Italia
Polemiche Juventus-Napoli, il calcio italiano sempre più in caduta libera sia economica che morale
Il giudice sportivo assegna la vittoria a tavolino alla Juventus: 3 a 0 contro il Napoli, partita non disputata per alcuni giocatori della squadra partenopea positivi al covid test. Polemiche sulla decisione presa che non fanno onore al mondo dello sport in questo difficile momento per il Paese
di Alessandro Cammareri
Nell’ultima settimana al centro dell’attenzione mediatica italiana c’è stata la questione riguardante la partita Juventus-Napoli non disputata per la mancata partecipazione del Napoli alla partita a causa della positività di due giocatori della squadra. A seguito di questa vicenda le due società si sono contrapposte generando una diatriba mediatica in cui la Juventus sostiene di aver rispettato il protocollo FIGC presentandosi regolarmente in campo, mentre il Napoli a seguito della notizia di positività da parte dell’ASL di Napoli ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per far partire la squadra per il possibile rischio della propagazione di un focolaio che, in base ai protocolli, impone l’isolamento domiciliare per 14 giorni ai contatti diretti di un positivo anche se questi risultano negativi al Covid.
La squadra partenopea ritenendo quindi di non essersi presentata a Torino per un legittimo impedimento da parte dell’ASL, che con un comunicato stampa ha poi smentito di aver condizionato il Napoli nella scelta, ha ritenuto che l’accaduto non dovesse portare come conseguenza alla sconfitta a tavolino o a punti di penalizzazione. Una situazione complessa che come da regolamento è passata in mano al giudice sportivo che studiando gli atti, ha deciso però di punire il Napoli reo di non aver rispettato il protocollo che prevede la disputa delle partite di campionato pur in caso di positività, schierando i calciatori risultati negativi agli esami effettuati e refertati nei tempi previsti dalle autorità sanitarie.
Insomma la classica vicenda all’italiana che si svolge in un momento così difficile per il nostro paese, dove aldilà delle varie normative sportive si dovrebbe comunque mettere al centro di tutto la salute e la tutela delle persone, e non gli interessi economici del calcio. La verità è che anche il mondo del pallone sembra stia vivendo un periodo di forte crisi economica e molte società di serie A, anche tra le più importanti, sono piene di debiti e risentono molto in questo periodo del mancato indotto proveniente dallo stadio che per ragioni sanitarie non può ospitare i tifosi.
Infatti uno sguardo sugli ultimi bilanci delle squadre di serie A svela che soltanto Napoli e Atalanta riescono a tenere i conti in ordine, mentre tutti gli altri club a partire dalla Juventus (la più indebitata fra tutte) sono in forte passivo. A questo si aggiunge il fatto che il calcio oramai è sempre meno seguito soprattutto dai giovani. Secondo un interessante studio firmato StageUp Ipsos i tifosi sono sempre meno: nel 2001/2002 erano il 92% degli interessati al calcio oggi il 77%. E sono sempre più vecchi.
Evidentemente i ragazzi preferiscono seguire altro e il pallone almeno quello nazionale non è più fra i primi interessi. I numeri infatti mostrano un costante invecchiamento in particolare della fascia di età che va dai 14 ai 34 anni che scende dal 49% del 2001/2002 al 36% attuale. Colpa probabilmente della scarsa competitività e dello spettacolo a volte anche indecente per quello che succede sugli spalti che ci offrono le tifoserie a vario titolo del calcio nostrano.