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Arte & Cultura

Pier Augusto Breccia “Fuori Onda” dal 2 al 29 aprile 2016

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Dopo il grande successo di critica e pubblico del 2007 a Palazzo Venezia torna ad esporre a Roma Pier Augusto Breccia, già brillante cardiochirurgo ed oggi artista di prestigio internazionale.

3df474_abd1a8fd67ce45d7a0aed0514bbd013aRoma, 21 Marzo – A trentacinque anni dal suo esordio come pittore (Roma- Galleria “Il Grifo” – 1981) e a nove anni dall’ultima grande mostra a Palazzo Venezia, “Gioco, simbolo e forma”, Pier Augusto Breccia ripropone a Roma la sua pittura ermeneutica con una serie di opere inedite che danno il titolo alla mostra “Fuori Onda”, in programma dal 2 al 29 aprile presso la Galleria Angelica di Roma con il patrocinio del MIBACT – Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Si tratta di una ventina di opere inedite ad olio su tela di medie e grandi dimensioni (per lo più cm 100 x 140) accompagnate dai relativi disegni preparatori. Accanto a queste sono esposte alcune opere monumentali sia storiche che inedite di grande impatto visivo ed emozionale. In particolare il gruppo di opere che dà il titolo alla mostra è stato realizzato tra il 2014 e il 2015 elaborando uno schema compositivo comune che evoca la struttura ondulatoria e reticolare dell’universo fisico e, metaforicamente, quella del nostro universo spirituale. Esse infatti, come del resto tutta la pittura ermeneutica di Breccia, sono ispirate ai temi fondamentali dell’esistenza e in particolare al rapporto tra l’esistente fisico e il mistero dell’Oltre. La struttura delle opere in mostra mette in risalto quella che l’autore definisce la continuità discontinua dello spazio-tempo, che è la caratteristica tanto della vita fisica quanto di quella spirituale, la cui apparente continuità nasconde di fatto la discontinuità periodica di qualsiasi sistema ondulatorio. Nella visione ermeneutica di Breccia, peraltro fondata sul pensiero filosofico dominante nel ‘900, da Heidegger a Gadamer, da Lévinas a Ricoeur, l’apparente oggettività del reale non costituisce un fatto, ma solo un’interpretazione: “non cerco risposte metafisiche ai grandi interrogativi esistenziali proprio perché l’essere non può, né razionalmente né visivamente, venire entificato”, spiega Pier Augusto Breccia per il quale la soluzione, come in questo gruppo di opere, consiste piuttosto “nella conservazione di una perenne apertura su un mistero dalla quale l’Oltre rivela alla coscienza dell’Io personale, in linguaggio cifrato, la propria presenza e il proprio nascondimento”. Durante l’intervallo dall’ultima grande mostra nella Capitale, Breccia ha tenuto importanti rassegne personali in Italia e all’estero in spazi pubblici e museali, tra cui la Rocca Paolina di Perugia (2008),La Galleria Ferrero di Nizza (2008) , il Complesso di S.Agostino a Cortona (2009), il Museo Manege di San Pietroburgo (2011), la Fortezza di Montepulciano (2012), il Palazzo dei Sette di Orvieto (2012), Il mese della cultura Italiana a Montecarlo (Ambasciata d’Italia – Yacht Club – 2014). Un’opera quasi quarantennale, la sua, cominciata nel 1977 ed alla quale si è completamente dedicato dal 1983, anno in cui decise di abbandonare, dopo oltre 1200 interventi sul cuore, la sua posizione di Professore Associato presso l’Università Cattolica del S.Cuore (Policlinico A.Gemelli di Roma). L’opera di Breccia ha ricevuto un riconoscimento internazionale fin dal suo inizio, ottenendo grande consenso internazionale di critica e di pubblico specialmente tra il 1984 e il 1996, anni durante i quali l’artista, trasferitosi a New York, ha esposto da New York a Dallas, Houston, Miami, Columbus, Santa Fe ecc. Oltre 700 delle sue opere sono parte di collezioni pubbliche e private, in Europa e in tutto il mondo. Oggi Breccia vive ed opera a Roma, dove nel suo studio-atelier è perennemente esposta una parte significativa delle sue opere maggiori.

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