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Le elezioni in Argentina e la mancata partecipazione italiana. The elections in Argentina and the lack of Italian participation. Las elecciones argentinas y el fallido factor italiano

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Le elezioni in Argentina e la mancata partecipazione italiana

di Paolo B. Cinarelli

Era l’anno 2015 e in vista delle elezioni per il capo del governo argentino, qualcosa di unico succedeva per la prima volta nella storia della politica argentina: i tre candidati erano tutti argentini di cittadinanza italiana. Qualsiasi dei tre candidati era il quarto presidente nella storia del Paese sudamericano a vantare queste origini. Ciò nonostante nessuno ha fatto eco di questo e la sua implicanza politica ma anche simbolica e sociale non ha interessato nessuno.

Si concludevano i quattro anni peggiori per la comunità italiana dal ritorno della democrazia posteriori a 50 anni di vulnerabilità istituzionale dovuti al susseguirsi di continui colpi di stato militari. Gli ultimi, dal 2011 al 2015, hanno visto il sequestro delle pensioni italiane, la legge migratoria 25.871 che cancellava di fatto tutti gli accordi binazionali tra Italia e Argentina e infine la demolizione della statua degli italiani, che raffigurante l’immagine di Cristoforo Colombo per il governo populista di stampo terzomondista significava la rappresentazione di un genocida.

Oggi nel 2021 a sei anni di distanza e in vista delle elezioni legislative di medio termine continuano a spiccare leader politici dalla doppia nazionalità anche se l’origine italiana rimane in secondo (o anche in terzo) piano e non interessa a nessuno. Alle elezioni primarie di questa domenica 12 settembre si aggiungono le elezioni Comites 2021 del 3 dicembre a cui potrà votare oltre un milione di iscritti AIRE in tutta l’Argentina. Per entrambe queste elezioni per cui si prevede una affluenza al minimo storico. Ormai è chiaro che l’Italianità non si rispecchia nella politica, almeno in Argentina.

 

The elections in Argentina and the lack of Italian participation

by Paolo B. Cinarelli

It was the year 2015 and something unique happened for the first time in the history of Argentinean politics in the elections for the Head of Argentina’s Government. The three candidates were all Argentineans with Italian citizenship. Any one of the three candidates was to be the fourth President in the South American country’s history to boast these origins. Nevertheless, nobody reflected on this and its political and also symbolic and social implications did not interest anyone.

The four worst years for the Italian community since the return of democracy after 50 years of institutional vulnerability due to the string of continual military coups d’états were ending. The most recent, from 2011 to 2015, saw the seizure of Italian pensions, the Migratory law No. 25.871 that effectively cancelled all the bilateral agreements between Italy and Argentina and finally the demolition of the statue of Italians that depicted the image of Christopher Columbus that for the third world populist Government represented a genocide.

Today in 2021, six years later and in view of the mid-term legislative elections political leaders with dual citizenship continue to stand out, even if Italian origin remains in second (or even third) level and interests nobody. In addition to the primary elections this Sunday September 12, there will be the 2021 Comites elections of December 3 to which more than a million people registered in the AIRE (the Register of Italian Citizens Overseas) will be able to vote throughout Argentina. A historically low turnout is expected for both these elections. It is now clear that Italianness is not reflected in politics, at least in Argentina.

Translation by Gianni Pezzano

 

Las elecciones argentinas y el fallido factor italiano

Paolo B. Cinarelli

Corría el año 2015 y en vista de las elecciones presidenciales ocurría algo nunca visto en la historia política argentina: los tres principales candidatos a presidente eran argentinos con doble ciudadanía. Cualquiera de ellos sería el cuarto presidente de la historia con orígenes italianas comprobables. Sin embargo esta relevancia política, simbólica y social pasó desapercibida.

Para la colectividad italiana se terminaban los peores cuatro años desde el retorno de la democracia, que le seguían a otro período de 50 años de golpes militares. Los últimos, desde 2011 a 2015, significaron el corralito a las jubilaciones italianas, la ley migratoria 25.871, qué borró todos los acuerdos binacionales anteriores, y la demolición de la estatua de los italianos, que según el gobierno populista y tercermundista de la época glorificaba a un genocida por ser dedicado a Cristóbal Colón.

En 2021, a seis años de distancia y en vista de las elecciones legislativas de medio término, siguen apareciendo candidatos políticos con doble ciudadanía aunque su orígen italiano queda relegado a un segundo (o también tercer) órden y no son motivo de relevancia. A las elecciones primarias de este domingo 12 de septiembre se le agregan las elecciones Comites del 3 de diciembre a las que podrá participar más de un millón de electores inscriptos al AIRE en toda Argentina. En ambas elecciones se prevé un récord negativo de participación. Queda demostrado que la italianidad no se refleja en la política, almenos en Argentina. 

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