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Arte & Cultura

Luca Pizzurro e Charlie Chaplin, alla scoperta di un genio mondiale

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Tempo di lettura: 5 minuti

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Intervista a Luca Pizzurro

 

Di Francesca Rossetti

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Luca Pizzurro, attore e regista teatrale, ha recentemente presentato un interessante spettacolo su Charlie Chaplin al Teatro Torrino di Roma (del quale è il Direttore), riscuotendo un grande successo di pubblico e critica. Ecco cosa ci racconta di questo grande personaggio che ha fatto la storia della cinematografia mondiale.

Chi è Luca Pizzurro e come nasce l’idea di uno spettacolo su Charlie Chaplin?

Luca Pizzurro nasce a Roma il 17 marzo del 1977 , fin da bambino ha sempre avuto una forte attrazione per lo spettacolo in generale e per il canto in particolare. Sogna di fare il cantante e l’architetto , l’idea della “costruzione” che risiede nel lavoro di architetto trova invece una sua effettiva realizzazione nel teatro dove invece di costruire case impara a “costruire” e raccontare storie . Inizia a studiare teatro all’età di 13 anni e a 14 debutta in teatro in una compagnia professionale , la sua carriera cammina di pari passo con lo studio che non lascerà mai . Appassionato di Storia del Teatro del novecento è attratto da Eugenio Barba , Jerzy Grotowsky e Stanislavskij , e il suo stile si fonda totalmente sulla ricerca della verità e della credibilità in scena. Lavora in teatro , nel cinema e nella televisione come  attore in numerosissime produzioni al fianco di attori come : Monica Guerritore, Nando Gazzolo, Luigi De Filippo , Sofia Loren, Arnoldo Foà che sarà il suo importantissimo maestro e al quale sarà legato fortemente fino al giorno della sua morte . Come regista debutta a diciotto anni e a ventuno fonda la sua compagnia Viaggi&Miraggi attiva ancora oggi con la quale ottiene numerosi e prestigiosi riconoscimenti : Premio del Teatro classico di Altamura , Premio Teatro Argentina di Roma- AGIS . Come Regista ha appena ricevuto il PREMIO FERSEN ALLA REGIA del Piccolo Teatro di Milano per lo spettacolo da lui scritto e diretto su Edith Piaf dal titolo Je M’en Fous 

Come autore nel 2015 vince il primo premio al Festival Internazionale di Drammaturgia Lago Gerundo con il Testo L.P.NOME E COGNOME . 

L’idea di scrivere uno spettacolo su Charlie Chaplin nasce dall’esigenza di raccontare la vita dell’uomo Charlie Chaplin e non dell’artista. Luca Pizzurro inizia a scrivere il testo STORIA DI UN UOMO dopo un viaggio a Londra che gli ha permesso di entrare in contatto e di studiare da vicino i luoghi e le atmosfere realmente vissute da Charlie Chaplin, sfortunato bambino di Kennighton Road . Molte le fonti di ispirazione che è riuscito a raccogliere durante il viaggio , a partire dal manicomio in cui fu rinchiusa la mamma di Charlie , all’ospizio dei poveri in cui fu rinchiuso lui in un momento molto triste della sua vita . Come spesso accade negli spettacoli di Luca Pizzurro , anche questo è nato da suggestioni che piano piano hanno cominciato a prendere vita grazie al corpo e alle voci degli attori , al loro sudore e alla loro fatica , ai momenti di sconforto e quelli di esaltante felicità.

La storia che racconta la vita di Charlie prima del successo segue idealmente la costruzione del film IL MONELLO , uno dei film più autobiografici ma poi Pizzurro una volta raggiunto il primo vero successo sospende la narrazione e crea un salto temporale di 30 anni e allora lo spettatore migra da Londra alla Svizzera , luogo dove Charlie risiederà fino  alla fine dei suoi giorni , per incontrarlo in ambito familiare ed è lì che l’autore compie un vero e proprio primo piano sulla quotidianità di una famiglia celebre come quella dei Chaplin . Quello che scoprono gli spettatori è tutt’altro che rassicurante. Un uomo incapace di dimostrare affetto ai suoi figli che vive totalmente chiuso nel suo passato senza la capacità di affrontar il presente tanto da spingere la figli Jane, protagonista della seconda parte dello spettacolo a definirsi “Figlia di un’icona e orfana di padre “.

Cosa ha di diverso dai normali documentari su questo grande artista e quali lati inediti verranno messi in luce?

Innanzitutto questo non è un documentario , c’è inevitabilmente il mio punto di vista personale , c’è l’esigenza di entrare nella sua vita come faccio ogni volta in cui interpreto un ruolo , sono partito dalla sua vita per raccontare lui ma come ogni attore fa alla fine un personaggio vive e si nutre anche dell’anima di chi lo interprete . Così sono abituato a fare da attore . Così faccio da autore.” 

Chi era Chaplin nella vita privata e quali differenze emergono rispetto al suo personaggio principale, Charlot?

Il personaggio di Charlot è uno di quei tanti vagabondi che Charlie ha incontrato da bambino davanti ai pub quando andava alla ricerca di suo padre , attore nei pub londinesi dei primi del 900. Nel personaggio di Chaplin c’è la fame che ha sofferto , il freddo, l’incedere incerto e buffo come è stato il cammino della sua vita incerto e buffo . Nella vita privata in particolare modo , da padre Charlie e’ stato un uomo lontano , chiuso nel suo studio quasi tutto il giorno, lontano dai figli e dal loro bisogno di affetto . Un uomo votato al lavoro con un unico pensiero, ” rievocare il passato ” . I suoi film in fondo sono un modo per tenere vivo un periodo della sua vita che nonostante il dolore, la povertà e l’infelicità si è attaccato a lui come una macchia indelebile .”

Quale fu la sua vita prima del successo e come riuscì a conquistarlo?

La sua vita è stata “un lungo lento , affannato susseguirsi di passi ” è così che amo definirla . Una vita disgraziata senza la figura paterna per buona parte della sua infanzia con una madre in manicomio ed il bisogno di tirare avanti . Il Teatro non era all’inizio altrove non un modo per guadagnare e sopravvivere e come accade quando c’è una motivazione forte come la fame a spingerci , il bisogno di essere bravi diventa necessario . Ha studiato una vita per perfezionarsi . Il successo cominciò a conquistarlo quando il suo primo produttore Karno lo fece andare a fare il numero dell’ubriaco in America , tornato da lì cominciò a capire che quella poteva essere la sua strada .” 

Quale rapporto aveva con moglie e figli e come lo vedevano loro al di fuori del palcoscenico?

Ebbe più di una moglie ma senz’altro Oona O’Neil fu la donna che lo accudì fino alla morte con una dedizione quasi maniacale, in fondo Charlie per lei era un uomo molto più grande che avrebbe potuto essere suo padre . Lei proveniva da una famiglia importante , sarebbe potuta diventare a sua volta una famosa attrice o scrittrice eppure dedicò la sua vita alla costruzione del mito Chaplin, tenendolo a riparo dalle distrazioni e dalle inutilità che lei considerava essere il giocare con i figli, portarli a scuole, provare a parlare con loro , vederli crescere , amarli . Questo atteggiamento della madre ha segnato profondamente la vita dei figli che probabilmente nella solitudine ed il silenzio delle loro stanze avranno più volte desiderato essere FIGLI DI UN UOMO NORMALE .”

Davvero bravissimo Luca e per informazioni https://www.facebook.com/lucapizzurro?fref=ts

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