Italia
Nella paura emerge il Coraggio e la tenacia degli italiani.
La task force istituita dalla Regione Calabria ricorda e conferma che al momento, in Calabria ci sono appena 110 posti nei reparti di terapia intensiva e rianimazione, l’85 per cento dei quali sono già occupati. Questo vuol dire che in tutta la Calabria non ci sono più di 18 posti disponibili, c’è il rischio di non fare più in tempo
di Benedetta Parretta
Mentre aumentano i contagiati del covid-19 giorno dopo giorno, i SUPEREROI del quotidiano sono i medici, infermieri e ricercatori che lasciano le proprie case al mattino, con la preoccupazione per i figli e la consapevolezza di non poter riuscire a tornare a casa, doppi e tripli turni, EROI per la presenza infaticabile e premurosa anche dopo molte ore di lavoro estenuanti, con la capacità di mantenere la calma in una situazione così delicata.
La task force istituita dalla Regione Calabria ricorda e conferma che al momento, in Calabria ci sono appena 110 posti nei reparti di terapia intensiva e rianimazione, l’85 per cento dei quali sono già occupati. Questo vuol dire che in tutta la Calabria non ci sono più di 18 posti disponibili, c’è il rischio di non fare più in tempo.
La Calabria è in prima linea contro una guerra senza armi!
Molti medici al nord si sono ammalati e non osiamo immaginare cosa succederà se ad ammalarsi saranno anche i medici da noi, sarebbe il caos.
Ammirevole il lavoro svolto da tutte le forze dell’ordine nel coordinamento Nazionale per garantire sicurezza ai cittadini e per fare in modo che l’ultimo decreto emanato dal Premier Conte venga rispettato.
Non meno coraggiosi sono gli inviati speciali della stampa Nazionale che si adoperano a raccogliere informazioni rischiando la propria vita e quella dei propri familiari nei territori contagiati.
In un momento di grande crisi sanitaria ed economica, l’Italia è stata lasciata sola.
Nasce la solidarietà, da quelle persone che offrono la loro disponibilità alle persone anziane o con patologie pregresse nel portare la spesa a casa affinché ci sia più tutela per queste persone sole.
La gente crea le mascherine fai da te, l’Italia continua a vivere, con coraggio, allungando il proprio braccio l’uno con l’altro contro il coronavirus. «Apriamo le finestre, usciamo sui balconi e suoniamo insieme anche se lontani. Non importa saper leggere la musica, suonare uno strumento o possederlo; basta anche cantare una canzone o far suonare le pentole di casa, l’importante è farci sentire perché la musica è la migliore medicina per curare l’anima e in questo momento ne abbiamo bisogno».
Un «Flashmob sonoro!».
Un modo per sentirsi uniti dalla musica, in questo periodo di isolamento casalingo da coronavirus. Quindi l’invito è «rompere il silenzio».
Stiamo combattendo e dobbiamo vincere questa guerra che sembra privarci degli affetti più cari, perché non possiamo più abbracciarci. Ma solo per ora!