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Italia

Lampedusa: sotto un cielo stellato

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Sono arrivata a Lampedusa il 20 luglio 2015, sono rimasta fino al 29 luglio. Un anno è passato, ogni giorno il mio pensiero è tornato li, dove la vita dei turisti è ben protetta, troppe cose, troppe emozioni contrastanti, troppe parole vuote ascoltate nei giorni, nei mesi successivi, che mi hanno portato solo oggi a scrivere.

di Adelfia Franchi

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Aspetta, rimane in attesa per accogliere chi fugge dagli orrori. Spera, che chi scappa dalla propria terra arrivi sano e salvo. Crede, nella misericordia e nei ricordi di chi ha visto. Vive, aiuta a ritrovare la voglia di vivere.

Luglio 2015 Lampedusa.

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Ogni tanto qualche baruffa, qualche intoppo, come in ogni realtà. Persone, uomini, donne e bambini, trasportati dai volontari della Misericordia di Empoli, dal centro di accoglienza al porto, tutti in attesa del traghetto che li trasporterà verso Agrigento, per essere poi smistati nei centri di Sicilia e Calabria. A Lampedusa restano circa 200 persone, in un centro di accoglienza ben protetto, quello che si percepisce è un clima sereno, i bambini giocano, le donne e gli uomini si rendono utili , tutto è ordinato, pulito, la vita scorre come in un piccolo paese. Esercito, polizia, carabinieri, ben distribuiti garantiscono l’ordine. Volontari e non, tutti all’opera per far si che tutti abbiano conforto e assistenza, mi piacerebbe parlare con loro, attivi h24, pazienti e attenti, tutti scambiano parole con le persone in attesa dell’imbarco, chi sa l’inglese è avvantaggiato, è la lingua che si sente di più. I ragazzi che parlano francese sono i più disponibili a farsi intervistare, gli altri a farsi fotografare. Le donne non amano nessuno delle due cose, solo quelle che hanno i bambini piccoli in braccio ti fanno entrare in sintonia con loro, prima ti guardano negli occhi, ti sfidano con lo sguardo e, solo allora , se sorridi e ti avvicini con garbo ti affidano per qualche istante i loro piccoli, fino a chiedere una foto. Alla partenza, uno zaino con un cambio abiti, un sacchetto per il pranzo; questo il loro bagaglio.

Ogni singola persona in entrata nel centro viene controllata, non entra nessuno senza l’ autorizzazione della prefettura di Agrigento, nessuno è autorizzato a rilasciare dichiarazioni.

La misericordia più grande che ci è stata concessa è la nostra ignoranza del “futuro”.

Se fossimo a conoscenza dell’esito delle nostre speranze, la vita sarebbe un grosso dramma. Vivere nella totale inconsapevolezza giorno dopo giorno ci porta a vivere ignorando gli altri esseri umani.

Nessun essere umano, nessun governo, nessuna epoca sfugge a questa legge; ogni cosa finirà, niente sopravvive, a parte le “parole”.

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Siamo riluttanti a confrontarci, a vedere noi stessi nelle situazioni di altri e, tutto, in tutte le circostanze, diventa talmente grottesco e, cosi minaccioso per la conservazione della nostra “pace” che, chi sa usare bene le parole colpisce ovunque, fa dimenticare.”DIMENTICARE” che tutti siamo persone, non l’ immigrato, non quello che ci invade.

L’isola di Lampedusa, un pezzo di terra fra cielo e mare, un pezzo di terra, speranza per alcuni popoli che fuggono dall’orrore delle guerre dimenticate e silenziose.

Sopra l’ isola, in agguato c’è chi aspetta la sua occasione.

Occasione per seminare paura, odio e divisioni.

Chiunque gioca con l’ ignoranza della gente sembra più coraggioso della singola persona.

I cittadini “ITALIANI” saranno in grado di riconoscere l’ essere scaltro che agisce per promuovere la propria carriera?

Può passare inosservato l’ essere che semina odio, orrore e bugie per far carriera politica e, campagne elettorali?

L’ambizione spietata avanza e colpisce la pelle degli altri.

Per quanto esperto si possa essere, cadere nell’inganno, nella menzogna della corruzione e, se in tutto questo prevale l’ ignoranza e la paura popolare, siamo destinati a lottare contro disegni più grandi di noi…

Se si calpesta la dignità di un popolo, prima o poi la vendetta arriverà.

Arriverà, si ritorcerà contro chi ha creduto senza verificare ma, anche su chi ha trovato nei propri cuori un po di compassione.

Informazioni dettagliate, qualche concessione, raramente si riscontra che quello che succede ci viene raccontato in maniera adeguata.

Le acque pericolose del mare, dove per alcuni non ci sono scogli e correnti segnalati, mare che per troppi diventa cimitero, acque dove i barconi scivolano e, arrivano invisibili.

 

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