Connect with us

Attualità

L’ergastolo è una pena inumana e degradante: lo ha deciso la Corte europea

Published

on

Tempo di lettura: 3 minuti

301201394035aUna sentenza boccia il carcere a vita e la Lidu aggiunge: è una pena anticostituzionale anche in Italia.

Di Maria Vittoria Arpaia

Roma, 13 luglio – La Corte di Strasburgo con la  sentenza 3896 emessa il 9 luglio scorso sul caso Vinter in Regno Unito, ha stabilito che il fine pena mai, il cosiddetto ergastolo ostativo è una pena che viola le norme dei diritti umani europee. Il ricorso era stato presentato da tre detenuti condannati all’ergastolo e la sentenza di condanna sulla pena definita dalla Cedu “inumana e degradante” è stata emessa con 16 voti a favore ed uno contrario. “Abbiamo sempre sostenuto – ha commentato il presidente Lidu onlus Alfredo Arpaia -che l’ergastolo rappresenta di per sé una modalità di espiazione della pena di tipo afflittivo che toglie, a chi la subisce, ogni speranza di riconquista di un piccolo spazio di libertà dopo aver scontato una pena che, secondo lo spirito della Costituzione, dovrebbe avere finalità rieducative e di recupero. Siamo in attesa e ci adopereremo perchè ciò avvenga”.header Dello stesso parere Antonio Eroi, presidente del Consiglio della provincia di Reggio Calabria e rappresentante italiano per Comuni, Province e Regioni al Consiglio d’Europa, promotore nel nostro Paese di iniziative in sinergia con la Lidu mirate a sensibilizzare i vertici istituzionali sull’incostituzionalità dell’ergastolo ostativo.antonio-eroi “Si tratta di una sentenza – ha evidenziato Eroi – che mette in campo la necessità di un’attenta rilettura dell’articolo 27 della nostra Costituzione, dove si prevede il dovere di riabilitare per il reinserimento nella società, e non solo di punire”. “La corte di Strasburgo ha preso una decisione – aggiunge Antonio Eroi – che non tradisce lo spirito europeo per il quale anche dall’Italia lottiamo ogni giorno in consiglio d’Europa. Per questo in collaborazione con la Lega italiana diritti dell’uomo durante tutto lo scorso anno abbiamo portato negli istituti di pena calabresi il film ‘Cesare deve morire’ dei fratelli Taviani. Un evento che è servito ad aprire una speranza nell’animo dei tanti detenuti della mia regione perché fa intravedere un futuro diverso. Tra i protagonisti c’è infatti Sasà Striano che proprio in carcere ha cambiato la sua vita: ha conosciuto la cultura ed il teatro ed è diventato un attore affermato, cambiando per sempre la sua vita”. “Una possibilità –  conclude Eroi  – che non è concessa agli ergastolani ostativi come Carmelo Musumeci, che da tempo definisce il fine pena mai una ‘pena di morte viva’ e gli ergastolani ‘uomini ombra’”. Musumeci, ergastolano  detenuto nel carcere di Padova, durante gli anni ha avuto modo di studiare e scrivere libri ed articoli, raccontando all’Italia la vita dei detenuti da dietro le sbarre.

28842-500356-carmelo-musumeciDi recente ha lanciato una petizione contro l’ergastolo ostativo sottoscritta anche da Margherita Hack. “Come fa una pena che non finisce mai a rieducare o a migliorare qualcuno? – sostiene Carmelo Musumeci – l’ergastolo ostativo è una pena di morte al rallentatore, una pena di morte che si consuma ogni giorno, a gocce, da vivo, senza nessuna possibilità di rimediare al male con il bene. In carcere non si vive, ma si sopravvive. E funziona solo l’emarginazione sociale. Il carcere migliore è quello che non costruiranno mai”.

Print Friendly, PDF & Email