Attualità
Nessun diritto per i figli delle detenute nel decreto «svuota carceri»
Il ddl approvato il 5 agosto dalla Camera disattende i diritti dei figli delle detenute
Roma, 6 agosto – Sono circa 70 i bambini di età compresa tra zero e tre anni dietro le sbarre in compagnia di mamme detenute. Nessuna norma però si occupa di loro nel nuovo ddl ‘svuota carceri’ votato il 5 agosto alla Camera dei deputati. I figli delle detenute continueranno a seguire il destino delle mamme nell’eventualità di sconti di pena. Unico spiraglio resta l’Icam, Istituto a custodia attenuata per le detenute madri, in cui la norma innalza da tre a sei anni il limite di età al di sotto del quale i bambini possono restare accanto alla madre . Possibilità peraltro negata alle detenute madri recidive, per lo più straniere e condannate per crimini legati alla droga e alla prostituzione, che difficilmente hanno accesso a misure alternative a causa del pericolo di fuga o di reiterazione del reato. A loro è negato l’Icam e i loro figli continueranno a stare in cella fino al compimento del terzo anno d’età, quando saranno affidati ai servizi sociali. Del resto fino al 2014 l’accesso a un Icam sarà limitato ai soli posti disponibili: di Istituti a custodia attenuata al momento ce n’è solo uno a Milano, e per i prossimi tre anni non è prevista copertura finanziaria per aprirne di nuovi. Sino a quella data resta in vigore la legge 26 luglio 1975 n. 354, che all’articolo 11 permette alle detenute madri di tenere con sé i figli solo fino all’età di 3 anni. Infine, il nuovo ddl non solo non garantisce a una mamma detenuta di accompagnare il proprio bambino in ospedale in caso di urgenza, ma neanche di stargli accanto successivamente per il tempo necessario, disponendo che sia il giudice a valutare, caso per caso, quando concedere questa possibilità.