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Attualità

Nelle Filippine carceri controllate e gestite da gang criminali

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Nella capitale Manila c’è un penitenziario gestito da narcotrafficanti. Sono loro a comprare il cibo per i detenuti e a stabilire le regole di comportamento nella struttura. Le guardie carcerarie sono troppo poche per opporsi.

di Vito Nicola Lacerenza

Le Filippine sono tristemente note per avere uno dei sistemi penitenziari peggiori del mondo, a causa dei processi troppo lenti e del sovraffollamento delle carceri, strutture che quasi sempre sono fatiscenti. Ma tali criticità, per quanto gravi, sono da considerarsi secondarie rispetto al fatto che moltissimi penitenziari sono gestiti da gang dedite al narcotraffico. Il caso più eclatante è quello del carcere di Manila, la capitale delle Filippine, dove sono le organizzazioni criminali a finanziare la struttura, provvedendola di tutto il necessario per garantire la sopravvivenza dei detenuti: cibo per la mensa, prodotti basici per l’igiene personale come carta igienica, sapone e dentifricio; medicine e kit di pronto soccorso. Senza questo supporto, i detenuti, moltissimi dei   quali legati alle gang di narcotrafficanti, sarebbero abbandonati a sé stessi. Ma l’invio di beni di prima necessità da parte delle bande criminali non serve soltanto ad alleviare le sofferenze degli affiliati reclusi, ma anche a permettere loro di  svolgere, all’interno del penitenziario, attività di contrabbando molto remunerative. Basti pensare che, durante un recente blitz avvenuto nel carcere di Manila, le guardie carcerarie hanno trovato in una cella 13 mila dollari americani in contanti. L’ampia disponibilità di denaro contante permette ai membri delle gang di rendere la loro detenzione più gradevole, attraverso piccoli “lussi”. Come l’organizzazione dei cenoni di Natale e di capodanno oppure l’ “affitto” di alcune “cuccette riservate” nei dormitori comuni, dove ogni notte centinaia di detenuti riposano accavallati l’uno sull’altro, sdraiati su un pavimento ricoperto di fango e avvolti da una cappa d’aria umida e fetida, ideale per il proliferare delle zanzare. Il dormitorio comune è uno dei rimedi messi in atto dal carcere di Manila per gestire il problema del sovraffollamento, in quanto la struttura, concepita per ospitare 800 persone, ne ha al suo interno 5.500.

Questa situazione fa sì che in un dormitorio  dormano 518 detenuti anziché 170, il numero legale. Di “legale”, però, nel penitenziario di Manila c’è ben poco e ad esserne consapevoli sono le stesse guardie carcerarie che, trovandosi prive di equipaggiamenti e in netta inferiorità numerica, sono costrette a scendere a patti con i detenuti per evitare di essere uccisi e mantenere il “controllo” del carcere. «Qui la pace si regge su un sottile equilibrio- ha detto il capitano delle guardie carcerarie del penitenziario di Manila Jayrex Bustinera- ufficialmente proibiamo ai detenuti di svolgere attività di perlustrazione e controllo all’interno del carcere ma, di fatto, lo permettiamo a causa della carenza di personale e di fondi». Garantire l’ordine all’interno della struttura spetta agli stessi membri delle gang, i quali hanno stabilito pene severe per contrastare i comportamenti “incivili” dei detenuti. Ad esempio, per coloro che danno inizio a una rissa sono previste 5 frustate, mentre chi è colpevole di aver ferito gravemente un compagno durante una colluttazione viene sottoposto a 20 sferzate. Ancora più severa è la punizione per chi importuna i parenti di un detenuto durante una visita, 25 frustate.

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