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Cinema & Teatro

Nakba, per raccontare e ricordare un popolo in esilio

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Tempo di lettura: 2 minuti

Il magnifico racconto teatrale di Mazzi -Frattaroli, in scena a Roma all’Off Off theatre.

 di Isabel Russinova

Il bellissimo libro di Muhammad Al-Qayasi, Testimone oculare – libro del figlio, diventa un intenso momento teatrale, in scena a Roma all’ Off Off theatre diretto da Silvano Spada. Il testo affronta il delicato tema palestinese in maniera struggente ed incisiva. Per il testo sono stati estrapolati dal libro venti sintagmi, restituiti in venti caligrammi , ognuno dei quali racconta, con immagine , musica, grafia, voce e poesia, la storia  “del figlio” , la storia di Al Quaysi,  nato a Kafr’Ana  ad undici chilometri da Giaffa, dove, da lì, un giorno, è stato costretto, con la madre  e la sorella, ad andare via. Il suo villaggio fu spopolato alla fine d’aprile del 1948, l’obbiettivo era quello di aprire una strada verso Lidda e oggi sulle terre appartenute a Kafr’ Ana sorge una collina israeliana, la collina ora si chiama Or Yehuda e non c’è più nessuna traccia delle vecchie case.   Quell’ esodo segna l’inizio dell’esilio di Muhammad, ma accomuna le tante storie di tutto questo popolo, perché nella vita di ogni palestinese c’è sempre una strada per Lidda.

L’opera teatrale è una splendida commistione tra poesia e politica, tra ricordo e memoria, lo spettacolo coniuga il tema esistenziale con quello sociale e politico attraverso la strada della poesia.

Nella scarna ma forte messa in scena, ecco la voce di Franco Mazzi che narra la storia del figlio, accompagnato dalle composizioni musicali del palestinese Trio Joubran.

Nakba è una storia forte, drammatica, che non ti lascia mai, ti prende e ti porta là, a vivere quell’ esodo e soffrire quell’esilio.

Nakba, che è il termine che indica l’insieme  degli eventi  che nel 1948 hanno comportato la pulizia etnica del paese e costretto i palestinesi nella condizione di profughi,  vede protagonista l’ interpretazione di Franco Mazzi accompagnata dalla dizione in lingua araba e canto mawwal di Samia Qazmuz Bakri , il flauto palestinese di Mohamed Alzamel, gli  interventi in audio della soprano Patrizia Polia, e del basso Federico Benetti, la calligrafia Araba di Ahmef Rifae, il disegno luci di Alessio Pascale e l’audio  di Marco de Angelis. Le splendide  elaborazioni audio video, la composizione melologica e la regia sono di Enrico Frattaroli. La produzione è firmata Frattaroli e Mazzi

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