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Ponte Morandi: lavori mai cominciati dopo tre mesi di promesse

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Dal 14 agosto Genova attende risposte sul proprio futuro. Approvato il decreto emergenze ma l’opera è ancora ferma.

di Vito Nicola Lacerenza

Il 14 agosto  2018 il ponte Morandi di Genova è crollato uccidendo 43 persone, facendole cadere nel vuoto o schiacciandole sotto le macerie. Le immagini della tragedia hanno sconvolto il mondo che da quel momento ha tenuto gli occhi puntati sull’Italia, in attesa di una risposta tempestiva ed efficace del  governo in risoluzione di una catastrofe che da allora tiene sotto scacco la città di Genova . Il 29 settembre è entrato in vigore il decreto emergenze ma i lavori di ricostruzione del ponte Morandi non sono ancora iniziati. Una situazione frustrante per la comunità di Genova che fin da subito, a pochi giorni dal crollo del ponte, ha dovuto constatare il nulla di fatto del governo fino ad oggi. Meno di una settimana dopo la tragedia del ponte Morandi, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli è andato in vacanza con la sua famiglia  assicurando di seguire l’emergenza “per telefono”. Ai giornalisti, che, viste le circostanze straordinarie, chiedevano al governo maggiori chiarimenti riguardo al piano di ricostruzione, il portavoce di Palazzo Chigi Rocco Casalino ha risposto:  «Basta, non mi stressate la vita. Io pure ho diritto a farmi due giorni, già mi è saltato Ferragosto».

Parole che, oltre ad aver ferito la comunità di Genova, sono state seguite dall’immobilismo del governo, il quale si era impegnato a ricostruire il ponte entro il 4 settembre 2019  attraverso un consorzio industriale tra Italferr e Fincantieri. Le due aziende però non hanno le certificazioni legali necessarie per costruire opere pubbliche e la promessa si è rivelata inattendibile. In realtà è già pronto un progetto di ricostruzione, realizzato e donato allo Stato italiano da Renzo Piano, ma  Danilo Toninelli ha preferito metterlo da parte per proporre una soluzione alternativa: «La costruzione di un ponte che sia un luogo di incontro in cui le persone possono vivere, possono giocare e possono mangiare» da realizzare entro il 2019. Ma agli esperti la proposta è apparsa fantasiosa, dal momento che una struttura del genere è incompatibile con l’area industriale genovese, dove si trovano i resti del ponte Morandi. Inoltre è stato calcolato che per la sua ricostruzione saranno necessari almeno 4 anni. Una tempistica di gran lunga maggiore rispetto a quella stimata da Autostrade per l’Italia, la quale si è detta pronta a portare a termine i lavori in 8 mesi e ha creato una cassa di indennizzo di 500 milioni di euro per tutti i genovesi che saranno costretti ad abbandonare le loro case.

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