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Lo strano furgoncino in sosta da trentadue anni in zona Circo Massimo, nel centro di Roma

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Il furgoncino che sosta da trentadue anni a due passi dal Circo Massimo, nel pieno centro di Roma, non avrebbe potuto passare inosservato, viste le numerose bandiere che ne ricoprivano il tetto oltre a pupazzi, giochi e coloratissime biciclette. 

di Giordana Fauci

 Era il 1990 quando un furgoncino insolito, interamente ricoperto di pupazzi, giochi e coloratissime biciclette, sostava a due passi dal Circo Massimo, nel pieno centro di Roma.

 …Un furgoncino che, oltretutto, non avrebbe potuto passare inosservato, viste le numerose bandiere che ne ricoprivano il tetto.

Del resto, il 1990 era l’anno dei Mondiali di calcio e tutti possedevano almeno una di quelle bandiere, mentre sognavano un goal di Totò Schillaci e intonavano Notti Magiche di Gianna Nannini, sotto il caldo cielo stellato di Roma.

Ma seppur è vero che all’epoca la vista di cotante bandiere era del tutto giustificata, è ancor più vero che, nel corso di questi lunghi anni, non avrebbe dovuto più esserlo e qualcuno avrebbe dovuto porsi domande sul motivo di quell’insolita sosta prolungata.

Anzi! É ingiustificabile che nessuno da allora si sia fatto carico di segnalare la suastrambapresenza.

Già! Perché quel furgoncino, ancor oggi, dopo ben trentadue anni è sempre lì, posteggiato in via di Valle delle Camene, all’inizio del Parco di Porta Capena, sommerso da bandiere oramai scolorite: quelle stesse che risalgono al 1990 e che primeggiano ancora tra altri vessilli sbiaditi e pupazzi che hanno perso ogni forma.

Ancor più strano, poi, il fatto che nessuno lo abbia segnalato e/o abbia deciso di attivarsi per saperne di più, visto che il furgoncino non si è mai spostato ed è da sempre posteggiato in una zona centrale di Roma, nel Municipio I, per l’appunto, a due passi dal centro storico.

Difficile credere che nessuno lo abbia notato!

Un furgoncino che, oltretutto, ha creato e crea ancor oggi notevoli problemi, finanche al decoro urbano, visto che, al di là del suo simpatico aspetto, non rappresenta altro che un cumulo di rifiuti oltremodo complessi da smaltire.

E, ad onore del vero, non vederlo è impossibile: tanto più per la sua somiglianza con una capsula, a causa del cellophane che lo avvolge in larga parte, oltre che per le tante bandiere e pupazzi rimasti. A non dimenticare i resti di festoni, peluche di delfini e finanche gli svariati ombrelloni aperti su ogni suo lato.

…Sembra un’opera d’arte installata in una posizione strategica. Invece, si tratta solamente di un furgone abbandonato e dall’aspetto indubbiamente insolito.

Una dimenticanza davvero intollerabile e ingiustificabile: sia per chi lo ha abbandonato, sia per i Sindaci che si sono succeduti in questi trenta anni e non hanno fatto alcunché per eliminare il vistoso cumulo di rifiuti, seppur pittoreschi, ribadiamo!

Una noncuranza simbolica, certo, ma sintomatica della staticità di alcune situazioni.

Eppure la segnalazione di autoveicoli abbandonati può avvenire da parte di qualsiasi cittadino.

Davvero incredibile che nessuno lo abbia fatto!

Ancor più insolito, poi, che non siano stati effettuati controlli ad opera delle Forze dell’Ordine e/o dei Vigili Urbani che, abitualmente, gestiscono il traffico proprio in quel tratto di strada e, in ogni caso, pattugliano ogni tratto della capitale. 

Del resto, lo smaltimento dei rifiuti è da sempre un problema-principe nella Città Eterna.

Perché, sebbene cambino le amministrazioni, taluni nodi, quali ad esempio la gestione del verde pubblico o il problema delle incursioni dei cinghiali nei centri abitati, rimangono irrisolti e continuano a ricorrere in maniera ciclica.

Inoltre, nel caso di specie, non si può dire che di tempo per indagare non ne sia trascorso a sufficienza.

…Perché di tempo, invero, ne è trascorso talmente tanto che oramai era diventato normale osservare quella presenza ogni volta che si passava di lì: proprio come si trattasse di una raffigurazione artistica costitutiva del luogo.

Perché, del resto, si fa l’abitudine a tutto: finanche a coloratissimi rifiuti.

E, poi, diciamo la verità: da oggi in poi, quando ci troveremo a passare nei pressi del Circo Massimo, il pensiero di ognuno non potrà non essere rivolto a quell’insolito furgoncino a cui tutti avevano fatto l’abitudine, seppur sbiadito e oramai vetusto.

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