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Diritti umani

Liberate in Colombia 43 schiave sfruttate sessualmente

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Le vittime, venezuelane fuggite dal loro Paese per la crisi economica, segregate in un tugurio e sfruttate, avevano solo “quindici minuti di libertà”al giorno.

di Vito Nicola Lacerenza

Pochi giorni fa nella capitale colombiana, Bogotá, la polizia ha eseguito una maxi operazione che ha portato alla liberazione di 43 schiave sessuali di nazionalità venezuelana e all’arresto di 144 persone. Gli arrestati fanno parte di una organizzazione criminale che negli ultimi anni si è arricchita riducendo in schiavitù le migranti venezuelane. Queste ultime, disperate per via della terribile crisi economica che ha colpito il loro Paese, sono emigrate in Colombia sperando di riuscir a trovare un lavoro. Di tale speranza erano al corrente anche le 144 persone arrestate. Di queste 5 sono cittadini venezuelani, tra cui una donna. Il compito di quest’ultima era di attendere le connazionali a Cucutá, città colombiana al confine col Venezuela e meta di arrivo degli immigrati. La donna, con false promesse di lavoro, ha convinto le 43 donne venezuelane a seguirla fino a  Bogotá, dove sono state trascinate con la forza in un tugurio situato in uno dei quartieri più degradati e squallidi della città, il quartiere Santa Fe, noto come il “paradiso del sesso a pagamento”, popolato da circa 3.000 prostitute.

La stragrande maggioranza di loro sono immigrate venezuelane. Che indifese e lontane dalle loro case sono private non solo della loro dignità, ma anche della “libertà di movimento”, come ha spiegato il procuratore generale colombiano  Néstor Humberto Martínez. «Le 43 cittadine venezuelane  erano tenute prigioniere in tre edifici diversi- ha spiegato  Néstor Humberto Martínez- sono state private della libertà di movimento e  raccontano che le venivano concessi solo “15 minuti di libertà” al giorno.” Le autorità si sono accorte che, tra coloro che usufruiscono del giro di prostituzione a Bogotà, era sempre più alta la richiesta  di prostitute venezuelane e . Queste ultime, ridotte in schiavitù, “offrono le lorosi è scoperto il motivo: le donne venezuelane percepivano un compenso, fissato dai sequestratori arrestati, in 5 euro per ogni prestazione, la metà del compenso richiesto dalle prostitute Colombiane, di circa 10 euro.

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