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L’Italia e il lavoro visti da un giovane imprenditore di successo: Mauro Moretti ospite di Starting Finance

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Diventare imprenditori nel mondo della finanza a poco più di trent’anni si può: Mauro Moretti, giovane finanziere umbro con esperienze in tutto il mondo, ha dal 2013 fondato Three Hills Capital Partners, un fondo di private equity capital con sede a Londra che si appresta ad aprire la sua prima sede europea proprio a Milano

Diventare imprenditori nel mondo della finanza a poco più di trent’anni si può: Mauro Moretti, giovane finanziere umbro con esperienze in tutto il mondo, ha dal 2013 fondato Three Hills Capital Partners, un fondo di private equity capital con sede a Londra che si appresta ad aprire la sua prima sede europea proprio a Milano: “Il nome del fondo è un tributo all’Italia, le tre colline sono quelle del paese di Collazzone in Umbria, dove ho passato la mia infanzia con i miei nonni”, ha spiegato l’imprenditore collegato in diretta con Starting Finance, la startup e il network di giovani esperti e appassionati di finanza, che punta a lavorare per diffondere in Italia la cultura dell’informazione finanziaria. Nell’ultimo appuntamento con le #SFLive, il format di interviste trasmesse dai profili social di Starting Finance che ha già accolto decine di protagonisti dell’economia e delle istituzioni, Moretti ha raccontato il suo percorso imprenditoriale e ha spiegato come vede i problemi dell’economia italiana dal punto di vista di chi fa finanza di mestiere.

“All’interno delle storie aziendali italiane che mi trovo a conoscere”, ha spiegato Moretti, “mi pare esserci una sottovalutazione dell’importanza della flessibilità sul posto di lavoro e uno sbagliato rapporto fra istituzioni e aziende. Qui parlo sia dell’aspetto fiscale che del versante più regolamentare: in UK l’investimento in capitale di rischio non comporta quasi mai una ipotetica responsabilità penale e chi si assume il rischio di condurre un’azienda viene dunque in qualche modo protetto. In Italia non c’è questa sinergia e un grande traguardo sarebbe proprio quello di unire questi mondi, stato ed economia, che devono viaggiare come complementari. Gli effetti di questa distanza si vedono a conto economico di molte aziende nel costo dell’energia, nel costo del lavoro, nella tassazione del lavoro: per questo gli imprenditori italiani mediamente sono geniali, perché sanno aver successo in un contesto molto difficile. Poi c’è il noto debito pubblico che non permette allo stato di fare investimenti in educazione, in formazione che è il mio chiodo fisso. Allora forse bisognerebbe pensare in maniera creativa a strumenti partecipativi da offrire ai cittadini, dei titoli di finanziamento che abbiano un riscontro sull’upside a valere sui vari indicatori macroeconomici come Pil, occupazione, etc. Quel che viene proposto con i “Btp-Italia” è qualcosa a cui io ho sempre pensato ma con una connotazione di equity :un prodotto che consenta ai cittadini quasi di diventare ‘soci dello stato’ oltre che contribuenti ma con capitale protetto”.

Spazio anche al racconto di come funzioni concretamente l’attività di un investitore e di un professionista della finanza: “Alcune serie tv che girano”, spiega Moretti, “che pure sono molto fedeli in alcuni aspetti non colgono bene la complessità del mondo della finanza. Per dirne una, le tipiche speculazioni finanziarie sono più proprie del mondo delle borse e dei mercati quotati, per chi come noi investe in private equity, investe direttamente nelle aziende, si tratta di capire come permettere alle persone di lavorare al meglio e di esprimere il loro potenziale. Investire è come una relazione affettiva : c’è il voler lavorare insieme, il voler passare del tempo insieme e il progettare insieme,  gli investimenti peró poi finiscono, noi in particolare gestiamo i soldi degli altri, soldi di pensionati tramite i fondi pensione, fondi di assicurazioni e dopo cinque anni questi soggetti si aspettano di vedere delle distribuzioni. Oggi poi ad essere sempre più protagonista è la finanza sostenibile: abbiamo una persona apposita nel nostro team che fa un reporting trimestrale per tutti i nostri investimenti, aggiornandoci sulla carbon footprint, sul gender balance, sulla gender pay gap; ci sono sempre più investitori che se non hai una policy di questo tipo non investono”. 

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