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Diritti umani

“Lo Spettro di Putin”: la nuova opera di Harry Greb all’ombra del Colosseo

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Lo Street Artist romano Harry Greb ha realizzato la sua nuova opera pittorica: un disegno che rappresenta il leader russo Vladimir Putin intento ad imbrattare il segno della pace con numerosi missili stilizzati di un colore tristissimo, il nero, mentre i colori blu e giallo della bandiera ucraina fanno da sfondo.

 di Giordana Fauci

Nella notte del 1 marzo lo Street Artist romano Harry Greb ha portato a termine la realizzazione della sua nuova opera pittorica: un disegno che rappresenta il leader russo Vladimir Putin intento ad imbrattare il segno della pace con numerosi missili stilizzati di un colore tristissimo, il nero, mentre i colori blu e giallo della bandiera ucraina fanno da sfondo.

Il noto Street Artist ha apposto diversi poster sul ponte di Via degli Annibaldi, intervallandoli da fogli bianchi che invitano ogni passante a lasciare un pensiero.

Harry Greb ha oramai raggiunto una popolarità del tutto inaspettata: si è letteralmente “preso i muri di Roma”, come fossero tele, per rappresentare opere conosciute in tutta la Capitale e non solo, quali lo “Schiaffo del Papa”, ovvero gli “Omaggi ad Ennio Morricone” ed a “Gigi Proietti”.

L’artista racconta da più di un anno i tempi e gli avvenimenti in ogni angolo della città ma, soprattutto, nel quartiere di Trastevere, perché ha deciso di uscire dalle gallerie e dagli show-room per rendere tutti partecipi delle sue creazioni che, da allora, hanno incominciato ad essere reputate vere e proprie opere d’arte.

Il colore blu in alto a rappresentare il cielo; il giallo in basso, a rappresentare il grano, simbolo per eccellenza dell’Ucraina suscitano non poca emozione e commozione in questa sua ultima opera.

Con il Colosseo a fare da sfondo, Greb ha collocato in primo piano Putin, intento a “sporcare” il segno della pace con dei terrificanti missili neri.

Una rappresentazione molto eloquente dei tempi duri che stiamo vivendo e del clima di tensione causato dalla guerra.

Il murale fa riferimento all’azione violenta messa in atto dal leader russo nei confronti dell’Ucraina.

Una chiara rievocazione della tremenda notte del 24 febbraio scorso, quando Putin ha deciso di bombardare i punti militari strategici dell’Ucraina e distruggere così ogni pretesa di pace e diplomazia.

Putin, invero, oltre ad essere rappresentato mentre è intento ad imbrattare il murale, dimostra, con i suoi gesti decisi e precisi, di aver voluto imbrattare finanche la memoria, la storia e ogni pretesa di confronto democratico, tanto caro alla nostra Europa.

Il poster, attaccato all’estremità del ponte, è accompagnato da una serie di copie collocate per tutta la lunghezza e intervallate da fogli bianchi che invitano i passanti a lasciare un messaggio.

Tra tutti ce ne è uno in cui si legge: “La guerra è solo per motivi economici, combattuta per interessi di persone forti che non fanno altro che mandare al macello persone deboli”.

E, poi, un altro in cui si legge: “Le popolazioni civili muoiono per i potenti della Terra”.

Ed a questo ne seguono molti altri ancora, tra cui primeggia: “Stop war”.

Ma Putin, a dire il vero, non sembra intenzionato a fermarsi: oltre ai massacri dell’Ucraina sembra voler procedere oltre.

Probabilmente verso l’Occidente.

Vladimir Milov, uno dei consiglieri dell’opposizione russa, lo ha detto chiaramente stamattina, dopo essere giunto a Milano per partecipare alla mostraSacharov. I diritti umani nel cuore dell’Europa”, tenutasi presso il Luiss Hub ed organizzata con l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo.  

Milov ha esposto chiaramente il suo pensiero che è, poi, comune a quello di molti altri: “Putin sta combattendo due guerre. La prima contro l’Ucraina e contro il popolo russo che lotta per la libertà e viene incarcerato e selvaggiamente picchiato; l’altra contro tutti i Paesi della Nato. Per questo è evidente che non si fermerà…”.

A parere di Milov che, dopo aver ricoperto il ruolo di vice-ministro durante il primo mandato presidenziale di Putin nel 2002 è, poi, passato all’opposizione finendo così anche in carcere, “Putin potrà cadere grazie ai soli movimenti di protesta dal basso o per congetture da pezzi del governo, anche se si è circondato da yes man, tentando di eliminare qualsiasi voce contraria attorno a lui…”.

Del resto, in questi giorni, gli arresti dei russi che hanno voluto manifestare pacificamente il loro dissenso, semplicemente mettendo un fiore o lasciando un pensiero davanti all’Ambasciata ucraina sono ben settemila.

E, a quanto pare, decine di migliaia di persone sono intenzionate a scendere ancora in piazza.

Essere arrestati per aver espresso il proprio dissenso, tra l’altro in modo pacifico, così come ha fatto Harry Greb con l’esposizione della sua ultima opera, è normale in un Paese civile e democratico.

La stessa manifestazione di pensieri ed opinioni che accompagnano la sua opera è espressione di libertà… Un diritto inviolabile ed insopprimibile.

Ecco perché nessuno può più rimanere indifferente dinnanzi a cotante barbarie.  

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