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Arte & Cultura

Piemonte, ‘Un Elefante a Stupinigi!’

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Riapre il serraglio dei Savoia dal 24 Aprile al 30 Agosto 2015 con la mostra Fritz

ImageProxyTorino, 31 marzo – Dal 24 Aprile al 30 Agosto 2015 con la mostra ‘Fritz. Un elefante a corte’ riapre alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, residenza dei Savoia alle porte di Torino, il “serraglio di animali esotici” che animava il grande parco nella prima metà dell’Ottocento. Protagonista della mostra realizzata in sinergia dal Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e dalla Fondazione Ordine Mauriziano con la cura di Elisabetta Ballaira e di Pietro Passerin d’Entrèves, Fritz: l’elefante indiano donato dal vicerè d’Egitto Mohamed Ali al re Carlo Felice nel 1827. L’amato pachiderma, tuttora conservato nel Museo torinese accanto a raccolte storiche costituite fin dalla prima metà del Settecento, rappresenta -insieme all’intera Ménagerie di Stupinigi- un’opportunità di scoperta del ruolo che gli animali esotici rivestivano nelle corti europee. Agli studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino il compito di progettare l’allestimento della mostra con esemplari naturalizzati quali leone, canguro e struzzo fra stampe d’epoca, dipinti, sculture e contributi audiovisivi.
Un affascinante percorso fra le risorse dell’Archivio Storico della Fondazione Ordine Mauriziano -erede del secolare Ordine proprietario della Palazzina di caccia fin dalla sua costruzione nel 1729- e i tesori archivistici e naturalistici delle più prestigiose istituzioni culturali torinesi prima fra tutte il Museo Regionale di Scienze Naturali, depositario delle grandi collezioni nobiliari nonché degli storici Musei di Zoologia e Anatomia comparata. Per accogliere l’elefante donato a Carlo Felice fu ricavato dall’ex scuderia di Stupinigi uno spazio interamente recintato, la Ménagerie. A disposizione di Fritz c’era anche un cortile con una vasca circolare munita di scivolo. Il pachiderma fu oggetto di grande interesse: appena giunto a Stupinigi fu ritratto dal vivo dalla pittrice Sofia Giordano. La litografia, stampata presso il laboratorio di Felice Festa ebbe larga diffusione. Nel 1835 Enrico Gonin dipinse l’elefante attorniato da una folla di curiosi durante una parata e, soprattutto, Fritz ebbe l’onore di essere immortalato in un dagherrotipo, unico in Italia con un soggetto animale. Casimiro Roddi, chef della Ménagerie, Giuseppe Genè e Filippo de Filippi, che si avvicendarono alla direzione del Museo Zoologico torinese, registrarono con cura notizie e informazioni sui suoi comportamenti, la sua alimentazione (spesso inadeguata) e le cure mediche. Dopo la morte (1852) Fritz venne tassidermizzato per essere custodito nel Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.

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