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Non si placa la rivolta turca. Ancora scontri nella notte

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turkish_rebelRoma, 5 giugno – La Turchia brucia. Brucia di rabbia. Brucia per il susseguirsi di scontri fra popolazione civile e forze di polizia determinati dalla protesta contro il governo del premier islamico Recep Tayyip Erdogan.

La feroce repressione delle manifestazioni avvenute in tutto il Paese avrebbe provocato 3 morti e 3mila feriti, alcuni dei quali  640-864 exam  gravi. Istanbul, Ankara e Hatay sono le città in cui la rivolta si è fatta più estrema e la la polizia è intervenuta usando lacrimogeni e idranti.

In un rapporto di Amnesty International si legge che dal 29 maggio oltre 640-692 2000 manifestanti sono stati feriti in diverse città della Turchia. Il bilancio del governo è di 244 poliziotti e solo 64 manifestanti feriti.

Sulla ‘necessità’ di sedare in ogni modo i manifestanti è interventuo il vicepremier Bulent Arinc, che ha legittimato la repressione esercitata dagli agenti, dichiarando: “hanno fatto il loro lavoro”, e hanno subito “provocazioni da parte di organizzazioni illegali”. Arinc ha accusato la stampa estera di avere fatto disinformazione esagerando la situazione.

 

 

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