Tecnologia
Il mondo web e high-tech bipolare

Il gigante asiatico lancia la sfida agli Stati Uniti nel campo della tecnologia puntando sull’innovazione.
di Vito Nicola Lacerenza
Dalla fine degli anni ottanta la supremazia nella tecnologia è sempre stata a stelle e strisce. In parte lo è ancora oggi: google, microsoft, apple e amazon sono i colossi dell’industria tecnologica americana con un giro d’affari di oltre 400 miliardi di euro. Leaders incontrastati finora del settore, che adesso dovranno fare i conti con la concorrenza cinese. Concorrenza non più fatta “di brutte copie” di scarsa qualità e dal costo bassissimo, bensì di ricerca e innovazione sia nel campo high-tech sia nel web. Un elemento indicativo della competizione in atto tra le due super potenze è il dato sul numero di vendite di smartphone nell’ultimo trimestre 2017: si conferma prima (per l’ennesima volta) Apple con 47 milioni di iphone venduti, subito seguita però dalla rivale cinese Huawei, con 39 milioni di iphone venduti. Il gap qualitativo tra i prodotti dei due marchi è ancora rilevante, certo, ma il fatto di vedere un’ azienda cinese fare concorrenza agli Stati Uniti, diventando numero due del mercato mondiale, sarebbe stato impensabile fino a una decina di anni fa.
Va detto però che dietro il successo commerciale di Huawei, oltre ad investimenti miliardari nello sviluppo di tecnologie di ultima generazione, c’è anche il mercato interno più grande del mondo: d’altronde la Cina ha una popolazione di circa due miliardi di persone di cui 700 mila sono utenti internet. Significa che nel gigante asiatico le persone che navigano in rete sono, circa, il doppio degli abitanti degli Stati Uniti. Un bacino d’utenza enorme che ha permesso la nascita delle omologhe cinesi di amazon e facebook, ovvero Alibaba e Tencement. La seconda, così come facebook è proprietario di whatsapp, ha sviluppato una app di messaggistica: “wechat”, usato nel Paese asiatico. Per molti occidentali potrebbe risultare difficile immaginare di connettersi senza facebook o amazon e persino google, ma navigare in internet in Cina è tutta un’altra storia: il motore di ricerca utilizzato dagli utenti è “baibu” (soprannominato “il google cinese”). Sono esempi che testimoniano la nascita di un universo tecnologico parallelo a quello comunemente conosciuto in occidente e che si allarga al campo delle applicazioni usate per il pagamento online e altro. Anche uber, l’app con cui è possibile prenotare un autista, un servizio alternativo al taxi tradizionale, è stato soppiantato all’interno dei confini nazionali dalla suo gemello cinese “didi Chuxing”. Al momento il Paese del dragone nella corsa al primato tecnologico resta ampiamente dietro gli USA, che per la prima volta hanno una nazione intenzionata a batterli su un campo dove pensavano di essere soli.