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Politica, interrogazione del senatore Divina (Ln) su riforma del 730

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La dichiarazione dei redditi per la quale circa mezzo milione di contribuenti, dall’inizio dell’anno, ha richiesto le credenziali di accesso ai servizi on line, nella realtà dei fatti sembra invece indicare ulteriori disagi e lungaggini burocratiche rispetto al precedente sistema

 

SERGIO DIVINA POLITICO

Roma, 27 maggio – “In questi giorni le Agenzie delle Entrate provinciali sono prese d’assalto da innumerevoli contribuenti intenti a richiede il famoso PIN! Quello che doveva essere una semplificazione (dichiarazione dei redditi precompilata dall’amministrazione pubblica) si sta rilevando un vero e proprio calvario”. E’ questa la lucida analisi di Sergio Divina, capogruppo al Senato della Lega nord che spiega:”Il call center è eterno, chi prova via internet desiste dopo pochi tentativi, chi si reca agli sportelli lo deve fare più volte perché il PIN viene dato in più fasi a distanza di tempo. Un disastro. Ho interrogato pertanto il Ministro competente sulla questione in modo che si possa (dato che il sistema precedente era sicuramente meno oneroso per i cittadini)  tamponare questa brutta avventura per milioni di contribuenti italiani”. Divina si riferisce allo sconcerto ed alla confusione della popolazione in seguito alla riforma introdotta in aprile che anziché veder inviata una dichiarazione precompilata a tutti i contribuenti, in realtà vede il contribuente impegnato spesso a scaricarla dal web  con grave rischio di esclusione dei cittadini più deboli. Da una indagine condotta dalla Unione Europea nel nostro Paese nello scorso anno, si apprende che appena il 56% delle persone usa internet almeno una volta alla settimana, un numero ben al disotto della media Ue, e solo il 54% si collega alla rete, mentre il 34% dei nostri concittadini non ha invece mai usato il web rispetto al 20% della media registrata nell’Unione. Dallo studio risulta che il 60% degli italiani non ha competenze digitali e all’interno della forza lavoro, il 50% degli italiani occupati ha competenze digitali basse o nulle.  In ogni caso la riforma  non considera affatto la possibilità che con le nuove procedure, e le susseguenti difficoltà a misurarsi con la tecnologia necessaria e l’inesperienza, si possano verificare errori che rischiano di ripercuotersi negativamente sull’intero sistema fiscale e sui contribuenti stessi. “Si potrebbe dire che una flotta che va alla velocità della nave più veloce di sicuro lascia per mare le navi più lente” spiega Sergio Divina a motivo del suo intervento “ una riforma che non tiene conto delle possibilità di tutti i cittadini, carenze burocratiche comprese, non è una riforma, è un’utopia che non ha corrispondenze con la realtà del Paese”.

Qui di seguito il testo integrale dell’interrogazione del senatore Sergio Divina

Interrogazione a risposta scritta

Premesso che:

La riforma del 730 precompilato nasce dall’esigenza di velocizzare e sburocratizzare un’obbligazione a cui, ogni anno, il contribuente deve dedicare una consistente parte del suo tempo, oltre alla necessità, dettata dalla difficoltà di compilazione dei modelli, di dover sostenere degli oneri aggiuntivi per il ricorso all’aiuto di professionisti abilitati o dei centri di assistenza fiscale. Ad oggi, però, lo scopo della nuova normativa non sembra aver raggiunto i risultati sperati, in particolare per quel che attiene l’ottenimento del pin necessario ad ottenere il modello precompilato, scopo primario della semplificazione. Nonostante il comunicato dell’Agenzia delle Entrate del 9 aprile 2015 dichiari il successo del 730 precompilato, per il quale circa mezzo milione di contribuenti, dall’inizio dell’anno, ha richiesto le credenziali di accesso ai servizi on line, la realtà dei fatti sembra invece indicare ulteriori disagi e lungaggini burocratiche rispetto al precedente sistema. In totale, secondo i dati dell’Amministrazione finanziaria, i contribuenti abilitati a Fisconline sarebbero già 2,5 milioni, per un totale di 7 milioni, considerando anche i 4,5 milioni di contribuenti già in possesso del pin per l’accesso alla piattaforma telematica dell’Inps. Per accedere ai servizi online dell’Agenzia delle Entrate, quest’ultima, in diversi comunicati e bollettini, specifica che sono a disposizione del contribuente quattro diverse modalità di ottenimento del necessario pin: direttamente dal sito on line dell’Agenzia, per telefono tramite call center, recandosi presso qualsiasi Ufficio dell’Amministrazione finanziaria o tramite la Carta nazionale dei Servizi. Infatti, anche qualora non si sia già in possesso del pin Inps, quest’ultimo non è sufficiente per accedere al servizio telematico, poiché questo è un pin cosiddetto “consultivo” che deve essere convertito in un pin “dispositivo”. È necessario quindi scaricare un pdf da compilare, firmare, scansionare e caricare di nuovo sul sito dell’Inps provvisto di fotocopia del documento. Nel caso invece in cui il contribuente non sia in possesso del pin Inps, il procedimento si fa ancora più complicato poiché prevede, qualsiasi sia la strada scelta (sito online, call center o sportello), un’attesa minima di 15 giorni per ottenere la seconda metà del codice. Una volta ottenuto l’accesso, il contribuente deve rintracciare l’importo registrato nella dichiarazione dei redditi 2014 ed aggiungere le spese sanitarie – spesso le più consistenti – che saranno inserite dall’Amministrazione fiscale solo a partire dal prossimo anno: la responsabilità in questo caso sarà  del contribuente, con conseguente possibilità di obbligo al pagamento di interessi e sanzioni qualora il modello dovesse presentare degli errori. Come molti organi di stampa riportano, ma soprattutto, come molti contribuenti lamentano, il procedimento è lungo e non semplicissimo anche per coloro che normalmente sono abituati ad utilizzare il computer. Tenuto però conto che il modello730 viene compilato soprattutto per ottenere il rimborso delle spese sanitarie e tenuto altresì conto che, secondo la Cgia di Mestre, è presentato da circa 6,5 milioni di pensionati, i quali, tra tutti, hanno il maggior interesse alla presentazione del modello con l’unico motivo del rimborso delle spese mediche – che per questi, naturalmente, costituiscono una buona fetta delle spese annuali –, il procedimento scelto non sarà certo facilmente esperibile da tutta questa parte della popolazione che sarà costretta, nuovamente, a ricorrere all’aiuto di professionisti e centri di assistenza fiscale. I Caf, inoltre, risultano ingolfati in tutto il territorio nazionale, costringendo così i contribuenti a dover impiegare buona parte del loro tempo in file molto lunghe, a cui, sono ovviamente costretti anche gli anziani.  In questo modo si sta arrecando un grave pregiudizio al contribuente, che è inoltre costretto: a recarsi almeno due o tre volte presso i centri di assistenza fiscale per terminare tutto il procedimento; a sostenere spese aggiuntive prima non previste (perché è richiesta una maggiore documentazione); ad attendere anche fino a 20 giorni, esponendolo inoltre al rischio di perdere qualche agevolazione a causa delle lungaggini richieste per la procedura.

Ciò equivale a rendere indisponibile il servizio in quanto molti contribuenti che necessitano di assistenza, oltre ai suddetti disagi, spesso non trovano posto nei Centri di assistenza fiscale ormai intasati e non possono quindi correttamente procedere con la compilazione dei modelli. Sono quindi costretti a procedere autonomamente con il relativo pericolo di operare a proprio discapito. La semplificazione, quindi, non sembra essere arrivata, anzi le nuove regole sembrano colpire le fasce più deboli, portando qualche contribuente a scoraggiarsi a tal punto tanto da rinunciarci. Recenti stime prevedono infatti che con la nuova riforma dell’ISEE si assisterà ad un calo del numero di contribuenti che accederanno alle agevolazioni sociali, a causa del minore spazio lasciato all’autocertificazione e all’aumento dei controlli. È chiaro come il Governo abbia commesso degli errori macroscopici in questo senso, sarebbe quindi necessario rimodulare quantomeno le procedure burocratiche così come evitare che i contribuenti si carichino in qualsiasi modo di spese aggiuntive prima non previste ed evitare che questi rinuncino al calcolo dell’Indicatore in oggetto perché ciò equivarrebbe a metterli in condizione di dover rinunciare al godimento di servizio essenziali che uno Stato di diritto sociale, quale il nostro si qualifica costituzionalmente, deve invece garantire, rimuovendo efficacemente ogni ostacolo di ordine economico e sociale suscettibile di alterare l’uguaglianza sostanziale tra i cittadini.  Il Ministro dell’Economia e delle finanze ha dichiarato che Ministero del lavoro sta provvedendo alla costituzione di un “comitato  consultivo ai fini del monitoraggio sull’attuazione della disciplina dell’ISEE e dell’eventuale proposta di correttivi” formato dai rappresentanti dei Ministeri, dell’ INPS, delle regioni e province autonome, dell’ANCI, delle parti sociali e delle associazioni nazionali. A questo proposito lo stesso Ministero starebbe richiedendo, a regioni e comuni, notizie relative “alle misure predisposte per garantire che l’erogazione delle nuove prestazioni avvenga in conformità con le disposizioni della nuova disciplina ISEE”, ma ad oggi, a ridosso dell’imminente scadenza, tutti i disagi dei contribuenti non sembrano essere stati appianati e molti rischiano di rimanere senza un’adeguata assistenza per la compilazione dei modelli. Agli interroganti appare chiaro come una tale consultazione sarebbe dovuta intervenire prima della riforma e non a riforma già attuata, al fine di studiare in maniera preventiva le possibili ripercussioni negative che il riordino avrebbe potuto avere sul contribuente, in luogo di aprire il tavolo di confronto a riforma già in atto quando i contribuenti hanno già scontato disagi e difficoltà.

 

Interroga per sapere

 

Quali misure il Ministro interrogato, nell’ambito delle proprie competenze, intenda intraprendere al fine di rivedere le attuali norme procedurali di compilazione e rilascio del modello 730 precompilato, come anche dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente in modo da attuare effettivamente, e al più presto, una sostanziale sburocratizzazione e semplificazione a favore del contribuente che, attualmente, è costretto ad adempimenti maggiori rispetto al precedente sistema, che colpiscono i contribuenti appartenenti alle fasce più disagiate, così come specificato in premessa. Quali misure il Ministro interrogato, nell’ambito delle proprie competenze, intenda intraprendere al fine di garantire a tutti i contribuenti in difficoltà un’adeguata assistenza, con particolare riferimento al fatto che, come specificato in premessa, a causa dell’eccessivo ingolfamento dei Centri di assistenza fiscale, molti non riescono a ricevere il giusto supporto per la compilazione dei modelli.

 

Sen. Sergio Divina

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