni, vede fronteggiarsi due schieramenti avversari: quello dei ribelli yemeniti, noti come “Huthi”, da un lato e, dall’altro l’esercito dell’Arabia Saudita, a capo di una coalizione che vede coinvolte anche gli USA, il Regno Unito e la Francia. Le tre potenze occidentali riforniscono di armi e munizioni l’Arabia Saudita, nazione musulmana sunnita che teme l’ascesa al potere degli Huthi, gruppo islamico sciita supportato militarmente dall’Iran, Paese arabo sciita intenzionato ad espandere la sua influenza in Medio Oriente prendendo parte ai conflitti della regione. Ma la guerra in Yemen è ormai insostenibile per gli Huthi, i quali, non avendo mezzi sufficienti da opporre agli armamenti ultra tecnologici di USA, Francia e Regno Unito, hanno chiesto all’Europa di promuovere le trattative di pace includendo anche lo stesso Regno Unito. «Che ha sempre dichiarato il suo coinvolgimento nel confitto e ha venduto armi all’Arabia Saudita»- ha detto il leader degli Huthi Mohammed al-Houthi, il quale ha chiesto ai “Paesi europei di fermare la crisi peggiore di sempre”, dove gli aerei sauditi hanno bombardato scientemente campi coltivati e pescherecci per impedire agli yemeniti di procurarsi le principali fonti di alimentazione.
Alla popolazione affamata l’Arabia Saudita ha impedito anche di ricevere gli aiuti umanitari inviati dall’estero, chiudendo i porti con un blocco navale. Questa strategia bellica, basata sulla “carestia artificiale”, ha portato alla denutrizione 400.000 bambini, costantemente in bilico tra la vita e la morte. Tale situazione rappresenta “un’aperta violazione dei diritti umani” per le Nazioni Unite che hanno organizzato, grazie al coinvolgimento degli Stati europei, un incontro in Svezia tra una delegazione degli Huthi e diplomatici sauditi. L’ obiettivo è quello di raggiungere un accordo per il cessate il fuoco e consentire l’arrivo degli aiuti umanitari nel territorio yemenita. Entrambe le parti coinvolte nel conflitto si sono dette disponibili ad iniziare le trattative di pace. Ma il leader degli Huthi Mohammed al-Houthi, in cambio della sua partecipazione all’incontro, ha chiesto che diplomatici di Paesi neutrali accompagnino la sua delegazione nel viaggio di ritorno dalla Svezia e a Sana’a, la capitale yemenita. C’è il rischio che gli esponenti Huthi possano cadere in un’imboscata o essere vittime di un attentato.