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L’Italia determinante nel portare l’Europa nello spazio

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L’Italia, con il suo complesso aerospaziale guidato da ASI – Agenzia Spaziale Italiana e da Leonardo, il 13 luglio ha avuto un ruolo centrale sia dal punto di vista della ricerca e delle innovazioni che per la produzione, quando Vega C, lanciatore satellitare europeo, ha portato con sé e rilasciato in orbita il satellite scientifico italiano Lares-2

di Alexander Virgili

Lo scorso 13 luglio, dallo spazioporto di Kourou, nella Guyana Francese, il lanciatore europeo Vega C ha inaugurato una nuova fase nella storia spaziale italiana ed europea. Il vettore ha portato con sé, e rilasciato in orbita, il satellite scientifico dell’Agenzia spaziale italiana, Lares-2, insieme ad altri sei cubesat (un tipo di satellite miniaturizzato avente forma cubica, volume di 1 dm³ e massa non superiore a 1,33 kg), segnando un punto di svolta per un accesso europeo indipendente allo spazio.

Non si è trattato infatti di uno dei tanti lanci, quello del 13 luglio 2022 è stato il primo volo che avviene a seguito di anni di lavoro, progettazione e verifiche tecniche di ogni tipo per il nuovo vettore Vega. Il Vega C (o Vega Consolidation) è un lanciatore sviluppato presso la Avio S.p.A., nell’ambito del programma spaziale dell’Agenzia Spaziale Europea,  è utile accennare all’evoluzione del progetto per meglio coglierne l’importanza.   Il Vega è stato progettato in modo da ottenere un maggior carico utile ottimizzando i costi di produzione grazie alla condivisione del nuovo primo stadio con i booster (razzi ausiliari) dell’Ariane.   In seguito alla costituzione, nel 1988, dell’Agenzia Spaziale Italiana, fu esplorata la possibilità di sviluppo di un lanciatore di costruzione nazionale che sostituisse gli Scout impiegati nell’appena concluso Progetto San Marco. La BPD Difesa e Spazio di Colleferro (poi confluita in Avio) propose un lanciatore a propellente solido su cui, una decina di anni dopo, si andrà a costituire la base del programma VEGA (Vettore Europeo di Generazione Avanzata). Il programma fu avviato nel dicembre del 2000 ed il primo volo fu condotto nel febbraio del 2012. Il Vega C si compone di una parte inferiore costituita da tre stadi in composito a propellente solido, uno stadio superiore a propellente liquido, coperture aerodinamiche del carico pagante che, a seconda della missione richiesta, è installato su un’opportuna struttura che può consentire il rilascio in sequenza di micro-nano satelliti, a coppie, un singolo carico principale o una loro combinazione.   

Con questo vettore l’Europa si è quindi dotata del primo di una nuova generazione di lanciatori più efficaci e flessibili per meglio rispondere alle esigenze del mercato commerciale ed istituzionale per satelliti. Per molto tempo i produttori principali di lanciatori (vettori da lancio) sono stati gli Stati Uniti e la Russia, con una sparuta presenza di produttori di lanciatori di minore potenza.  Poi, con la fine della guerra fredda, con la crescente importanza dell’uso dello spazio anche a scopi commerciali e di telecomunicazione, numerosi altri Paesi hanno investito nel settore, per dotarsi di lanciatori sempre più potenti. Il mutato scenario geopolitico internazionale ha spinto alcuni Paesi quali Cina, Giappone ed India, ad accelerare la produzione di vettori sempre più potenti, per l’evidente esigenza di rendersi maggiormente autonomi nel settore strategico delle telecomunicazioni ed in quello militare.    

In questa missione l’Italia, con il suo complesso aerospaziale guidato da ASI – Agenzia Spaziale Italiana e da Leonardo, ha avuto un ruolo centrale sia dal punto di vista della ricerca e delle innovazioni che per la produzione, e si spera che tale presenza possa essere consolidata rinforzando le imprese italiane ed evitando una loro eccessiva e progressiva subalternità a quelle di altri Paesi.  Sebbene il progetto sia europeo, è noto che il settore aerospaziale è strategico per molti aspetti e diversi Paesi tentano di espandersi in esso, come spesso accade cercando di limitare il ruolo dei concorrenti diretti o acquisendone le imprese. Ѐ ad esempio questo il caso della Francia che per velleità nazionali non ha mai gradito molto l’importante presenza italiana la quale, ricordiamolo, risale agli anni ’60, con il Progetto S. Marco e la messa in orbita del satellite S. Marco 1, nel dicembre del 1964. A meno di imprevisti, quest’anno 2022 dovrebbe chiudersi con un’altra importante missione tutta italiana, il lancio in orbita della prima mini-piattaforma italiana ad Alta tecnologia a bordo del razzo Vega e che sarà equipaggiata da un innovativo radar denominato Platino 1.  Il programma spaziale PLATiNO (mini Piattaforma spaziaLe ad Alta TecNOlogia), finanziato dall’ASI, ha lo scopo di dotare l’Italia di una piattaforma satellitare della classe 175-350 kg, innovativa e multimissione. 

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