Diritti umani
Nel Congo 40mila bambini usati per estrarre cobalto, indispensabile per smartphone e tablet

40mila bambini lavorano nelle miniere a mani nude respirando i fumi tossici del prezioso minerale, indispensabile per la produzione di telefoni cellulari e tablet.
di Vito Nicola Lacerenza
Secondo un rapporto dell’UNICEF, nella Repubblica Democratica del Congo circa 40 mila bambini sono costretti a lavorare nelle miniere di cobalto, minerale utilizzato per produrre le batterie al litio impiegate per smartphone, tablet, computer portatili e auto elettriche. Aziende high-tech come Apple, Dell, Samsung o case automobilistiche come Volkswagen, Fiat-Chrisler e General Motors hanno bisogno ogni anno di migliaia di tonnellate di cobalto per realizzare i loro prodotti. Il mercato mondiale del prezioso materiale è rifornito per il 60% dalle miniere congolesi, dove bambini di circa 10 anni d’età trascorrono intere giornate nel fango, estraendo a mani nude il cobalto. Una volta raccolto il minerale, i piccoli lo ripongono in grossi sacchi che trascinano fino a un fiume per eliminare il fango dal cobalto, le cui esalazioni tossiche incidono pesantemente sulla salute dei bambini.
I più grandi marchi dell’industria high-tech hanno garantito di non utilizzare il cobalto congolese e la casa automobilistica americana Tesla ha dichiarato di acquistare soltanto quello estratto negli Stati Uniti. Ma gli esperti nutrono seri dubbi sulla veridicità di queste dichiarazioni. Tesla è intenzionata a produrre entro la fine del 2018 500.000 automobili, per cui sono necessarie 7.800 tonnellate di cobalto. Le miniere americane però hanno previsto per quest’anno un’estrazione di appena 7.440 tonnellate di cobalto. Il frenetico mondo dell’high-tech sarebbe destinato a fermarsi senza il cobalto delle miniere congolesi, che per i bambini del posto rappresenta l’unica fonte di sussistenza. «I miei genitori sono morti ed io vivo con mia nonna- ha spiegato Ziki Swaze, minatore congolese di 11 anni- lavoro per comprarle da mangiare».