Attualità
Liberata Asia Bibi condannata a morte per aver insultato l’Islam
La donna pakistana dopo otto anni di carcere trascorsi in isolamento è stata dichiarata innocente. Ma molti in Pakistan vogliono assassinarla perché la ritengono un’ “infedele”.
di Vito Nicola Lacerenza
Pochi giorni fa in Pakistan, Asia Bibi è stata liberata dopo aver trascorso otto anni di carcere in isolamento per il reato di blasfemia. Un crimine per il quale la legge Pakistana prevede dieci anni di detenzione e la pena di morte. Quest’ultima condanna è stata inflitta ad Asia Bibi che ha sempre proclamato la sua innocenza fin dal 2009, quando è stata accusata di aver insultato il profeta Maometto da alcune donne musulmane. In quell’occasione, secondo quanto sostenuto dalle musulmane, Asia Bibi, di religione cattolica, avrebbe “contaminato l’acqua contenuta in un secchio toccandola con le sue mani di cristiana” e per tale motivo si sono rifiutate di utilizzarla e hanno accusato Asia Bibi di aver diffamato l’Islam. Dell’episodio però non esiste alcuna prova audio o video e la Corte di Giustizia ha assolto la donna cattolica. L’udienza si è svolta nel Tribunale di Islamabad, la capitale del Pakistan. Il verdetto ha provocato forti proteste nella popolazione.
Centinaia di manifestanti si sono radunati davanti al palazzo di Giustizia minacciando di uccidere Asia Bibi, che, per ragioni di sicurezza, ha seguito l’udienza in video conferenza dal carcere della città di Sheikupura, dove era reclusa. La legge contro la blasfemia gode di grande sostegno in Pakistan, dove l’Islam regola la vita politica del Paese e le leggi sono ispirate ai principi del Corano. Nel 2011 il politico pachistano Salman Taseer è stato assassinato dalla sua guardia del corpo per aver proposto di “rivedere” la legge contro la blasfemia. Taseer riteneva che la norma fosse usata impropriamente da molti cittadini per vendicarsi di alcuni torti ricevuti privatamente. In Pakistan infatti basta accusare pubblicamente una persona di aver “deriso il Corano” per essere arrestati o linciati e uccisi dai passanti. Il marito di Asia Bibi conosce bene queste “regole pakistane” e, sebbene contento per la liberazione della moglie, ha detto di temere per l’incolumità della sua famiglia, con cui ora pensa di trasferirsi all’estero.