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Noi italiani all’estero: ‘Voglio morire da italiano’

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L’eterna questione del riacquisto della cittadinanza degli italiani all’estero resta accesa ed è una piaga aperta per tutti coloro che desiderano continuare ad essere parte del nostro paese

Di Giuseppe Cossari

Sento spesso parlare politici, opinionisti, giornalisti e persone di ogni classe e settore sociale, degli “Italiani all’estero” ma, qualcuno si è mai preso la briga di informarsi su cosa hanno compiuto i migranti Italiani, i loro figli e i loro nipoti, da tutti chiamati “ gli Italiani all’estero”?

Negli ultimi sessant’anni l’Italia ha subito ciclicamente flussi importanti di migrazione, molti connazionali per bisogno, per volontà o semplicemente per esplorare altre possibilità di vita, sono emigrati in tutto il mondo, queste migrazioni hanno fatto si che il nostro stupendo paese, l’Italia, fosse conosciuto in ogni dove. Milioni di Italiani sono arrivati nei paesi ospitanti, esportando, la nostra lingua, la nostra Cultura, la nostra creatività, le nostre usanze, i nostri Valori e il nostro saper adattarci e fare buone cose, ci hanno fatto voler bene e ne hanno velocizzato il processo d’integrazione.

Per quanto sopra esposto, quindi, possiamo tranquillamente dire che grazie a questi “Italiani all’estero” oggi ogni Italiano è ben accetto in tutto il mondo, perché gli “Italiani all’estero”, per esempio, hanno esportato la cultura culinaria che ha fatto in modo che le nostre aziende alimentari potessero aprire nuovi mercati in tutti i Paesi del mondo, pensate alla pasta o alla pizza, il piatto statisticamente più conosciuto al mondo. “Italiani all’estero”, che hanno comprato i prodotti e le manifatture italiane, facendo così conoscere questi prodotti e manufatti in tutti gli angoli del Pianeta, di fatto, aprendo la strada a quello che noi oggi conosciamo come il Made in Italy o l’Italian Style. “Italiani all’estero”, che con il duro lavoro si sono imposti ed hanno raggiunto obiettivi importantissimi sia nei campi del business sia nei campi istituzionali, diventando Sindaci di città importanti, uno per tutti Rudy Giuliani, Sindaco di New York che ha saputo gestire il più grande attacco terroristico della storia attuato sul suolo degli Stati Uniti d’America. Ricercatori come Mario Capecchi, insignito del premio Nobel per la medicina, potrei andare avanti per pagine e pagine intere nell’elencare tutti i nostri connazionali di diverse generazioni che si sono distinti in tutto il mondo rendendo l’Italia, un grande Paese ma, vorrei dopo questa premessa focalizzare la mia attenzione sulla questione che oggi tocca tutti noi “Italiani all’estero”: il mancato riconoscimento di tutti gli sforzi fatti da noi “Italiani all’Estero!”

Mi duole vedere rifiutare la cittadinanza a Italiani che sono stati partecipi di quanto sopra esposto, cittadinanza che richiedono perché vogliono “morire da Italiani!”, mi ferisce sentire personaggi che occupano posti istituzionali denigrare i figli o nipoti che portano in se il sangue di noi “Italiani all’estero” affermando cose come: “La cittadinanza non andrebbe data a persone che non sanno neanche dov’è l’Italia sulla cartina geografica!”. Senza neanche rendersi conto che con quell’affermazione la colpa non è degli Italiani di seconda terza o quarta generazione, ma è proprio di chi quell’affermazione l’ha fatta, perché ha occupato o presiede posizioni, proprio in quegli enti creati per il mantenimento e lo sviluppo della Cultura Italiana svolgendo, probabilmente, in malo modo il proprio mandato!

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