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Nasce la Dante Global, piattaforma digitale della Società Dante Alighieri

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A Vibo Valentia l’annuncio della nascita della piattaforma digitale si accompagna alla lectio su la poetica di Dante del professor Romeo Bufalo.

Nell’auditorium del Liceo Classico “M. Morelli”, organizzato per la Società Dante Alighieri, comitato di Vibo Valentia, dalla presidente Maria Liguori Baratteri, l’incontro culturale per l’annuncio della nascita della piattaforma digitale Dante Global.

A impreziosire l’evento la coinvolgente Lectio Magistralis del professor Romeo Bufalo, docente di Estetica dell’Università della Calabria “L’amore del pensiero. Verità e bellezza a partire dalla poesia di Dante”.

Ai saluti di rito, affidati al dirigente dell’istituto ospitante, ingegner Raffaele Suppa, e alla presentazione della coordinatrice dell’evento, professoressa Maria Concetta Preta, ha fatto seguito l’introduzione a cura della presidente de La Dante, comitato di Vibo Valentia, professoressa Maria Liguori Baratteri.

L’incontro

La Liguori Baratteri ha ricordato che La Dante, fondata nel 1889 da alcuni intellettuali guidati da Giosuè Carducci, ha lo scopo di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo.

500 i comitati, sparsi nel mondo, la cui principale funzione è ravvivare i legami con i connazionali all’estero e il suscitare il culto e l’amore per la civiltà italiana negli stranieri.

Ha quindi comunicato l’importantissima innovazione della società, la piattaforma digitale che porta il nome di “Dante Global”. Una agorà che, superando i confini geografici, consentirà una esperienza tra formazione e intrattenimento. Una proposta rivolta a studenti e docenti per apprendimento e insegnamento della lingua italiana di qualità.

La lectio del professor Bufalo

A completare l’incontro lo splendido intervento del professore Romeo Salvatore Bufalo, docente di Estetica dell’Università della Calabria.

Il professore ha esordito sostenendo che il senso, o uno dei sensi possibili, della poesia di Dante può essere individuato in quel “sapere d’amore” o “intelletto d’amore”, che non solo fu nucleo della poetica stilnovista, ma che inaugurò un nuovo modo di pensare.

Un “pensare” che suggerisce una soluzione alla frattura base della filosofia occidentale che sembra opporre, in modo inconciliabile, Verità e Bellezza. “Ciò che è massimamente visibile e godibile nel suo splendore manifestativo non è conoscibile e ciò che è conoscibile scientificamente, non è visibile o godibile.”

Quindi come è possibile un piacere della conoscenza, ossia una conoscenza che mossa dal piacere che il sapere inneschi l’esperienza conoscitiva?

Verità e bellezza nella poesia di Dante

Il godimento artistico si pone, in pieno periodo dantesco, come l’esperienza di un piacere che conosce, come una bellezza che è anche verità e viceversa.

Questo sapere, in cui verità e bellezza finalmente comunicano, è ciò che appare ai poeti del ‘200 e del ‘300 come ‘intelletto d’amore’ nella figura di una Donna, in cui la scienza gode ed il piacere sa.

In tale quadro, sapere d’amore vuol dire che la Bellezza deve salvare la Verità e viceversa. E in questa doppia salvezza si realizza la conoscenza, come esperienza in cui piacere e conoscenza si uniscono in una relazione armonica ed efficace. Questo intreccio amore-sapere si ritrova in molti luoghi della Commedia, ma raggiunge una forma di compiuta espressione lirica nel Canto XXXIII del Paradiso, che segna il termine del viaggio allegorico e poetico di Dante, in cui il poeta realizza finalmente il suo desiderio.

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