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Ambiente & Turismo

Nel “Piccolo Tibet”, Santo Stefano di Sessanio

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Il “Paese di Pietra” nel quale le “case-mura” presero il posto delle fortificazioni.

Siamo a Santo Stefano di Sessanio, il paese di pietra, che grazie al sapiente restauro conservativo, consente di scoprire inalterati i tratti storici ed architettonici del Trecento e del Quattrocento.  Ci troviamo nella parte meridionale del Gran Sasso, sotto Campo Imperatore, lo stupendo enorme altopiano, posto a una quota tra i 1500 e i 1900 metri, là dove il pendio sale dolcemente, in un alternarsi di brecciai, fiumare e pareti rocciose.

 

Conosciuto come il “Piccolo Tibet”, poiché le cime che lo circondano sono tra le più elevate e suggestive dell’Appennino, il territorio è di origine tettonica, modellato dalle alluvioni e soprattutto da ghiacciai, neve e fenomeni periglaciali. Visibili e suggestive le morene di quello che, fino a quindicimila anni fa, era il ghiacciaio più grande dell’Appennino con una superficie di oltre venti chilometri quadrati. 

Questi luoghi, negli anni dal 73 al 75 furono oggetto di ricerche da parte del prestigioso Istituto di Antropologia e Paleontologia umana dell’Università di Pisa, guidato dal prof. Mario Radmilli. Vennero alla luce centinaia di reperti di 100 mila – 50 mila anni fa ed il primo fossile umano d’Abruzzo datato 80 mila anni.

Scorgiamo una pianura con un bellissimo, piccolo, lago alimentato dallo scioglimento delle nevi nei pressi del quale durante le medesime ricerche è stata rinvenuta una particolare ceramica detta a “squame” o di stile Spilamberto risalente a 4000 anni fa.

Ci troviamo a poca distanza dal centro storico del borgo, ma ancora “fuori le mura” e il laghetto di Santo Stefano ci accoglie con un gioco di luci e specchi che ci presentano la Chiesa della Madonna del Lago. Risalente al XVII secolo l’edificio è a navata unica, in stile barocco, con un portico sulla facciata. La chiesa, immersa in un prato, è così vicina al lago da sembrarne parte.

Risaliamo il pendio ed i colori vividi cominciano a sfumare. Le prime notizie storiche inerenti Santo Stefano di Sessanio datano l’insediamento al 1239 e il territorio viene riportato in documenti ecclesiastici come proprietà del monastero di San Vincenzo al Volturno. Dal XII secolo fece parte del distretto della Baronia di Carapelle seguendo le alterne vicende della baronia, nel 1415 venne donato ad Antonio Piccolomini da Re Ferrante e venduto ai Medici nel Cinquecento da Costanza Piccolomini, sino all’abolizione del feudalesimo.

Costruito interamente in pietra calcarea, sulla quale si scorgono i segni lasciati dal tempo e dalle intemperie, Santo Stefano di Sessanio è un affascinante groviglio di stradine, archi e gallerie “monocromatico”, quel bianco opaco che dà l’idea di trovarsi in una fiaba.

La porta urbica, restaurata nel XVI secolo, si presenta come un blocco turrito con arco a sesto acuto e presenta una caditoia. Benché di epoca antecedente, è sormontata dallo stemma gentilizio dei Medici ed al suo fianco sorge la cappella medicea con il suo campanile a vela. Il portale, tipicamente barocco riporta il timpano curvilineo spezzato e l’interno è a navata unica. L’altare maggiore a cappella con architrave, ospita una nicchia con la statua della Beata Vergine Maria del Carmine.

Posta all’apice dell’insediamento la Torre di vedetta a pianta circolare, che seppur antecedente porta lo stemma mediceo. Distrutta dal terremoto del 2009 è stata perfettamente restaurata utilizzando esclusivamente il materiale originale recuperato. Alta 18 metri, merlata in sommità, ha un apparato a sporgere sostenuto da mensole di pietra. A metà altezza l’ingresso incorniciato in pietra ed in alto una piccola finestra.

Vicino alla Torre il palazzo mediceo dalle bellissime logge, per la cui realizzazione furono chiamati direttamente da Firenze maestri scalpellini, con i grandi bastioni e le finestre bifore di stile tardo gotico.

La chiesa di Santo Stefano si presenta con un bellissimo portale romanico ed è articolata all’interno in un’aula con cinque campate, rispetto alla quale spiccano l’abside a semicerchio e le cappelle, tutte costruite intorno all’ampio presbiterio. Il campanile laterale è una torre quadrata con cuspide piramidale.

Fusi con le case si mostrano i contrafforti delle mura che, in questo come in altri borghi limitrofi, vengono sostituite dalle famose “case-mura” caratterizzate da mura spesse e piccolissime finestre che davano sull’esterno del paese, le quali consentivano alla popolazione di difendersi da incursioni esterne.

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