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Diritti umani

Mentre il mondo combatte il covid-19, il “Revenge Porn” invade le chat peggio del virus

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Tempo di lettura: 3 minuti

Da qualche settimana si è diffuso online un raccapricciante fenomeno chiamato “Revenge Porn”. Anche Anonymous sulle tracce di questi criminali del web.

di I. C.

Cos’è il Revenge Porn? 

Non molti sono a conoscenza di un’app di messaggistica instantanea scaricabile su smartphone, “Telegram”, che permetterebbe di creare chat e gruppi in totale anonimato grazie alla protezione crittografica, una delle tante caratteristiche che lo differenzia dal comune Whatsapp.

Telegram permette ai suoi utenti, in termini di privacy, la possibilità di comunicare al sicuro dagli occhi indiscreti di governi e agenzie di sicurezza già dal 2013; da qui lo sfruttamento di tale capacità per dare inizio a piraterie e gruppi illegali.

Il Revenge Porn è stato denunciato come uno scambio e/o vendita di materiale pornografico e pedopornografico non consensuale a danno di donne e minori. Foto e video intimi di proprie fidanzate o ex, alcuni tra i quali realizzati inconsapevolmente dalle stesse, stanno facendo il giro in gruppi di chat creati allo scopo, con all’interno una stima di 40mila membri. 

Come già accennato, purtroppo le vittime non sembrano essere solo donne e giovani donne: è stata testimoniata anche la presenza di materiale infantile e preadolescenziale, spesso procurato dai genitori stessi e sotto richiesta dei membri. 

Molte persone che hanno scoperto che le loro immagini intime vanno in giro in queste macabre chat, stanno facendo il possibile per denunciare gli atti ed eliminare dal web le proprie tracce. Questo grazie anche all’aiuto di molte pagine e associazioni che hanno messo a disposizione vari link allo scopo di segnalare il raccapricciante fenomeno: una di queste è “Protection4kids”, una ONG formata da giovani che permette ad ogni vittima di chiedere aiuto al seguente link https://protection4kids.com/segnalazioni-tratta-di-minori-e-pedo-pornografia-online/.

Anche la redazione de “Le Iene”, particolarmente sensibili all’argomento, hanno messo a disposizione un servizio online per le vittime. 

“Qualcuno che ha foto anche di minorenni?” È una delle richieste più agghiaccianti fatte in una chat. Un titolo che lascia poco all’immaginazione e che raccoglie oltre 36mila iscritti su Telegram. “In tantissimi ci avete segnalato l’esistenza di questo gruppo dove gli utenti si scambiano in continuazione foto e video intimi in cui si vedono adulti ma anche corpi giovanissimi. Materiale che poi finisce su siti e portali porno inchiodando così per l’eternità quel momento che da intimo diventa alla portata di tutti. Se siete anche voi vittime e i vostri video girano dentro Telegram ma anche fuori, a partire da oggi l’Emme Team ha messo a vostra disposizione un servizio apposta sul loro sito https://www.emme.team/.

Accedendo al loro portale potrete fare richiesta per rimuovere il materiale pubblicato senza il vostro consenso. È sufficiente compilare il modulo indicando su “seleziona servizio”, l’opzione “telegram” e il team si occuperà gratuitamente di richiedere i blocchi dovunque il vostro video compaia e cercheranno di identificare i responsabili della diffusione. È importante che le richieste siano inviate dalle vittime o da un loro familiare se hanno un’età inferiore ai 16 anni”, scrivono Le Iene sul loro sito web.

Anche i noti hacktivisty di “Anonymous Italia” rabbrividiscono per la grave violazione, e hanno voluto dare il loro contributo rilasciando un video messaggio che dichiara guerra agli agghiaccianti gruppi Telegram, chiedendo l’aiuto e il contributo a tutta la community di internet per fermare il fenomeno. 

“Nessuno di noi può rimanere fermo a guardare impassibile”, scrivono gli hacker, “solamente grazie al vostro aiuto potremmo sfruttare appieno i nostri strumenti riuscendo così a estrapolare i nomi e cognomi associati agli account incriminati”

Il video messaggio ha riscosso subito grande successo e grazie alle numerose segnalazioni dichiarano di essere entrati in possesso di nomi, cognomi, email, profili social, account Paypal di centinaia di membri presenti nei vari gruppi di Telegram. “Sono pochi dati ma fondamentali per risalire ai fondatori di gruppi vari. Il vero information gathering arriverà nei prossimi giorni, con la fase due”, spiegano infine gli hacktivisti.

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